Gönerlilücke (2741 m) - Skitour
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Breve escursione con le pelli di foca nella regione del Passo della Novena, dopo meno di due giorni dalla riapertura del valico (10.6.2016, ore 9:00).
Per la verità è il piano D dei quattro che avevo preparato a tavolino. Gli altri tre prevedevano la partenza dall’Alpe di Cruina (2002 m) dove la neve è già a macchia di leopardo.
Inizio dell’escursione: ore 6:10
Fine dell’escursione: ore 8:10
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1012 hPa
Temperatura alla partenza: 2,5°C
Temperatura al rientro: 5°C
Isoterma di 0°C alle 9:00: 2800 m
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 5:33
Tramonto del sole: 21:20
Questa fine di primavera ci sta offrendo delle condizioni meteorologiche assai mutevoli, spesso con cielo uggioso e nebbia in quota. Si può sciare, nonostante tutto, basta alzarsi presto e macinare qualche chilometro.
Ieri abbiamo alzato i calici, malgrado ciò la sveglia oggi suona alle 3:15. Alle 6:10 sono pronto alla partenza all’ultimo tornante della strada del Passo della Novena, a quota 2410 m.
Affronto immediatamente il primo gradino, di un centinaio di metri di dislivello, che immette nella meravigliosa conca glaciale tra il Pizzo Gallina e il Pizzo Nero. Punto al laghetto quotato 2566 m, dal quale affronterò la salita a sinistra del promontorio che precede l’altro laghetto glaciale. Due sciescursionisti scelgono la via più diretta, alla base del Pizzo Nero (2904 m): meta che desiderano raggiungere. A differenza di altri anni la neve bagnata e morbida non pone nessun problema di tenuta nelle traverse. Purtroppo, poco prima della bocchetta la nebbia si intensifica negandomi il panorama sul sottostante Ghiacciaio Mettli.
Dopo poco più di un’ora di salita posso affermare Gönerlilücke (2741 m) geschafft!

Eccomi in una foto d’archivio del 24.8.1985 prima che la Capanna Gönerli crollasse (1999).
Qui sorgeva il rifugio più elevato del Ticino. Già nel 1997 il pavimento di legno della parte notte marcava segni di cedimento; nel 1998 infatti anche nelle facciate in sasso si notarono varie fessure larghe alcuni centimetri e il terreno sotto la capanna era parzialmente franato. Ritenuta quindi inagibile a partire dal 1999 la società SAT di Lugano non si è più occupata del rifugio, che, pezzo dopo pezzo è finito a valle.
Sono le 7:15 e la meta è già raggiunta: non mi capita frequentemente! Una spolverata di neve fresca ricopre le pietre e l’omino che segnala la bocchetta. La nebbia mi impedisce di vedere il versante di salita al Pizzo Nero che non ho mai raggiunto. Le condizioni meteo avverse, compresa la temperatura assai rigida, mi invitano a prepararmi immediatamente per la discesa, che si svolge in buona parte nella nebbia o nella luce diffusa, su neve crostosa. Piacevole per contro l’ultimo pendio che precede l’arrivo al tornante 2410 m, dopo un paio d’ore dalla partenza. Un brindisi conclusivo è l’occasione per scambiare qualche chiacchiera con gli altri sciescursionisti che hanno scelto la stessa zona.
Breve escursione con le pelli di foca al confine tra la Val Bedretto e il Vallese. Malgrado le condizioni meteo poco clementi quattro irriducibili sciescursionisti, compreso il sottoscritto, hanno affrontato con rinnovato entusiasmo una delle ultime salite ancora possibili al di sotto dei ghiacciai.
Tempo di salita: 1 h 05 min
Tempo totale: 2 h
Coordinate Gönerlilücke: 674.314 / 149.509
Dislivello in salita: 371 m
Sviluppo complessivo: 4,7 km
Difficoltà: F
SLF: 1 (debole)
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: buona
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