Val Buscagna Alpe Devero
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Le previsioni di Swiss meteo per sabato dicono: ben soleggiato e molto mite in montagna, non posso lasciarmi sfuggire questa opportunità di tornare sugli amati sentieri in altura, quindi oggi accantono la bici e parto per il Devero.
La zona prescelta è quella ovest, la Val Buscagna, ho il dubbio di poter trovare della neve ma non cambio la destinazione, poi valuterò il da farsi... Anche a distanza di qualche anno non cambio la mia idea a riguardo dell’assurdo posteggio a pagamento perciò, prima di sentirmi dire: Uèèèèèè...Chi siete?dove andate?cosa trasportate?quanti siete?...un fiorino…parcheggio 50 metri prima della dogana, i 5 euro risparmiati li devolvo volentieri a favore delle persone colpite dal terremoto, loro si che ne hanno bisogno.
Imbocco così il bel sentiero che si alza sopra l’ingresso della seconda galleria che conduce nella piana del Devero e mi dirigo in località Piedimonte, dove ha inizio la salita verso la meta odierna.
Come versante di salita opto per l’Alpe Misanco mentre la discesa la effettuerò da Buscagna.
Al lago Nero (quasi asciutto) tra i rododendri sbucano le prime chiazze di neve, inizia a materializzarsi quello che pensavo… decido per un cambio di percorso, perdendo quota scendo in Val Buscagna così non pesto neve.
I colori autunnali sono nel massimo splendore, i larici infuocati fanno da contorno all’erba ingiallita e il bianco della neve sulle cime crea contrasti indimenticabili, mi chiedo come ho fatto a fare a meno per così tanto tempo di queste indelebili visioni che tolgono il fiato.
Tempo di riprendermi e inizio la salita verso la Scatta d’Orogna, ma dopo aver guadagnato la sua vista, l’amara verità si staglia di fronte a me, il tratto finale è interamente innevato.
Con la testa piena di dubbi inizio a calcare la coltre bianca, le condizioni di tenuta sono ottimali ma il pensiero di una scivolata mi fa rabbrividire, ho perso tutta la sicurezza che avevo, da camoscio sono diventato pecora, il morale è sotto i piedi, mi fermo così a quota 2300 mancano solamente 160 m. alla cima ma il buon senso e il pensiero di compromettere questo lunghissimo calvario trascorso mi bloccano… dietro front!
Tornato all’Alpe Buscagna decido per la sosta, sembra una giornata estiva che spettacolo, il pensiero di tornare a casa mi rattrista o forse il motivo riguarda la penosa performance odierna, sta di fatto che riesco a trovare il lato positivo di tutto pensando ai km e al dislivello percorsi senza problemi, l’appuntamento con la cima è solo rimandato…
La zona prescelta è quella ovest, la Val Buscagna, ho il dubbio di poter trovare della neve ma non cambio la destinazione, poi valuterò il da farsi... Anche a distanza di qualche anno non cambio la mia idea a riguardo dell’assurdo posteggio a pagamento perciò, prima di sentirmi dire: Uèèèèèè...Chi siete?dove andate?cosa trasportate?quanti siete?...un fiorino…parcheggio 50 metri prima della dogana, i 5 euro risparmiati li devolvo volentieri a favore delle persone colpite dal terremoto, loro si che ne hanno bisogno.
Imbocco così il bel sentiero che si alza sopra l’ingresso della seconda galleria che conduce nella piana del Devero e mi dirigo in località Piedimonte, dove ha inizio la salita verso la meta odierna.
Come versante di salita opto per l’Alpe Misanco mentre la discesa la effettuerò da Buscagna.
Al lago Nero (quasi asciutto) tra i rododendri sbucano le prime chiazze di neve, inizia a materializzarsi quello che pensavo… decido per un cambio di percorso, perdendo quota scendo in Val Buscagna così non pesto neve.
I colori autunnali sono nel massimo splendore, i larici infuocati fanno da contorno all’erba ingiallita e il bianco della neve sulle cime crea contrasti indimenticabili, mi chiedo come ho fatto a fare a meno per così tanto tempo di queste indelebili visioni che tolgono il fiato.
Tempo di riprendermi e inizio la salita verso la Scatta d’Orogna, ma dopo aver guadagnato la sua vista, l’amara verità si staglia di fronte a me, il tratto finale è interamente innevato.
Con la testa piena di dubbi inizio a calcare la coltre bianca, le condizioni di tenuta sono ottimali ma il pensiero di una scivolata mi fa rabbrividire, ho perso tutta la sicurezza che avevo, da camoscio sono diventato pecora, il morale è sotto i piedi, mi fermo così a quota 2300 mancano solamente 160 m. alla cima ma il buon senso e il pensiero di compromettere questo lunghissimo calvario trascorso mi bloccano… dietro front!
Tornato all’Alpe Buscagna decido per la sosta, sembra una giornata estiva che spettacolo, il pensiero di tornare a casa mi rattrista o forse il motivo riguarda la penosa performance odierna, sta di fatto che riesco a trovare il lato positivo di tutto pensando ai km e al dislivello percorsi senza problemi, l’appuntamento con la cima è solo rimandato…
Tourengänger:
adrimiglio

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Kommentare (9)