Rifugio Bertone ...in compagnia

Ogni anno tra la fine di giugno e l’inizio di luglio arriva il momento di organizzare qualche escursione con i ragazzi degli oratori, e dove se non in montagna?  È un po’ la mia seconda casa. È un modo per far conoscere la montagna anche a persone che altrimenti la vedrebbero solamente … da lontano, un modo per divertire conoscendo e conoscendosi e un modo per insegnare. È molto bello vedere alla fine della giornata persone contente e entusiaste (e anche meravigliate) di quanto hanno visto e hanno fatto, pur se stanche.

Escursioni in posti ovviamente facili (che si riveleranno però facili non per tutti), portare/accompagnare oltre cento persone in montagna non è semplice, non bisogna mai dare niente di scontato.

Insieme con i miei soci (e i responsabili degli oratori) si scelgono i luoghi e la settimana prima si fa comunque una ricognizione.

Partenza dalla piazza del paese alle 6.30 del mattino: moltissimi sono i visi assonnati, moltissime sono le persone che ti chiedono ma perché così presto?, o che si chiedono ma chi me lo ha fatto fare?.

Subito la rassegna zaini, o meglio la rassegna … scarpe, nonostante le raccomandazioni si vedono scarpe slacciate, ballerine e anche sandali (le nonne: ma io con queste vado dappertutto. Mah!)

Si parte, con il pullman. Quest’anno i pullman sono ben tre e la meta è rifugio Bertone.

La giornata è stupenda non c’è una nuvola (durante la ricognizione della settimana prima … tempo grigio, che … fortuna oggi). Il Bianco svetta che è una meraviglia, la val Ferret è una fiaba. Si sale, tutti (o quasi) in fila indiana, si parla allegramente, si spiegano i monti, si spiega come si cammina, come si usano i bastoncini, insomma come si va in montagna. Si spiega anche la natura. Tutti sembrano essere interessati, dai ragazzi agli accompagnatori e ai nonni.

C’è chi vuole andare più veloce, c’è chi vorrebbe andare a destra o a sinistra, c’è chi inizia a non farcela più. È un’impresa … per noi  “tenerli tutti a bada”. Ma quando si mangia? Quanto manca al rifugio? Ancora così tanto? (e mi vengono in mente le parole di Paolini in Vajont:  “marcia e tasi, verso il rifugio che è là, e son tre ore che è là, ma come fa a essere sempre là se son tre ore che cammini. Ma chi ca..o è che sposta i rifugi in montagna?”).

Ma alla fine eccola là il rifugio. Tutti arrivano, chi un po’ prima, chi un po’ dopo, chi sudato e chi stra-sudato, stanco morto. Il tempo passa in fretta, chi si mangia il panino portato da casa che si fa una polenta concia con tutto il possibile. Giochi comunitari e lezioni di montagna (nodi inclusi).

Arriva il momento di scendere, di tornare al pullman.

Ma non si può stare ancora un po’ qua? Si sta così bene. Quand’è che si torna? Dove ci portate la settimana prossima?

Anche queste sono soddisfazioni. Vere soddisfazioni. I visi contenti e soddisfatti. Di tutti.