Grigna Settentrionale o Grignone 2409mt in invernale (via della Ganda)
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La mia prima Grigna, ed anche invernale, sulla via della Ganda.
Un’ esperienza unica, questa volta finita in vetta.
Un inzio 2012 ALLA GRANDE !
Mi devo proprio vergognare … un appassionato di montagna, abitante a Como che non è mai stato in Grigna, dove vengono da mezza Italia per scalarla, non ha nessuna giustificazione di valore, e visto che mi sto confessando svuoto il sacco, non sono stato neanche in Grignetta e tantomeno sul Resegone.
Come le chiamo io le montagne di casa …
Questa volta non sono io ad organizzare, è il Barba barba43 che di Grigna è un gran conoscitore a guidarci in questa bella avventura invernale.
Raggiungiamo il Cainallo in auto, fino agli impianti la strada è pulita con neve ai lati, Barba mi dice che l’ ideale sarebbe salire fino al parcheggio in alto al Vò di Moncodeno a 1380mt, ma dagli impianti la strada non è pulita.
Fortunatamente le 4WD ci permettono pian-piano di raggiungere lo spiazzo che d’ estate è solitamente affollatissimo, oggi però siamo i soli in una grande piazza bianca.
Qui la prima sorpresa per il Barba, si aspettava di trovare il pickup del gestore della Bogani.
La cosa simpatica da raccontare è che Luciano (Barba o barba43) il giorno prima ci ha invitato a non portare da mangiare, tanto si pranza al Brioshi (in vetta) o se incontriamo imprevisti torniamo alla Bogani ….
Gimmy ridendo dice “va bè … mangeremo solo mandarini”.
Alle 8:15 partiamo, scarponi ai piedi e ramponi nello zaino.
Si sale tranquilli, la traccia è appena visibile, ma i segnali sono ottimi, e lo sono fino alla cima.
Il Barba ci fa da Cicerone, indicandoci le varie vie, i nomignoli delle varie vette o guglie, il Frate e la Monaca, i passaggi e le creste.
Io non smetto di guardare curioso le innumerevoli cime, cimette, pinnacoli, capisco perché vengono nelle Grigne da tanto lontano.
Alle 9:20 raggiungiamo l’ Alpe di Moncodeno 1680mt, prima breve sosta, anche per aspettare me che al solito sono l’ ultimo.
Ripartiamo quasi subito, il prossimo obiettivo importante è il rifugio Arnaldo Bogani a 1816mt, ci arriviamo alle 9:44 e sostiamo per un buon quindici minuti, ovviamente è chiuso, quindi se rinunciamo alla vetta si mangiano mandarini …..
Da qui inizia il percorso più duro ed impegnativo, la pista non è più battuta, nessuna traccia da seguire.
Calziamo tutti i ramponi, e saranno indispensabili per la riuscita.
Dalla Bogani il Barba mi dice, la vedi la madonnina ? si passa di lì, in estate 30 minuti da qui … per una pura illusione ottica sembra che la madonnina sia in cresta, come le paline che si vedono, ma … la realtà è ben diversa.
Luciano inizia a batter la pista, faticosa con tratti che si alternano dal ghiacciato puro a tratti dove si affonda ben sopra alle ginocchia, una faticaccia, che unita a dei tratti MOLTO ripidi rendono lenta la nostra ascesa.
Ma proseguiamo compatti, le difficoltà nel batter la pista per primi, rallentano i miei amici, quindi resto ben vicino alla fila indiana, recuperando fiato mentre loro cercano la via.
Alle prime rampe, Luciano cede il passo a Gimmy, che bravissimo batterà la pista con grande sforzo e determinazione.
Il Barba da dietro lo guida, indicando palina per palina i passaggi se passare a sinistra o destra, facendo molta attenzione alle buche, forre, doline, tipiche delle montagne di calcaree.
Sento che Luciano ha dubbi sulla possibilità di raggiungere la vetta, il vero ostacolo è il ghiaccio, che sui traversi ripidi ed esposti è sicuro motivo di ripensamento.
Ma proseguiamo, ci sono vari tratti attrezzati con funi ed alcuni con catene, uno in particolare ci costringe a “tirarci su” di peso, tratto breve ma verticale … sarà simpatico al ritorno.
Sempre tracciano e battendo la pista, anche a vantaggio di alcuni che sono saliti dopo di noi, sento che Barba che dice “dopo quella palina c’e’ il tiro finale”.
Ma ormai la vetta, o meglio la cappelletta in vetro, si avvicina, è sopra le nostre teste, la sento raggiungibile.
Non so se questo è il tratto che preoccupava il Barba, sono 65 di dislvello MOLTO impegnativi e MOLTO ripidi, Barba continua a guidarci con i preziosi consigli, cerca la neve, se senti ghiaccio torna sulla neve, gradina con la punta del rampone.
