Sentiero Partigiano Paganoni/Vitali. Orobie.
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Come festeggiare questa giornata, se non con un bel sentiero su verso le Orobie, sentiero che oltre ad offrire uno splendido spettacolo sulla Val Taleggio ci ricorda quella stagione così tragica e terribile dove migliaia di giovani sono morti, ma che hanno permesso a noi di avere una vita libera?
Menek mi invia diversi percorsi, ed alla fine vada per questo sentiero Paganoni/Vitali, che ci permette a me ed Irene di approfondire la conoscenza delle valli della Bergamasca; e come al solito visto che Menek "sgomita" per aprire le relazioni(lui), lascio alla sua "verve" di scrittore la stesura della cronaca, e speriamo che Eric non sia troppo "feroce e cinico".
Menek:
Caro Alex tu c’hai la carogna sulle spalle… questa storia di aprire le relazioni su cui aggiungere infinite parole sta diventando veramente un lavoro, e lo sto dicendo da qualche mese! :)))
Scalpitante o no, qua oggi c’è poco di cabarettistico, la giornata del 25 Aprile è un appuntamento che mi lascia sempre a metà strada tra il triste ed il felice; pensare a ciò che è stato quel periodo mi accende un moto di rabbia che spesso non trova via d’uscita, perché troppi sono stati i dolori che hanno colpito la mia parentela stretta, a partire dall’uccisione per mano nazista di mio zio Egidio (fratello del mio caro papà), ma anche di alcune piccole proprietà “passate di mano” in modo violento e vigliacco. Ecco, a distanza di molti anni, e pur (fortunatamente) non avendo vissuto quel tragico passato, la rabbia che ho in corpo non tende a scemare, ma scava perennemente dentro di me dubbi e perplessità su un futuro sempre incerto e carico di nuvoloni “neri”. Per questo io non festeggio mai il 25, semplicemente ricordo e tengo sveglia la coscienza.
Fatto il dovuto pipponazzo, ora provo a scrivere due righe su questo bel giro effettuato insieme ai cari amici Amadeus e pirene, per loro, e solo per loro, ho rinunciato al consueto corteo che si svolge a Milano e mi sono goduto questo storico percorso.
La giornata è bella soleggiata ma abbastanza ventosa, ma una volta imboccato il sentiero 131, la bellezza dei luoghi e la voglia di stare in buona compagnia, fanno passare in secondo piano la cattiveria di Eolo e le gambe legnose per il girone del giorno prima fatto in Val Vigezzo.
Restando quasi sempre sulla traccia che naviga in mezzacosta, il bel bosco si alterna ad ampi spazi prativi che a volte sono molto scoscesi, la fioritura primaverile ci riempie gli occhi di luce, così che, il cammino risulta di un piacere quasi orgasmico.
Pur non avendo dislivelli degni di nota, i continui saliscendi (a volte ripidi) mettono a dura prova i polpacci, ma quando finalmente arriviamo nei pressi di Cantiglio, un intenso profumo di Maggiorana selvatica ci accoglie inebriando i nostri sensi.
Qua incontriamo molta gente, soprattutto giovani (più una colonna di boiascout), tutta gente allegra convenuta in questo luogo ad onorare i Partigiani, uno status quo molto bello che colpisce nel profondo i nostri cuori.
Al bivacco (oggi chiuso, sic!) ci fermiamo a mangiare in mezzo a tanta gente festante e “armata” di strumenti musicali, un brulicante via-vai che ci ha fatto compagnia per tutto il tempo del pranzo.
Ahimè come spesso accade, il tempo scorre velocemente, e salutati gli astanti, riprendiamo il nostro sentiero fatto all’andata e ritorniamo a Pianca dove nel frattempo le macchine parcheggiate sono aumentate a dismisura. La giornata si conclude al Bar Kiosko di Villa d’Almè… davanti ad una buona birra e a due panini giganti strafogati dal duo veneto. Grazie ragazzi per la bella giornata… e, a presto!
Nota1): Bellissimo giro su un sentiero intriso di storia ma anche di bella Natura, camminare in questi luoghi così affascinanti (pur nella loro semplicità) ricarica il corpo in maniera incredibile, e la vista sulla bella e selvaggia Val Taleggio, ripagano del minimo sforzo profuso. Il sentiero è ben tenuto e segnalato, un sincero grazie a chi di dovere.
Nota 2): Nulla e nessuno possono intristire il buon Eric…
BREMBANA.
In questa bella Valle mi mangio la banana,
il Sole picchia in fronte e avanti di bandana,
il vento più non sento, mi piglia la caldana.
Brembana,
avanza sul pratone ‘na donna un po’ castana,
il passo lento-lento la faceva un poco anziana,
scusa bella s’cieta: ma tu ti chiami Dana?
Brembana,
concludo la giornata bevendo del Lugana,
il vino è molto buono ma voglion “filigrana”,
ragazzi vaffanculo, era meglio ‘na tisana!
Laggiù c’è un bel torrente mi sembra il Martesana, e in fondo mi domando: Che cazzo di Brembana?
A’ la prochaine! Menek und Olmo
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