666..... I Corni del Diavolo.
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Cominciamo così: https://www.youtube.com/watch?v=AdRJTXKD-gs
Questa salita ai Corni del Diavolo per me è una sorta di rivincita, una rivincita che vorrei dedicare agli amici Poncione e
froloccone con cui un po di tempo fa tentammo di fare lo stesso giro, ma che ahimè, le condizioni climatiche e di terreno posero uno stop brutale alla nostra voglia di “scornare” il Diavolo. http://www.hikr.org/tour/post104092.html
Anche stavolta partiamo con un dubbio: troveremo ancora neve nella parte sommitale posta a N? Ne inficerebbe la salita ai Corni. La zona vista dalla cima del Monte Inferni sembra abbastanza pulita, perlomeno nella parte S.E. e questo ci invoglia a provarci.
Lasciata l’auto alla solita cascinetta, prendiamo a salire in maniera ripida la dorsalina che proprio vicino alla cascina punta verso O, percorriamo per poco una sterrata, poi, dopo una malghetta il sentiero si restringe (mai bollato) e dopo 30 minuti di cammino arriviamo sulla cimetta del M. Mericolo.
Da qua si ha una vista d’insieme sul giro da effettuare e noi prendiamo la discesa che porta verso una malga sottostante, poi subito dopo, la palina posta su una selletta/bivio ci indica la direzione (Cai 340). Da qua si comincia a calcare un lungo traverso dove i brevi saliscendi sono la caratteristica, poi dalla Malga Cigoleto il sentiero prende quota senza particolare affanno sino a raggiungere il rinnovato Stabil Solato dove facciamo una breve pausa prima dello strappo che ci porterà alla Foppa del Mercato.
Ripartiamo dallo Stabil Solato e mentre camminiamo ammirando il panorama, proprio sopra di noi, su uno spuntone roccioso, uno splendido esemplare di Camoscio ci controlla con fare schivo, proprio nella medesima zona poi ne incontreremo un gruppo di 10/12.
Ora siamo alla Foppa del Mercato, il Passo che da il la alla salita dei Corni, a differenza della volta precedente il terreno da affrontare, almeno sino al primo corno (quello N) sia assolutamente affrontabile visto l’assenza di neve nei punti principali. Siamo sul Corno N e adesso ci fermiamo per il pranzo e per valutare la fattibilità della salita al Corno principale.
Dal Corno N la prosecuzione sembra complicata per una seria di fattori, erba ciularina, presenza di neve in alcuni tratti ed infine, una certa esposizione che potrebbe essere fatale in caso di scivolata. Decidiamo di partire verificando di volta in volta la possibilità di continuare, passiamo con calma un paio di forcellette, poi decido di depositare lo zaino per facilitare la salita, invitando Rosa a fare la stessa cosa.
Sempre con la massima attenzione risaliamo le facili roccette di I°, calziamo i ramponcini per superare un paio di passaggi poco simpatici, poi restando fedelmente sulla cresta giungiamo con grande soddisfazione sui Corni del Diavolo cima S. Senza star lì troppo a ciurlare nel manico riprendiamo subito dopo la via della discesa, la positiva adrenalina accumulata ci porta ora più speditamente verso i nostri zaini. Bel sospiro di sollievo e via di nuovo verso la Foppa del Mercato.
Ora si scende di nuovo dal medesimo sentiero e passata la deviazione per la Capanno Remedio, subito dopo incrociamo una seconda deviazione che porta al P.so delle 7 Crocette, come notato dai Corni, il sentiero che viaggia lungo un bel traverso passa su un bel dosso con la parte sommitale rocciosa. Come non esserne incuriositi?
Il traverso sale in maniera moderata sino al vicinissimo spuntone roccioso, lì deviamo a destra ed in pochi metri arriviamo e siamo pronti per divertici sui facili blocchi. Anche qua lasciamo gli zaini a terra, quattro passi stile Paperinik ed eccoci sulla parte più alta del Dosso… rispetto a ciò che vedevamo in distanza salire sul Dosso si è rivelato molto più semplice del previsto.
Da questo punto abbiamo una visione d’insieme sulla via di discesa, rimesso gli zaini sulle spalle puntiamo al vicino Stabil Fiorito, evitiamo la deviazione per le 7 Crocette, e su stradina a.s.p. perdiamo quota sino a lambire il Casinetto di Cigoleto, da qua, facile arrivare alle pendici del M. Mericolo che stavolta evitiamo di risalire.
Proseguiamo così per 200 metri sulla comoda sterrata giusto per fare un giro diverso, ma ad un certo punto ci scassiamo le palle e decidiamo l’ennesima alternativa per la discesa alla macchina. Ci caliamo rapidamente così nel bosco sottostante, sfuttando in maniera semplice l’istinto di orientamento, sbucati dal bosco attraversiamo i bei prati seguendo le tracce animali ed in tempo zero siamo di nuovo al punto di partenza.
Nota 1): Oggi mi sono proprio divertito ed il giro è di quelli che mi piacciono molto; la giusta lunghezza della camminata, qualche momento adrenalinico (ma non troppo) dove toccare la roccia diventa indispensabile e un panorama grandioso, rendono questa escursione veramente completa. Dai Corni la vista si presenta così: Cornone di Blumone, Adamello, Bernina, Presolana,Baldo,le Grigne ecc. ecc., più ovviamente tutta la cresta sommitale che porta a più vette.
Nota 2): Eric…e le visioni.
VISIONI.
Il Sole batte forte e cambio i miei calzoni,
bisogna pur viaggiare con quello che disponi,
con tibie un po scoperte si rischiano abrasioni.
Visioni,
salendo su sui Corni io provo alterazioni,
ma guardo il mio percorso da varie angolazioni,
su rocce scivolose proseguo un po a tastoni.
Visioni,
se volo dalla cresta io grido me cojoni,
ma stavolta viaggio bene e non metto pannoloni,
arrivo sulla cima e festeggio col Negroni.
Ancora fischia il vento e canto la Vanoni, e in fondo mi domando: chi mai ha le Visioni?
A’ la prochaine! Menek,Rosa
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