Staldhorn, un ripiego di grande soddisfazione


Publiziert von Angelo63 , 29. Februar 2016 um 23:02.

Region: Welt » Schweiz » Wallis » Oberwallis
Tour Datum:21 Februar 2016
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-VS 
Zeitbedarf: 6:30
Aufstieg: 530 m
Strecke:Park albergo Monte Leone al Passo del Sempione - Hopsche - quota mt. 2350 - Galmji - Staldhorn - Hopsche - Passo del Sempione
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A26 fino a Gravellona Toce, poi proseguire sulla SS33 fino al Passo del Sempione. Ampie possibilità di parcheggio gratuito.

Finalmente è arrivato il momento per una uscita con le ciaspole! Dalle relazioni qui pubblicate è chiaro che la quantità di neve incontrata lungo i percorsi non è paragonabile a quella che era stata descritta nei passati inverni ma comunque ci dobbiamo adeguare e le scelte adesso non mancano. Considerato che vorremmo testare qualche nuova località che non abbiamo mai frequentato, neanche in versione estiva, la scelta è un po’ complicata; speriamo almeno di non “inciampare” sulle previsioni meteo che, se azzeccate, assicurano la trasformazione di una gita da bella a indimenticabile.
Dopo alcuni consulti decidiamo di avventurarci verso il passo Sempione, consci del fatto che nelle giornate precedenti sul versante nord alpino è scesa della neve e che quindi ci sarà il rischio di dover tracciare un po’ del percorso. La scelta inizialmente cade su un classico della zona, lo Spitzhorli, nel corso dell’escursione la meta cambierà.
 
