Semplicemente Corna Grande? No, anche Rifugio Lecco.
|
||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
E’ da qualche mese che non vedo il buon vecchio Mauro, ed in tutto questo lasso di tempo la mia salute mentale ne ha tratto parecchio giovamento, ma oggi, complice una serie di fattori che si sono incastrati a dovere, ci rivediamo con piacere (suo) per questa escursione sulle nostre amate Orobie.
Essendo amante delle Corna (!), questa Grande mi manca nel mio ampio e personale album, una Corna che per “posizione” può gustare mucho sia a me che al mio amico d’escursione. Ma andiamo con ordine…
Lasciata l’auto nel grande parcheggio dove è ubicato il Rifugio Trifoglio, una palina ci indirizza verso i Piani di Bobbio mediante strada agro-silvo-pastorale. Lasciato sulla destra il sentiero per il Rifugio Buzzi, guadagniamo quota risalendo quella che in inverno dovrebbe essere una pista da sci, poi in maniera abbastanza evidente, la traccia prosegue verso sinistra prendendo ulteriori metri sino a sbucare in prossimità di una seggiovia a quattro posti.
Poco distante, una palina direzionale posta nelle vicinanze di un manufatto ci conferma che la direzione da noi presa è quella giusta… adesso come da indicazione, prendiamo il sentiero 101 Valle dei Mughi e costeggiamo le alte pareti dello Zucco Barbesino.
Essendo una zona esposta a Nord, la neve caduta nei giorni precedenti ha invaso il sentiero, neve che poi si è trasformata in una temibile patina di ghiaccio.
E’ un paesaggio molto affascinante e solitario e con l’arrivo frettoloso dei primi limpidi raggi solari, le cime vengono irradiate da una luce quasi innaturale quanto bella.
Senza troppe distrazioni, proseguiamo il cammino con una certa prudenza, tanto che Mauro ha una velocità di crociera pari a quella di un etilista che si è scolato quattro bottiglie di Marzemino e due di Passito di Pantelleria.
Abbandonata finalmente la via lastricata di ghiaccio, con un ultimo breve e leggermente esposto traverso ci portiamo in prossimità della Bocchetta dei Mughi, da qua, seguendo la poco evidente bollatura rossa, proseguiamo a sinistra su cresta rocciosa sino all’ultimo breve ma cazzuto strappetto che ci spedisci dritti verso la nostra meta. Grazie alla giornata limpida la vista che si gode da questa cima è di prim’ordine e noi imprimiamo nelle nostre mente cotanta bellezza.
Dopo aver pranzato sotto un Sole cocente e con temperature quasi primaverili, propongo a Mauro una divagazione rispetto al giro prestabilito; seguiamo la cresta Ovest della Corna Grande e vediamo dove ci porta? Accettata l’idea, ci siamo rimessi in marcia stando attenti alle esposizioni laterali e alla quasi inesistente traccia resa leggermente scivolosa dalla rugiada mattutina.
Dopo dieci minuti di lento cammino, siamo giunti in prossimità di un gruppo di roccette leggermente innevate ma insidiose, ci siamo accertati che la cresta ci portava un po’ fuori dai nostri desiderata e seduta stante abbiamo preferito scendere per un improvvisato fuori sentiero.
Calpestando un ripido canalino erboso misto ghiaia (da me ribattezzato Canalino dei Pirla), abbiamo perso quota tenendo sempre nel mirino il sentiero sottostante, raggiunto il quale, Mauro ha potuto riprendere con il suo stiloso cammino palesemente copiato dall’altrettanto stilosa Vladimir Luxuria! Da qua, con bella traccia che si snoda tra i Mughi ci siamo riportati alla palina 101.
Ed il Rifugio Lecco? Facile, alla palina basta seguire le semplici indicazioni ed in dieci minuti circa, vi troverete al rifugio dopo aver camminato su brevi sali-scendi erbosi. Per il ritorno seguire il sentiero fatto all’andata.
Nota 1): Bello e abbastanza semplice giro nel cuore delle Orobie; questo è un posto dove con facilità si ritrova la pace con se stessi, poco inflazionato e con un impatto visivo di tutto rispetto. Noi con il bel tempo abbiamo potuto godere appieno di tutto ciò, perchè la vista spaziava dal M. Rosa alla catena dell’Adamello, in mezzo, le Grigne, il Pizzo dei Tre Signori, il Disgrazia e via discorrendo.
Il T3 è stato valutato per il sentiero ghiacciato e un po’ esposto, e sempre T3 la breve cresta Ovest della Corna ed il ripido canalino fatto ed inventato sul momento, altrimenti senza queste condizioni è un tranquillo T2.
Nota 2) Cose a caso…
MotoGp: Dopo il “contatto” con Valentino Rossi, Marquez ha espresso il desiderio mai sopito di cadere da un elevato “tacco 12”…
OMS: La carne rossa è cancerogena. E’ per questo che Franco Trentalance è stato soprannominato Manzo Criminale?
Cultura & Hikr.org: Mantova sarà la Capitale italiana della Cultura 2016, e fin qua tutto ok, la bella notizia è che il Poeta fan di Hikr Eric De Flatulance, sarà uno degli invitati ufficiali!
Nota 3): Faccio mie per una volta le parole dell’OMS e lancio il mio messaggio… Eric.
CACCHIO (con stupore).
Amico escursionista non mangiare più l’abbacchio,
con quella carne arrosto poi mi diventi racchio,
ascolta ciò che dico e apri un po’ il tuo Eustachio.
Cacchio,
ti ungi con il grasso e bagni il tuo mustacchio,
è meglio mangiar sano gustando del pistacchio,
trovate concubine e avanti col "batacchio".
Cacchio,
quello che io scrivo lo dicono a Comacchio,
dove la carne rossa arriva dal bozzacchio,
il Colon va salvato attenti allo spauracchio.
Le rime che io ho scritto non sono un pateracchio e in fondo mi domando: chi cazzo è sto Cacchio?
A la Prochaine! Menek und Olmo.

Kommentare (20)