Joderhorn (3036) da Macugnaga
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Forse perchè non rimane molto tempo per fare un tremila estivo o forse per passare una giornata al cospetto de "Le Roy" Monte Rosa, decido per la salita allo Joderhorn, piramide rocciosa nei pressi del Passo di Monte Moro, che mette in comunicazione la Valle Anzasca e la Saastal.
Avrei potuto avvalermi degli impianti di risalita e poi, bello fresco, divertirmi in quota magari concatenando anche il monte Moro, ma alle funivie sono allergico e, fin quando ce la farò, mi piace salire le montagne dal basso, per respirare la salita (e la fatica) e procedere tra i differenziati ambienti che i dislivelli importanti regalano.
Da Macugnaga (fraz. Staffa, parcheggio della Funivia, 4 euro/giorno) al passo di Monte Moro il percorso è facilissimo (peraltro già relazionato da me diverse volte, anche invernali) su ampio sentiero segnalato senza pericoli e bisogna solo tener conto dell'impegno dato dagli oltre 1500 m di dislivello che si superano in circa tre ore e mezzo.
Giunto al Rifugio Oberto, grazie ad una via messa in sicurezza da pioli e catene, in pochi minuti arrivo al passo dove troneggia una gigantesca statua dorata della Madonna e dove la vista sulla parete est è impareggiabile. Sul versante opposto è ben visibile il lago di Mattmark dominato dai giganti vallesani tra cui i Mischabel.
Dal passo scendo sul pianoro sottostante e punto la vicina piramide dello Joderhorn (a destra, guardando la Saastal), la cui base raggiungo dopo aver un po' tribolato su terreno dissestato ed aver attraversato pianeggiati residui nevai. Alzo lo sguardo alla ricerca di una via di salita e mi rendo conto che su questo versante il monte è scalabile per innumerevoli vie (dall'altra parte c'è un noto spigolo di carattere alpinistico) segnalate da ometti ma anche configurabili a piacere visto la natura del terreno disseminato da massi di ogni forma e dimensione che, in sostanza, occorre risalire sino all'uscita in cresta. Da qui, ancora massi per pochi metri e sono in cima, segnalata da un paletto arancione. Più sotto di una decina di metri c'è una piccola croce metallica.
La salita non è mai esposta ma è necessario procedere con cautela su massi talvolta instabili ed usare frequentemente le mani, sebbene non si superai mai il I grado.
Proprio sull'ora critica del mezzogiorno quando sono su, diffusa nuvolaglia sale dal versante italiano precludendomi i panorami che so tuttavia essere simili a quelli goduti dal Passo.
La discesa è un po' scomoda e procedo con la mia ben nota prudenza estrema almeno sino al rifugio Oberto (transitando nuovamente per il passo) dove mi fermo per una pausa riempi occhi ad un laghetto da scioglimento. La Est e le sue famose cime soprastanti sono ora ben visibili, il sole e caldo e più in là una famiglia gioca a tirar sassi nell'acqua: non vorrei andar via più.
E invece riparto e con il sentiero di andata, in circa due ore e mezza rientro a Macugnaga.
Sviluppo: 18 km circa; SE: 35 km circa.
Tempi comprensivi di pause (1 ora totale circa).
La salita sull'ammasso di sassi dello Joderhorn è, a mio avviso, da evitare in caso di bagnato
Avrei potuto avvalermi degli impianti di risalita e poi, bello fresco, divertirmi in quota magari concatenando anche il monte Moro, ma alle funivie sono allergico e, fin quando ce la farò, mi piace salire le montagne dal basso, per respirare la salita (e la fatica) e procedere tra i differenziati ambienti che i dislivelli importanti regalano.
Da Macugnaga (fraz. Staffa, parcheggio della Funivia, 4 euro/giorno) al passo di Monte Moro il percorso è facilissimo (peraltro già relazionato da me diverse volte, anche invernali) su ampio sentiero segnalato senza pericoli e bisogna solo tener conto dell'impegno dato dagli oltre 1500 m di dislivello che si superano in circa tre ore e mezzo.
Giunto al Rifugio Oberto, grazie ad una via messa in sicurezza da pioli e catene, in pochi minuti arrivo al passo dove troneggia una gigantesca statua dorata della Madonna e dove la vista sulla parete est è impareggiabile. Sul versante opposto è ben visibile il lago di Mattmark dominato dai giganti vallesani tra cui i Mischabel.
Dal passo scendo sul pianoro sottostante e punto la vicina piramide dello Joderhorn (a destra, guardando la Saastal), la cui base raggiungo dopo aver un po' tribolato su terreno dissestato ed aver attraversato pianeggiati residui nevai. Alzo lo sguardo alla ricerca di una via di salita e mi rendo conto che su questo versante il monte è scalabile per innumerevoli vie (dall'altra parte c'è un noto spigolo di carattere alpinistico) segnalate da ometti ma anche configurabili a piacere visto la natura del terreno disseminato da massi di ogni forma e dimensione che, in sostanza, occorre risalire sino all'uscita in cresta. Da qui, ancora massi per pochi metri e sono in cima, segnalata da un paletto arancione. Più sotto di una decina di metri c'è una piccola croce metallica.
La salita non è mai esposta ma è necessario procedere con cautela su massi talvolta instabili ed usare frequentemente le mani, sebbene non si superai mai il I grado.
Proprio sull'ora critica del mezzogiorno quando sono su, diffusa nuvolaglia sale dal versante italiano precludendomi i panorami che so tuttavia essere simili a quelli goduti dal Passo.
La discesa è un po' scomoda e procedo con la mia ben nota prudenza estrema almeno sino al rifugio Oberto (transitando nuovamente per il passo) dove mi fermo per una pausa riempi occhi ad un laghetto da scioglimento. La Est e le sue famose cime soprastanti sono ora ben visibili, il sole e caldo e più in là una famiglia gioca a tirar sassi nell'acqua: non vorrei andar via più.
E invece riparto e con il sentiero di andata, in circa due ore e mezza rientro a Macugnaga.
Sviluppo: 18 km circa; SE: 35 km circa.
Tempi comprensivi di pause (1 ora totale circa).
La salita sull'ammasso di sassi dello Joderhorn è, a mio avviso, da evitare in caso di bagnato
Tourengänger:
rochi

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Kommentare (8)