Punta Valgrande (m 2857) da Ponte Campo e discesa da Alpe Veglia
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La Punta Valgrande, o Cima Valgrande (come riportano le cartine I.G.M.), non è molto frequentata, il percorso estivo più praticato è con salita e discesa da Alpien (versante Svizzero) con dislivello più ridotto (m 1232) e tempi di percorrenza più brevi, rispetto all'itinerario scelto da noi.
Il punto di partenza è il parcheggio di Ponte Campo che si raggiunge uscendo dalla S.S. 33 del Sempione a Varzo, percorrendo la strada provinciale fino a San Domenico, da qui si scende fino alla fine della strada asfaltata, il costo giornaliero del parcheggio è di 3,00 €. Passato il ponte, si sale sulla mulattiera fina incrociare la gippabile per l'Alpe Veglia in prossimità della sbarra, si prende quindi la direzione a sinistra per l'Alpe Vallè percorrendo la pista che porta fino all'Alpe Balmelle. Da dietro le baite dell'alpeggio guardando verso ovest si individua il passo (delle Balmelle su alcune cartine e dei Gialit per il waypoint trovato in hikr- se qualcuno conosce il nome giusto...), che raggiungiamo in modo diretto senza seguire sentieri ma solo alcune labili tracce. Il sentiero giusto parte in prossimità del Passo delle Possette, spostato a sud rispetto all'alpe Balmelle. Al passo ci concediamo la prima ed unica sosta prima della cima. Purtroppo a causa delle nebbie non riusciamo ad individuare con esattezza il percorso che non conosciamo e che non è segnalato in alcun modo, avanziamo fidandoci dell'istinto che comunque ci guida fino a quando, una breve scomparsa delle nebbie, ci consente di individuare la cima ormai vicina. In vetta ci dedichiamo ai rituali del pranzo e delle foto, quelle che la nebbia ci permette, ma ci accontentiamo. Dopo circa un'ora, prendiamo la via della discesa in direzione della piana d'Avino, su un lunga pietraia resa infida da una leggera nevicata e dal gelo, la pietraia è meglio affrontarla tenendosi vicino al filo della cresta verso il lato destro. Alla fine della pietraia si raggiunge la "piana" (che non è molto piana) che porta al lago d'Avino, raggiunta la diga si scende la scaletta posta quasi alla fine del muro in direzione dell'Alpe Veglia, passando per le "marmitte dei giganti", interessante fenomeno di erosione di acque e pietre sulle rocce. Dall'Alpe Veglia si prende la pista gippabile fino alla sbarra dove si riprende il tratto di mulattiera, già percorso in salita, fino al parcheggio.
Il tragitto ad anello non presenta difficoltà è stato concluso in nove ore comprese le soste. Da affrontare con un buon allenamento. Peccato per la nebbia!
Il punto di partenza è il parcheggio di Ponte Campo che si raggiunge uscendo dalla S.S. 33 del Sempione a Varzo, percorrendo la strada provinciale fino a San Domenico, da qui si scende fino alla fine della strada asfaltata, il costo giornaliero del parcheggio è di 3,00 €. Passato il ponte, si sale sulla mulattiera fina incrociare la gippabile per l'Alpe Veglia in prossimità della sbarra, si prende quindi la direzione a sinistra per l'Alpe Vallè percorrendo la pista che porta fino all'Alpe Balmelle. Da dietro le baite dell'alpeggio guardando verso ovest si individua il passo (delle Balmelle su alcune cartine e dei Gialit per il waypoint trovato in hikr- se qualcuno conosce il nome giusto...), che raggiungiamo in modo diretto senza seguire sentieri ma solo alcune labili tracce. Il sentiero giusto parte in prossimità del Passo delle Possette, spostato a sud rispetto all'alpe Balmelle. Al passo ci concediamo la prima ed unica sosta prima della cima. Purtroppo a causa delle nebbie non riusciamo ad individuare con esattezza il percorso che non conosciamo e che non è segnalato in alcun modo, avanziamo fidandoci dell'istinto che comunque ci guida fino a quando, una breve scomparsa delle nebbie, ci consente di individuare la cima ormai vicina. In vetta ci dedichiamo ai rituali del pranzo e delle foto, quelle che la nebbia ci permette, ma ci accontentiamo. Dopo circa un'ora, prendiamo la via della discesa in direzione della piana d'Avino, su un lunga pietraia resa infida da una leggera nevicata e dal gelo, la pietraia è meglio affrontarla tenendosi vicino al filo della cresta verso il lato destro. Alla fine della pietraia si raggiunge la "piana" (che non è molto piana) che porta al lago d'Avino, raggiunta la diga si scende la scaletta posta quasi alla fine del muro in direzione dell'Alpe Veglia, passando per le "marmitte dei giganti", interessante fenomeno di erosione di acque e pietre sulle rocce. Dall'Alpe Veglia si prende la pista gippabile fino alla sbarra dove si riprende il tratto di mulattiera, già percorso in salita, fino al parcheggio.
Il tragitto ad anello non presenta difficoltà è stato concluso in nove ore comprese le soste. Da affrontare con un buon allenamento. Peccato per la nebbia!
Tourengänger:
RenatoR

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Kommentare (3)