Finalmente un bel Cimone... della Bagozza!
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Carega, Carega! Questo era l'obiettivo della giornata ma Menek sapete come è fatto, cambia opinione dalla tazza del water al divano di casa; ed allora cambio di programma : Cimone della Bagozza, che sia io che Valter neanche sapevamo esistesse.
Parto alle 5 da casa, primo obiettivo, passare a prendere Olmo e Domenico a Crema, che scopro avere svariati cartelli di senso unico girati, casino epico con il navvy ma alla fine, grazie al mio senso di orientamento eccomi a via L. da Vinci a caricare i due disperati.
Alle 8 circa siamo a Rovato dove Valter, mosso a compassione, ci carica sul suo extra lusso mezzo motorizzato e ci porta sù dove finisce il mondo; dopo Schilpario siamo sù verso Cimalbosco dove parcheggiamo l'auto ed iniziamo il nostro avvicinamento attraverso il sentiero 417 alla nostra meta.
Splendidi panorami e grandiose cime che non hanno nulla da invidiare sia alle Grigne, sia alle varie catene delle Dolomiti del Trentino-SudTirolo, Bellunese e Friulane.
Ci avviciniamo a questo splendido "missile" che domina la valle, ci accoglie un enorme canalone di pietrisco e massi, un lento zigzagare di piccoli uomini percorre un esile sentiero che dal fondo sale fino al passo delle Ortiche.
Quì cedo la cronaca al nostro Domenico che con una fantastica progressione è stato il nostro primo di "cordata"......
Io ho poco da aggiungere a ciò che ha scritto Amadeus, i particolari andrebbero però descritti meglio se solo avessi un po’ di tempo in più, ma c’est ici, di scrivere non ne ho molta voglia e ometto volutamente qualche piccolo particolare. E ho detto qualche piccolo particolare… non il fatto che la vera avventura è stata quella di Alex. Nonostante la graziosa vocina del suo Google maps, alias navigatore, è riuscito a perdersi nella semplicissima Pampa padana, che manco un ipovedente con l’Alzheimer riuscirebbe…e lo dico col doveroso rispetto.
Non sono vecchio, ma nemmeno ragazzino, dovrei sapere che gli orari dei romani sono elastici come la pelle dei coglioni di un Gorilla, e invece no, io stupido e imperterrito rimango a crogiolarmi nel mio sano masochismo.
E aspetto appoggiato alla recinzione di casa mia… e aspetto sino al punto di diventare un tutt’uno con le 364 bacchette che compongono il puzzle dell’architettura metallica. Come non avere i muscoli di ferro se si rimane saldati alla recinzione per quasi un’ora? Ma va bene così… oggi è andata che è una meraviglia sulle Montagne e di sfanculare troppo l’uomo venuto dall’Urbe sarebbe un macigno troppo pesante da sostenere.
Passando alla meta della giornata, il Cimon della Bagozza era uno dei miei tarli. Un fantastico cornone incastonato nella bellissima valle scalvina, laddove le “perle” da infilare nella collana a colpi di ripide salite sono innumerevoli. La forza delle magiche Orobie…
Salirci non è impossibile, il primo tratto di sentiero è ben segnalato, perlomeno sino a dove attacca il canalone di ghiaia, da li in poi, se non ti fai prendere dal panico visto il muro verticale che ti si para davanti, ti scegli il percorso migliore per arrivare il prima possibile al Passo delle Ortiche; un primo ma considerevole tratto di Via Crucis che porta alla meta da fare tutto d’un fiato. Noi per evitare di fare un passo avanti e due indietro, siamo rimasti nella parte centrale del canalone laddove le roccette stabilizzano un po’ il terreno e ti danno una mano quando si trasformano in appiglio… Solo nello scendere a valle abbiamo affrontato la ghiaia, ondeggiando velocemente e con una certa sicumera che manco Pierino Gros. A qualcuno potrà sembrare strano, ma scendere sulla ghiaia instabile è più facile di quanto si pensi, l’importante è che sotto di te non ci sia nessuno che possa ricevere le “scariche” detritiche.
Dal Passo alla Cima ci sono circa 150 mt di ripido percorso, ma che differenza di terreno rispetto al canalone appena affrontato! Terra, erba e roccia… tutto ben amalgamato, anche se non bisogna sottovalutare comunque le difficoltà.
Alla fine dell’escursione ci siamo fermati per una mezz’oretta al sorprendente Rifugio Bagozza. Qua abbiamo parlato abbondantemente con i simpatici gestori, e davanti ad un paio di birrette fresche, ci siamo ripromessi di tornare qua al rifugio come uso campo base, per un week end che ci porti alla ricerca di nuove meraviglie… forse che forse la Concarena con la Cima Bacchetta? Più avanti lo scopriremo…
Le ultime due parole le spendo doverosamente per i miei amici e compagni di escursione: grazie Valter e Alex per la bella giornata passata assieme, e alla prossima, se il Fato non si mette di traverso!
Nota 1: Cose a caso & dilemmi della vita
Family day: Una Vergine e lo Spirito Santo vi sembrano una famiglia normale?
Triste notizia: E’ venuta a mancare la brava e bellissima attrice Laura Antonelli, icona sexy degli anni ‘60/'70. Insieme al mio cuore infranto, un tenero saluto anche dalla mia mano destra…
Politica: Salvini: sono pronto a candidarmi, anche solo per fare il Sindaco. Folla terrorizzata per le strade di Paperopoli!
Nota 2: Ode al C…imone!
CIMONE.
Se parto da Schilpario io prendo per Vivione,
con tutte quelle curve che tirano un pippone,
e prima del parcheggio mi sento già un bidone.
Cimone,
la cima che si staglia mi sembra di cartone,
ma se la guardo meglio rimembra un po’ il bubbone,
è meglio conquistarla salendoci col drone.
Cimone,
mi dòpo con la birra e tre fette di limone,
volando sopra i sassi pensando allo zampone,
ma poi mi sento stanco e fanculo anchè al ghiaione.
Mi sembro un po’ coglione se penso al mio girone, e in fondo io mi dico: che cazzo di Cimone?
A la Prochaine! Menek und Olmo.
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