Coronette di Camposecco (2697 m)
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L’obiettivo di oggi è un bel giro in Valle Antrona, senza una meta precisa; l’idea di base è raggiungere inizialmente il Bivacco Varese e lì valutare il da farsi.
Parto poco prima delle 5 da Cheggio, nei pressi della diga. La salita al Rifugio Andolla ha un dislivello modesto ma un discreto sviluppo ed arrivo nei pressi del rifugio che inizia ad albeggiare sul trio delle meraviglie Andolla/Loranco/Bottarello, le cui sagome rocciose sono ancora incappucciate di nubi residue. Rispetto all’ultima volta che sono stato in zona, noto che hanno rifatto i cartelli segnavia, ora molto più dettagliati: per il bivacco sono indicate poco meno di due ore e la giornata sarà ben lunga! Comincio a prendere quota oltre il rifugio, oltrepasso il bivio segnalato per il Pizzo Andolla ed in seguito l’Alpe Corone, proseguendo in direzione della ben visibile costruzione rossa del bivacco, che l’aria tersa di oggi rende facile localizzare. Di facile percorrenza gli ultimi metri attrezzati, più delicata invece la discesa sul lato opposto, soprattutto in caso di erba umida (non il caso di oggi). Procedendo oltre, i bolli bianco-rossi salgono al Sonnigpass, mentre io piego a sinistra seguendo qualche sbiadito segno giallo-rosso fino a pervenire sulla morena dell’estinto Ghiacciaio del Bottarello. Dopo averla attraversata, percorro un centinaio di metri lungo una cresta sassosa dove i segni bianco-rossi tornano visibili e, risalito un tratto roccioso con placche lisce, arrivo in vista del Lago Ciapivul, luogo “da quadretto” anche grazie ai numerosi stambecchi in loco, ben disposti a farsi fotografare. Raggiunto il Passo delle Coronette, percorro in direzione E la cresta (passaggi di I°) fino alla sommità più alta (quotata 2728 m sulla carta IGM), abbassandomi di tanto in tanto sull’erboso versante SW; in corrispondenza della cima si trovano un ometto ed un bastone in legno. Il panorama è un po’ guastato da qualche nube di calore formatasi nel frattempo ma la temperatura è piacevolissima. Dopo una breve pausa, ripercorro la cresta a ritroso fino ad un evidente intaglio che per rocce rotte ed erba permette di arrivare alle placide rive del Lago Ciapivul, vera oasi di silenzio e meditazione. Avrei voglia di fermarmi qui ad oltranza ma, dopo una lunga e meritata sosta, è ora di ripartire. La discesa verso l’Alpe Camasco segue la sponda del torrente Loranco, è segnalata ma con scarsissimi segni di passaggio, la traccia è talvolta ripida ed infrascata in più punti, difatti la perdo un paio di volte riuscendo comunque a rientrare, senza tribolare troppo, sul percorso corretto. Dopo aver guadato il torrente, seguo l’evidente sentiero a mezzacosta che lungamente mi porta prima all’Alpe Campolamana e poi all’Alpe Ronchelli, dalla quale faccio ritorno a Cheggio sulla via dell’andata.
Gita in solitaria.

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