Così passo dopo passo con un lungo zig-zag a cercare la neve e meno ghiaccio possibile, raggiungiamo le catene che come un corrimano ci portano alla cresta.
Arrivo ultimo, è ovvio, ma raggiunta la cresta, la cappelletta, il Brioschi e la grande croce del Grignone, mi riempio di gioia e di orgoglio, sono veramente felice di aver portato a termine questa avventura.
C’e’ un vento forte, che alza folate di neve che ti si infilzano addosso, il Barba che ha un principio di congelamento alle dita delle mani, si ritira veloce al Brioschi, io, il “mulo-spazzaneve” Gimmy e Roberto raggiungiamo a fatica la grande croce, non posso non toccarla.
Le folate sono gelide e veloci, si fatica a stare in piedi, impossibile la foto sul cavalleto, quindi foto ricordo senza autoscatto.
Scendiamo anche noi al Brioschi, c’e’ un bel calduccio dentro, una decina di persone circa attorno o dentro il rifugio, facciamo conoscenza con il simpatico gestore.
Festeggiamo l’ impresa con polenta e brasato, un bel litrozzo di vino, caffè e la nostra grappetta, anzi la fiaschetta del Barba, la mia la consumeremo al ritorno, alla Bogani dopo aver sceso il tratto “brutto”.
Quattro conti con i tempi di discesa e le difficoltà a scendere i tratti ripidi e ghiacciati, ci impongono di lasciare il rifugio accorciando la pausa al minimo, le giornate sono ancora corte.
Alle 13:45 iniziamo a scendere i 65mt ripidi, gradinando con i tacchi, e cercando la neve per far maggior presa.
Passiamo tranquilli, scendiamo anche il tratto verticale con catene, scendendo faccia a monte, poi via sul lungo tratto che ci separa dalla Bogani.
Fatti in discesa mi accorgo e valuto meglio di quanto fossero ripidi alcuni tratti.
Al rifugio una breve sosta di 10m, tempo di togliere i ramponi, un po’ cioccolato e la grappetta della mia fiasca.
Poi via verso il parcheggio, veloci ma attenti ai tratti ghiacciati.
Alle 16:40 siamo alla vettura, tutti stanchi ma felici e ben consapevoli di aver compiuto una piccola impresa per le nostre possibilità.
Due ringraziamenti personali:
il primo a Gimmy che si è prodigato per aprire la pista nella neve e nel ghiaccio, una fatica enorme, sotto la guida attenta del Barba.
Il secondo al Barba, questa volta è toccato a te portarmi in bei posti, a conoscere il Grignone, ed averlo vissuto così con le piccole difficoltà, ma una grande unione fra tutti noi.
Una esperienza unica.
Breve riassunto di viaggio:
percorso totale : 11,06 Km
dislivello relativo: 1193mt
tempo di cammino: 6h:45m
tempo totale: 08:20
difficoltà: il percorso è normalmente un T3, mi permetto di marcarlo T4 solo per le condizioni di neve , ghiaccio e la mancanza di pista battuta o tracce dalla Bogani alla vetta. La via da percorre è sempre perfettamente marcato con paline, e con vari tratti attrezzati con funi e catene.
Vista da roberto59
Bella escursione, bella compagnia, mi sono divertito, la Grigna e' sempre piacevole e affascinante, ci sono salito altre volte ma sempre in autunno, primavera o estate, mai in invernale, un'esperienza che mi ha ampiamente soddisfatto in compagnia dei miei amici di montagna e non solo, un bel gruppo.
Bravo Barba, bella idea quella di insistere per portarci in Grigna con la neve, grazie, la tua conoscenza della montagna e' stata molto utile, bravo.
Ciao, Roberto.
Vista da gimmy
Bella escursione, , mi sono divertito, nonostante sia stata molto impegnativa sotto il profilo fisico , mi associo al pensiero di Giorgio, sul fatto che non poteva mancarci un escursione su questa montagna. .penso che il motto del nostro gruppo BISOGNA CREDERCI in questo caso sia molto appropriato
ciao alla prossima
Vista da barba43
I 4 dell'ave Maria:
Che dire, avevo promesso ai miei amici di portarli in Grigna dalla Bogani in inverno,perchè è favolosa e molto avventurosa questa salita,poi senza pista dalla Bogani in sù è molto faticosa, tutte le volte che sono andato,la prima volta 50 e rotti anni fà, sono sempre salito da questa parte a nord.
E' adrenalinica, solo un paio di volte l'ho fatta dai Comolli, X mè è molto monotona, è come andare dal Vicerè al Palanzone, però ognuno la pensa e la fà come vuole.
Non ho altro da dire, diranno loro i miei clienti che ho portato.
Ciao
P.S. t'è rimasto il cinghiale sullo stomaco ! Brioschi effervescente !
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Girovagando
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