"Era" bella davvero... ma c'è neve. Vetta mancata.
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E’ da un paio d’anni che sto pensando a questo giro, estratto dal cassetto dei desiderata proprio oggi che la giornata non è proprio delle migliori causa nuvole, giornata con meteo contraria ma che non ferma la nostra voglia di fare una buona e sana escursione di ricerca.
Pòta, adèss va cunte so…
Parcheggiata l’auto dopo il piccolissimo abitato di Era, la strada cementata che si stacca sulla destra e costeggia la Baita Oasi delle Betulle prende quota senza troppo affaticarsi, e anche quando la strada diventa sterrata arrivare sino alla Baita de Campei (rudere) risulta tutto sommato molto facile.
Da questo punto in poi tutto cambia, e il fatto di trovare larghe macchie di neve a 1430 mt di quota, impone una certa riflessione per la salita da affrontare. Comunque, dalla Baita si lascia il sentiero ufficiale, e seguendo la dorsalina erbosa che punta ad O, ci addentriamo in un bosco fatto di Mughi e altra vegetazione che ne ostruiscono un po la progressione, attenzione, questa è una traccia vecchia come il mondo e non è per nulla un sentiero segnato, è un vecchio camminamento che anche i locals hanno abbandonato a se stesso.
La salita si fa subito abbastanza ripida e dopo pochi passi, ecco la neve intonsa che occupa la traccia, ad occhio la neve non sembra preoccupare ma una volta messi i “boots on the ground”, lo sprofondamento è tale da impedire quasi la progressione. Ed in più c’è una leggera esposizione a destra che in caso di scivolata…
La neve è marcia e si riesce a fare solo pochi passi, lo scarpone viene inglobato dalla poltiglia, e in quattro e quattr’otto subentra una certa rassegnazione che a volte trascende in bestemmia stile Natalino Balasso; qualcuno potrebbe dirci che ci siamo arresi in tempo zero, ma alzando gli occhi al cielo e guardando il canale il canale di risalita non invitava per nulla a sfidarlo, i 45° di pendenza media e i 300 mt di dislivello da affrontare prima di arrivare in cresta impongono per una volta una seria riflessione. E per come sono fatto io vi garantisco che è un colpo duro da subire… ma la Natura a volte ti manda dei “messaggi”, saperli cogliere è un atto di rispetto.
Che fare? Come al solito direbbe Lenin…
Niente, incassato il colpo bisogna saper reagire, inventarsi un Piano B seduta stante è roba che ogni escursionista deve essere in grado di mettere in campo. Fuori la “mitica” cartina Kompass, un occhio allo smart dove OruxMaps sta lavorando, e… perché non fare un giro lungo il sentiero 128 che porta alla Baita Maffenoli? Può essere un facile obiettivo che ci farebbe recuperare la giornata e poi per fortuna c’è il Sole, potremmo mangiare sotto i raggi abbronzanti!
E così è. Perdiamo così un po di quota, camminando verso N in una zona ombrosa, la neve nel bosco è presente a macchie con uno spessore che varia tra i 20 e i 25 cm. ma non ci impedisce di continuare il cammino visto che le pendenze dei saliscendi sono minime. Ora siamo alla Baita Maffenoli, ma le gambe ci spingono oltre, la Corna Rossa Cima N la si raggiunge prima della ripida discesa verso Olmo al Brembo, svoltando secco a E su comoda dorsale boschiva. Qua ci fermiamo per il pranzo e il caldo è veramente soffocante.
Dopo aver dato un senso alla giornata ora è il tempo di ritornare verso Era, per logica si ripercorre il sentiero a ritroso sino alla Baita di Campei, e da qua con qualche deviazione ritorniamo al punto di partenza dove incontriamo il proprietario della Baita Oasi delle Betulle, quattro chiacchiere su come arrivare su alcune cime, mentre aggiunge che salire da lì (canale) al Monte Saetta non è possibile perché la traccia è stata mangiata dal bosco. Io ho la testa dura e tra poco tempo, a neve sciolta, ci riproverò.
Nota 1): Purtroppo oggi il giro pensato da almeno 2 anni è naufragato in un onda di neve marcia, ma le Orobie regalano sempre grandi panorami e l’alternativa Corna Rossa alla fine ha quietato la nostra voglia di salire al M. Saetta. Alla prossima, con più fortuna spero. Il fuori sentiero per il Saetta e la Corna Rossa impone il T3, ma in generale questo è un giro da T2 (E).
Nota 2): Anche Eric ce la canta…
Pòta, adèss va cunte so…
Parcheggiata l’auto dopo il piccolissimo abitato di Era, la strada cementata che si stacca sulla destra e costeggia la Baita Oasi delle Betulle prende quota senza troppo affaticarsi, e anche quando la strada diventa sterrata arrivare sino alla Baita de Campei (rudere) risulta tutto sommato molto facile.
