Pizzo Tre Signori 2554 m
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Venerdì riceviamo una piacevole e-mail da Alessandro che vorrebbe fare un giro in montagna sabato. Le ultime dicevano che sarebbe potuto venire solo alla prossima eclissi invece…
Siccome ci si vede veramente poco e l’ultima volta era stata la lunghissima escursione al P.zo Quadro, andare come pensavamo al Bardan non ci sembra una buona idea poiché la zona è quasi la stessa per cui pensiamo alla bergamasca. Il dubbio rimane sul Pizzo 3 Signori e il Madonnino, è vero che il Madonnino ci siamo saliti la scorsa settimana ma questa volta saliremmo dalla Portula. Avviso anche Silvia, pensando possa apprezzare entrambe le cime ma i misteri “dell’alta” tecnologia (cellulare del 2000) non le fanno arrivare i miei sms, a noi sembra anormale non ricevere nessuna risposta ma non sappiamo che fare, chiamarla alle 5.30 e rischiare di svegliarla per nulla non ci sembra il caso.
Ci troviamo quindi con Alessandro ad Agrate e lasciamo decidere a lui cosa fare. Le info ricevute dicevano che al Pizzo la situazione era invariata dalla settimana precedente, solo una spolverata di neve nello scorso week end, per cui le ciaspole non sarebbero servite. Al Madonnino invece, il tratto Calvi-Portula probabilmente le avrebbe richieste. Alessandro decide per il Pizzo, non c’è mai stato e così evitiamo di scarrozzarci le ciaspole e poi magari non doverle usare.
Ad Ornica si vede benissimo buona parte della salita, effettivamente sembra ci sia poca roba, ma dietro? Però pensiamo, dalla Bocchetta dell’Inferno alla cima sono circa 200 m, ce ne facciamo quasi 1400 con le racchette sulle spalle per usarle eventualmente solo per gli ultimi 200 m? Ma va!!!!!!
La salita è la solita per la bella Val dell’Inferno. L’agriturismo Ferdy come sapevo oggi è chiuso e non c’è nessuno in giro. A 1600 m circa cominciamo a pestare neve fresca e vediamo le impronte di un piccolo scarpone, davanti a noi quindi c’è un’altra persona, riusciamo a vederla solo quando raggiungiamo i 1800 m, procede molto piano e si trova un 200 m circa sopra di noi. Vediamo che ad un certo punto ha messo le ciaspole. Il problema è che secondo noi sta facendo molta più fatica perché la neve fresca non tiene e scivola su quella vecchia, noi al momento saliamo abbastanza bene, anche se si fatica, non mi era mai capitato di avere lo zoccolo tipo zeppa sotto lo scarpone. Un po’ prima della Bocchetta dell’Inferno vediamo la persona, che poi è una signora (ricorderemo solo dopo che l’avevamo già incontrata lo scorso anno sull’Aga), sta tornando indietro. Non se la sente di proseguire, è stanca e secondo i suoi ritmi pensa di essere in ritardo, ci rimprovera anche di essere stati troppo lenti a raggiungerla…beh bastava che si fermasse ad aspettare mica siamo skyrunner! Un po’ ci spaventa parlandoci di un brutto pendio più avanti, va beh le diciamo proviamo a proseguire poi vediamo. Effettivamente poco dopo ci fermiamo e in qualche modo cerchiamo di mettere i ramponi, il traverso è bruttino, la neve nuova non tiene e sotto c’è ghiaccio. Con i ramponi andiamo via bene e raggiungiamo la Bocchetta dell’Inferno.
Da qui sembra fatta, ma…gli ultimi 200 m sono un inferno in tutti i sensi, la neve in alcuni punti è tantissima. Forse abbiamo sbagliato anche qualcosa, mi sembra che siamo stati troppo a sinistra, fatto sta che alle 13 passate diamo forfait. Siamo a circa 80 m dalla cima ma a questo punto dovremmo riabbassarci e percorrere un lungo traverso per riportarci così su quella che dovrebbe essere la traccia corretta. Marco è sfinito, sta nuotando nella neve praticamente, Alessandro preferirebbe lasciar perdere e tornare indietro, in queste condizioni non ce la fa a proseguire, io vorrei continuare, ma Marco e Alessandro non sono della stessa idea e quindi, come aveva ben previsto la signora che stava scendendo: "Oggi in cima non si sale...".
Ritorniamo alla Bocchetta dell'Inferno con calma, prima di finire in altre voragini. Dalla Bocchetta possiamo scendere un poco più veloci ma non troppo perché sotto i ramponi si forma sempre uno zoccolo enorme.
In basso la neve si è sciolta per cui dai 1900 m circa si scende più velocemente. Sosta pranzo al ricovero di fortuna che c’è a 1800 m circa. Ci godiamo un po’ il sole prima che sparisca dietro la cresta e poi tranquillamente torniamo al posteggio.
Bella salita ma neve schifosa e soprattutto molta di più di quello che ci aspettavamo.
DATI GPS
Dislivello 1448 m
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