Con l'inCenso io mi rilasso...
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Dopo la bella camminata del giorno prima, l’idea per oggi è quella di prendermi una giornata di relax, di quelle che rilassano la mente e il corpo, e così respiro come un Bonzo tibetano, un respiro profondo che aiuta la Meditazione Trascendentale; Pm 10, 11, 12, 13 e 14, questo è il regalo che spetta ai miei bronchi e se ci aggiungiamo della sana Diossina sparata a piena ciminiera "made in A2A" posta sulla Tangenziale Sud, il cerchio è chiuso.
Provo a non arrendermi, mi porto nel giardino e guardo un punto nell’infinito che mi aiuti nei miei propositi ma non trovo alcunché, una anomala nebbia avvolge tutto, e solo il sopracitato inceneritore spunta come il Trump Tower tra le basse case del quartiere di Folzano. E no, cazzo!
Mi ero svegliato alle 9:30 con uno sciallo bestiale e ora sono le 11:00, guardo negli occhi Rosa lanciandogli un messaggio subliminale e subito rilancio: perché non andiamo fuori dai coglioni e andiamo sul M. Censo dove non siamo mai stati? Il 3b Meteo da bel tempo su Alpi e Prealpi. E così si parte che sono le 11,50 in direzione Valsabbia, tra un traffico veicolare/autorticolato che fa spavento… ma nessun camionaro ha usufruito del ponte dell’Immacolata? Arriviamo a S. Petronilla che sono le 12:40 dopo un viaggio a velocità funeraria, ci sistemiamo in tutta fretta e alle 12:50 siamo sul sentiero che porta al Censo, cammino con un passo allegrotto tirandomi appresso l’allegra famiglia umana/canina e per un attimo lo spirito del buon GIBI alberga in me. Gio apprezzerà di sicuro. :)))
Il sentiero parte subito con un a certa ripidità, ripidità che non smetterà mai di essere tale, fortunatamente si cammina sempre in mezzacosta e la bella visuale che si gode verso il sottostante lago ci distoglie un po dalle nostre fatiche; a quota 800m circa troviamo una stretta traccia che si stacca sulla destra, una traccia che porta fuori dalla nostra meta, ma siamo incuriositi e la percorriamo per alcuni metri… tutto finisce a strapiombo, un comodo punto panoramico ci fa ammirare la Rocca d’Anfo, un bel posto dove poter prendere fiato visto il discreto caldo che assale i nostri corpi.
Fatte le dovute foto è il momento di riprendere il cammino, tra noi e la meta mancano poco più di 200 m di dislivello. Il sentiero ora si inoltra tra piccoli pinnacoli e roccette, zigzagando, ma con una ripidità meno accentuata, e questo per noi è un toccasana, dal punto panoramico alla Croce del M. Censo ora è quasi un gioco da ragazzi. Anche questo è un ottimo punto di osservazione e quando saliamo alla vicinissima cima vera e propria riusciamo a vedere anche il M. Telegrafo, monte che proprio ieri abbiamo visitato. 1h10.
Adesso consumiamo le due cose che ci siamo portati da casa sotto la croce dove c’è un bivacco sempre aperto, mentre ancora una volta il bellissimo sole riscalda le nostre membra.
Per il ritorno decidiamo di fare una discesa alternativa alla salita, giusto per fare anche un giro ad anello, come piace a noi; ritornati al vicino bivio posto poco prima del bivacco seguiamo il sentiero 433 del Baremone/Forte M. Ora, scendiamo senza alcuna difficoltà sino alla Coca Chètoi e mentre studiamo come scendere verso l’auto, ci prendiamo la briga di visitare il soprastante roccolo, nell’altro secolo avamposto militare del Regio Esercito.
Dalla Coca Chètoi ora si prosegue su asfalto, seguendo la strada del Baremone/Maniva, una stretta strada generalmente chiusa in inverno, quando la neve occupa il manto stradale, ma anche oggi che la strada sembra transitabile sino al Maniva di veicoli di qualsiasi genere non se ne incontrano.
Facciamo un primo tornante e poi un traverso lungo si e no 500 m, in prossimità di un secondo tornante intercettiamo una bella traccia che si stacca sulla sinistra e scende nel bosco passando per i Fienili Sozea, scendendo ancora un poco si arriva ad incrociare un torrente ora in condizioni di secca. Se state attenti dalla strada vedrete una vecchia bollatura arancione ormai scolorita posta su un sasso di granito, quello è il punto di discesa verso i vicini Fienili Sozea.
Adesso siamo nella Valle del Freddo e per scendere verso S. Petronilla seguiamo la forra del torrente stando ora una volta a destra e ora una volta a sinistra del torrente stesso, molto velocemente raggiungiamo la località Fondi, e poi altrettanto velocemente risbuchiamo sulla strada del Baremone/Maniva che percorreremo per poco più di un chilometro, sino a che la Chiesa di S. Petronilla non ci si para davanti. Il sentiero non è segnalato, solo due bolli sbiaditi sono posti giusto all’ingresso del sentiero, uno a Nord e uno a Sud, altro non c’è, questo comunque dovrebbe essere il sentiero 434.
Nota 1): A me questo giretto è piaciuto, un giretto senza fronzoli, inteso come difficoltà tecniche, ma di grande impatto visivo. Da S. Petronilla al Censo è tutto ben segnalato, dal Censo verso la Val Fredda e poi verso S. Petronilla dovrete affidarvi al vostro senso dell’orientamento evitando di distrarvi in un paio di punti chiave. Comunque nulla di difficile per un normale escursionista. 2h45 per tutto il giro.
Nota 2): Scontato Eric…
CENSO.
Io guardo verso il lago che è ancora bello denso,
da Storo a Pieve Vecchia non è così estenso,
se nuoto senza pinne mi viene uno scompenso.
Censo,
mi serve la cartina per questo posto immenso,
la Kompass non mi aiuta ma non cerco il suo consenso,
è un fatto di rivolta e non certo di dissenso.
Censo,
se perdo il mio sentiero m’attrezzo di buonsenso,
ma se ritrovo il passo l’orgasmo è molto intenso,
io viaggio con lo sherpa che aspetta il suo compenso.
Se il giro è molto corto io adesso lo condenso, e in fondo mi domando: chi cazzo è mai sto Censo?
A’ la prochaine! Menek e Rosa
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