Lasciamo l’auto in uno dei parcheggi vicino all’albergo Monte Leone, in prossimità del Passo del Sempione. C’è uno strato di ghiaccio dappertutto mentre sulla strada sono all’opera spazzaneve e spargisale. Siamo all’ombra e fa ancora freschino; il cielo è sgombro da nuvole su entrambi i versanti ma delle fastidiose raffiche di vento già si fanno sentire.
Assieme a noi si stanno preparando alcuni scialpinisti, un paio sono già partiti. Alle 9.15 ci incamminiamo con le ciaspole già calzate lasciandoci l’albergo alle nostre spalle; nel frattempo si stanno preparando anche altri ciaspolatori che ci dicono di avere la nostra stessa destinazione.
Seguiamo la traccia dei primi che sono già partiti e procediamo nell’ombra fino alle baite di Hopsche che raggiungiamo in circa 20 minuti. Arrivati al sole l’umore cambia decisamente, peccato per le continue raffiche di vento che sulle creste davanti a noi sembrano essere ancora più forti.
Nel frattempo ci hanno raggiunto e superato il gruppo di scialpinisti incontrati alla partenza; ci confermano di essere diretti anche loro allo Spitzhorli.
Procediamo seguendo le loro tracce ben sapendo che di lì a poco dovremo piegare a sinistra per traversare, in basso, il versante sotto il Tochuhorn sino a raggiungere una palina segnaletica da lasciare alla nostra destra.
Alle 10.20, quando siamo ad una altitudine di circa 2.250 mt, ci rendiamo conto di essere andati oltre il traverso basso perché vediamo alla nostra sinistra e più a valle la palina che cercavamo. Nessuno però, sino a quel punto del percorso, aveva tracciato in quella direzione. Altri scialpinisti della svizzera interna che nel frattempo ci hanno raggiunto, ci confermano che quella avrebbe dovuto essere la nostra tappa intermedia. Concordiamo con loro che, in considerazione delle alte temperature e della neve non perfettamente assestata, è troppo pericoloso oggi passare sul traverso più in alto; ci informano che loro sono diretti allo Staldhorn, meta che a noi è sconosciuta.
Procediamo lungo la salita, sempre seguendo le tracce di tutti quelli che sono passati prima di noi, ed attendiamo il gruppo di ciaspolatori che avevamo trovato alla partenza. Alle 10.45, ad una altitudine di circa 2.320 mt, ci raggiungono e ci confermano che anche loro non andranno allo Spitzhorli perché nessuno era passato a tracciare il percorso e che quindi sarebbero saliti sino alla cresta che stava di fronte a noi dove però il vento sollevava di continuo la neve; quello in effetti sembrava il posto, o meglio la meta di ripiego, dove erano dirette tutte le persone che avevamo incontrato lungo il percorso.
Non eravamo molto entusiasti di dirigerci verso un punto flagellato dal vento, il cui nome nemmeno conoscevamo, quando alle 11.10 – ad una altitudine di circa 2.400 mt – notiamo che alla nostra destra parte una traccia di sci che prosegue lungo un traverso, neanche troppo esposto. Osservando bene poi notavamo che al termine della traccia vi erano 2 puntini neri in movimento che si apprestano a risalire l’ultimo tratto di un pendio che conduceva ad una cima dove il vento non sembrava sollevare troppa neve. Mah, vuoi vedere che forse quei 2 puntini sono proprio gli scialpinisti che ci avevano detto di essere diretti allo Staldhorn. Con Danilo facciamo un rapido consulto e decidiamo di provare a dirigerci verso quella meta; avvisiamo delle nostre intenzioni gli altri ciaspolatori che ci confermano la loro scelta di proseguire lungo il pendio intrapreso.
Procediamo sul lungo traverso con attenzione – la traccia degli sciatori spesso non tiene il nostro peso – e superati alcuni lievi saliscendi transitiamo in prossimità della sella di Galmji per arrivare – dopo circa 30 minuti – ai piedi dell’ultima rampa che tra le rocce porta alla cima, al momento ancora a noi sconosciuta.
Le raffiche di vento, lungo questo tratto, arrivano a tratti; quando non c’è vento il caldo si fa sentire e la neve è molto pesante. Ai piedi dell’ultimo ripido tratto, prima della vetta, incontriamo i 2 scialpinisti che sono già di ritorno; sono proprio quelli che ci avevano indicato di puntare a questa cima e che si congratulano con noi per aver seguito il loro consiglio; non possiamo fare altro che ringraziarli dell’ottimo consiglio che ci hanno dato.
Alle 12 in punto raggiungiamo l’ampia vetta dello Staldhorn, dopo 1h25 minuti di marcia e quasi altrettanti di soste; i km percorsi sono solo 3,6.
Dalla cima, sul versante esposto a nord ed ovest soffia un vento fortissimo che sembra si sia scatenato proprio al nostro arrivo. Sotto di noi la città di Briga mentre davanti osserviamo le cime vallesane tra le quali spicca la bella sagoma del Bietschhorn; alla nostra sinistra è visibile il pianoro di vetta dello Spitzhorli, percorso che avrebbe richiesto per noi molto più tempo. Spostandoci verso la croce di vetta non si può non restare ammirati dalle imponenti cime, sul versante opposto al passo del Sempione, della Punta di Terrarossa e del monte Leone, Breithorn e Hubschhorn; la vista verso sud è catturata dalla mole del Fletschhorn. Il contrasto tra l’azzurro intenso del cielo e l’accecante fresco innevamento ci riempie di soddisfazione per la bella meta raggiunta.
Nel frattempo anche altri scialpinisti e qualche ciaspolatore stanno raggiungendo la cima, alcuni sono quelli che avevamo già incontrato lungo il percorso; ci hanno confermato che raggiunta la cresta era impossibile restarci a lungo. Qui invece, ben riparati da qualche grosso masso, è anche possibile sostare per il pranzo come un po’ tutti fanno.
Dopo aver pranzato ed aver più volte ammirato il bel paesaggio circostante alle 13.10 ci rimettiamo in marcia, dopo che quasi tutti gli sciatori si sono già avviati. Dopo un primo tratto che è comune a quello fatto all’andata, invece di proseguire lungo il traverso scendiamo più decisamente, senza mai grosse pendenze, approfittando delle tracce lasciate dagli sciatori in discesa.
Scendiamo con il sole di fronte e le soste sono innumerevoli; passando in questa ampia conca siamo proprio al riparo dalle folate di vento che forse si è anche un po’ attenuato rispetto al mattino. Lungo il percorso ci tratteniamo a conversare anche con una coppia di escursionisti che ci ha detto di aver raggiunto la cresta ventata per poi dirigersi verso lo Staldhorn senza però raggiungerlo. Siamo scesi con loro, scambiandoci informazioni su altre mete della zona che loro ben conoscono e siamo così arrivati alle baite di Hopsche alle 14.30.
Qui abbiamo approfittato di un bel tavolo con annessa panca fronte sole e ci siamo fermati fino alle 15.15 quando abbiamo ripreso il cammino per arrivare, in circa 20 minuti, alla strada del passo nei pressi della nostra auto.
 
Al passo c’erano ben 11 gradi e l’asfalto, al mattino ricoperto da uno strato di ghiaccio, era completamente asciutto. Come prima ciaspolata, seppur senza raggiungere la meta originariamente prefissata, non ci possiamo certo lamentare. E’ stato per noi anche un primo test in queste zone dove ci siamo resi conto che le alternative certamente non mancano; forse l’unico inconveniente potrebbe essere rappresentato dal vento che su un passo alpino così ampio si farà spesso sentire. Soddisfatti siamo rientrati a casa con l’intenzione di ritornare presto da queste parti.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 7,1;
Tempo marcia: 2h40m;
Tempo sosta: 3h45m;
Ascesa: mt. 530 circa;
Velocità media in marcia: 2,7 km/h;
Velocità media totale: 1,1 km/h.
 

Tourengänger: Angelo63, Danilo54
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 1. März 2016 um 10:05
Dalle foto mi sembra proprio un bel ripiego...

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. März 2016 um 22:17
Certamente Domenico,
un gran bel ripiego :)) :))
buone montagne a te & Olmo
angelo!


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