Joderhorn, cresta sud-est
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Lo Joderhorn è una piramide di roccia granitica che svetta accanto al Passo Moro, vicino all' omonimo monte, sopra l'abitato di Macugnaga. D'inverno è una zona frequentata da sciatori ma d'estate offre alcuni spunti per una bella arrampicata alpinistica.
Dopo esserci imbragati e sistemati, attacchiamo alle 9:40 la prima delle dieci lunghezze che oggi tirerò io.
La partenza a freddo mi da da pensare subito, un paio di passi e capisco il tipo di roccia e come affrontarla. Dopo un passo atletico sono in sosta, recupero il socio e parto per il tiro chiave. Qui c'è un camino all'apparenza improteggibile (a detta anche di numerose relazioni) ma un bel friend piazzato al punto giusto permette di passarlo in sicurezza. Il successivo diedro (V+) invece mi da qualche grattacapo, mi schieno e lo passo.
I successivi tiri si sviluppano su altri bellissimi diedri, più facili e da proteggere. Segue poi una magnifica fessura verticale, poi un traversino delicato e un masso sporgente da passare a destra. Ogni tanto c'è qualche chiodo ma questo è un terreno perfetto per le protezioni veloci che uso senza lesinare.
Dietro di me Giorgio è gasato, la cresta l'aveva fatta una decina di anni fa e non vedeva l'ora di ripeterla! Si muove bene e alcuni passi li fa con facilità dati i sui 193cm di altezza. Le soste tra un tiro e l'altro sono piuttosto comode, quasi sempre su terrazzini. Verso la fine, lunghezza 8, facciamo qualche variante e poi incontriamo uno stretto ed ostico caminetto; qui perdiamo 15', non riesco a passarlo con lo zaino, ci provo due o tre volte ma rinuncio. Allora salgo senza e ci ingeniamo per recuperarlo alla fine... con qualche magheggio e un paio di manovre di corda siamo fuori.
Ora ci aspetta la bellissima lama finale da salire zigzagando da destra a sinistra e poi di nuovo verso destra e su... con uscita pepata di aderenza pura. Alle 13 siamo in cima, tutt'intorno e un andirivieni di nuvole e la est del Rosa, che si era mostrata in mattinata, è ormai coperta. Firmato il libro di vetta scendiamo dalla normale su enormi massi, qualche ometto ci mette sulla retta via (si viaggia nella nebbia) e finalmente siamo alla base, giusto in tempo per beccarci un bell'acquazzone che ci lava fino al midollo.
Rientrati alla funivia, scendiamo a Macugnaga. Mi cambio e parto di nuovo verso casa, mangiandomi un mega panino al formaggio preparato dalla mamma del socio.
Alla prossima!
Dopo esserci imbragati e sistemati, attacchiamo alle 9:40 la prima delle dieci lunghezze che oggi tirerò io.
La partenza a freddo mi da da pensare subito, un paio di passi e capisco il tipo di roccia e come affrontarla. Dopo un passo atletico sono in sosta, recupero il socio e parto per il tiro chiave. Qui c'è un camino all'apparenza improteggibile (a detta anche di numerose relazioni) ma un bel friend piazzato al punto giusto permette di passarlo in sicurezza. Il successivo diedro (V+) invece mi da qualche grattacapo, mi schieno e lo passo.
I successivi tiri si sviluppano su altri bellissimi diedri, più facili e da proteggere. Segue poi una magnifica fessura verticale, poi un traversino delicato e un masso sporgente da passare a destra. Ogni tanto c'è qualche chiodo ma questo è un terreno perfetto per le protezioni veloci che uso senza lesinare.
Dietro di me Giorgio è gasato, la cresta l'aveva fatta una decina di anni fa e non vedeva l'ora di ripeterla! Si muove bene e alcuni passi li fa con facilità dati i sui 193cm di altezza. Le soste tra un tiro e l'altro sono piuttosto comode, quasi sempre su terrazzini. Verso la fine, lunghezza 8, facciamo qualche variante e poi incontriamo uno stretto ed ostico caminetto; qui perdiamo 15', non riesco a passarlo con lo zaino, ci provo due o tre volte ma rinuncio. Allora salgo senza e ci ingeniamo per recuperarlo alla fine... con qualche magheggio e un paio di manovre di corda siamo fuori.
Ora ci aspetta la bellissima lama finale da salire zigzagando da destra a sinistra e poi di nuovo verso destra e su... con uscita pepata di aderenza pura. Alle 13 siamo in cima, tutt'intorno e un andirivieni di nuvole e la est del Rosa, che si era mostrata in mattinata, è ormai coperta. Firmato il libro di vetta scendiamo dalla normale su enormi massi, qualche ometto ci mette sulla retta via (si viaggia nella nebbia) e finalmente siamo alla base, giusto in tempo per beccarci un bell'acquazzone che ci lava fino al midollo.
Rientrati alla funivia, scendiamo a Macugnaga. Mi cambio e parto di nuovo verso casa, mangiandomi un mega panino al formaggio preparato dalla mamma del socio.
Alla prossima!
Tourengänger:
Barbacan

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