Da questo punto in poi tutto cambia, e il fatto di trovare larghe macchie di neve a 1430 mt di quota, impone una certa riflessione per la salita da affrontare. Comunque, dalla Baita si lascia il sentiero ufficiale, e seguendo la dorsalina erbosa che punta ad O, ci addentriamo in un bosco fatto di Mughi e altra vegetazione che ne ostruiscono un po la progressione, attenzione, questa è una traccia vecchia come il mondo e non è per nulla un sentiero segnato, è un vecchio camminamento che anche i locals hanno abbandonato a se stesso.
La salita si fa subito abbastanza ripida e dopo pochi passi, ecco la neve intonsa che occupa la traccia, ad occhio la neve non sembra preoccupare ma una volta messi i “boots on the ground”, lo sprofondamento è tale da impedire quasi la progressione. Ed in più c’è una leggera esposizione a destra che in caso di scivolata…
La neve è marcia e si riesce a fare solo pochi passi, lo scarpone viene inglobato dalla poltiglia, e in quattro e quattr’otto subentra una certa rassegnazione che a volte trascende in bestemmia stile Natalino Balasso; qualcuno potrebbe dirci che ci siamo arresi in tempo zero, ma alzando gli occhi al cielo e guardando il canale il canale di risalita non invitava per nulla a sfidarlo, i 45° di pendenza media e i 300 mt di dislivello da affrontare prima di arrivare in cresta impongono per una volta una seria riflessione. E per come sono fatto io vi garantisco che è un colpo duro da subire… ma la Natura a volte ti manda dei “messaggi”, saperli cogliere è un atto di rispetto.
Che fare? Come al solito direbbe Lenin…
Niente, incassato il colpo bisogna saper reagire, inventarsi un Piano B seduta stante è roba che ogni escursionista deve essere in grado di mettere in campo. Fuori la “mitica” cartina Kompass, un occhio allo smart dove OruxMaps sta lavorando, e… perché non fare un giro lungo il sentiero 128 che porta alla Baita Maffenoli? Può essere un facile obiettivo che ci farebbe recuperare la giornata e poi per fortuna c’è il Sole, potremmo mangiare sotto i raggi abbronzanti!
E così è. Perdiamo così un po di quota, camminando verso N in una zona ombrosa, la neve nel bosco è presente a macchie con uno spessore che varia tra i 20 e i 25 cm. ma non ci impedisce di continuare il cammino visto che le pendenze dei saliscendi sono minime. Ora siamo alla Baita Maffenoli, ma le gambe ci spingono oltre, la Corna Rossa Cima N la si raggiunge prima della ripida discesa verso Olmo al Brembo, svoltando secco a E su comoda dorsale boschiva. Qua ci fermiamo per il pranzo e il caldo è veramente soffocante.
Dopo aver dato un senso alla giornata ora è il tempo di ritornare verso Era, per logica si ripercorre il sentiero a ritroso sino alla Baita di Campei, e da qua con qualche deviazione ritorniamo al punto di partenza dove incontriamo il proprietario della Baita Oasi delle Betulle, quattro chiacchiere su come arrivare su alcune cime, mentre aggiunge che salire da lì (canale) al Monte Saetta non è possibile perché la traccia è stata mangiata dal bosco. Io ho la testa dura e tra poco tempo, a neve sciolta, ci riproverò.
Nota 1): Purtroppo oggi il giro pensato da almeno 2 anni è naufragato in un onda di neve marcia, ma le Orobie regalano sempre grandi panorami e l’alternativa Corna Rossa alla fine ha quietato la nostra voglia di salire al M. Saetta. Alla prossima, con più fortuna spero. Il fuori sentiero per il Saetta e la Corna Rossa impone il T3, ma in generale questo è un giro da T2 (E).
Nota 2): Anche Eric ce la canta…
MANCATA.
La cima la vediamo e la cresta è assai affilata,
per fare quel canale ci vuole ‘na cordata,
a volte la Natura risulta un poco ingrata.
Mancata,
il gir l’avevo in mente ed è ‘na cosa innata,
la zona è poco nota e credo sia inviolata,
ma penso che stavolta ho fatto ‘na cagata.
Mancata,
scartata la salita mi studio la vallata,
m’accorgo che all’alpeggio l’erbetta è assai curata,
la baita è andata in vacca e la gente si è accampata.
Ho perso un occasione ma ci faccio ‘na risata, e in fondo mi domando: la prossima è Mancata?
A’ la prochaine! Menek,Rosa
Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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