Trittico di Canzo, ovvero Corno Occidentale (1387), Corno Orientale (1237), Corno Centrale (1368)
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Trittico dei Corni di Canzo …
Ho iniziato il report della scorsa escursione un po’ con le orecchie basse …., raccontando di una meta non raggiunta, un po’ di amaro in bocca, ma ricompensato da panorami ed una natura favolosa.
Curiosamente, nel report successivo mi trovo a raccontarvi con molta gioia ed orgoglio, di una piccola “impresa”, certo per alcuni è certamente una normale escursione, ma ho ancora dentro, il piacere e la soddisfazione, come aver salito un tremila.
E pensare che era una di quelle escursioni “rubate”, due dei nostri soci sono al lavoro, rientro previsto nel primo pomeriggio ad aiutare per i preparativi pasquali, con Roberto decidiamo di salire al S.Primo, ma per fare qualcosa di diverso, salirlo dal lato nord, dal Piano di S.Primo, percorso già fatto con le ciaspole.
Partiamo comunque più tardi del solito, da casa, basta una mezz’oretta d’ auto.
Sulla strada che da Erba porta ad Asso, passando da Caslino d’ Erba, si ergono sul profilo i due Corni di Canzo, scatta contemporaneamente un’ idea folle, Roberto accenna un “e se invece …”, ed io “stavo pensando la stessa cosa !”.
Gajum quindi. Questo è il nomignolo della località Fonte Gajum a 480mt, uno dei principali punti di partenza (e parcheggio) per salire ai Corni, al Cornizzolo, o semplicemente per una passeggiata nel parco naturale dei Corni.
Alle 7:45 siamo in cammino, direzione Prima Alpe, lungo la strada sterrata e acciottolata che porta alle tre alpi.
Alle 8:20 siamo alla Prima Alpe, tutto è silenzioso, e ci rinfreschiamo alla grande fontana all’ esterno.
Proseguiamo e poco dopo la cappelletta intitolata a S.Gerolamo troviamo il bivio per il rifugio-SEV e per i Corni, sono le 8:30.
La tabella CAI indica 2:20 per il Corno Occidentale, visto che mai ne ho rispettata una, conto 2:30 o meglio, tre ore, sono le 8:30, quindi dopo le undici …
Lo conosciamo il sentiero, già ci avevamo provato a febbaraio del 2008, ma neve e ghiaccio ci avevano fermato alla forcella dei Corni.
Ci sono varie vie per salire al SEV (il rifugio Società Escursionisti Valamdreresi a 1225mt), sul versante opposto al nostro parcheggio, sotto il Corno Centrale ed sopra il ramo di Lecco. Noi scegliamo quello più lungo, ma più comodo, vogliamo salvare energie per … dopo.
Comunque si sale e si sale bene, ma ci sono dei bei lunghi tratti in falso piano, boschi di pino e poi faggio, in qualche tratto di prato fioriscono dei narcisi stupendi, e tante primule.
Alle 9:45 siamo al SEV, anche qui nessuno in giro, non lo sappiamo ancora, ma è il primo di ben tre passaggi al rifugio.
Lo aggiriamo e partiamo diretti per la forcella dei Corni, che si trova tra il Corno Occidentale e quello Centrale.
Alle 9:55 siamo alla forcella dei Corni, già qui la vista è notevole, dai suoi 1300mt, ma lo sguardo è calamitato dal Corno Grande, ci fermiamo per pochi minuti, una bevutina e per chiudere e riporre le racchette (o bacchette) nello zaino, da qui in poi proprio NON servono, anzi sono solo d’ impiccio.
Si scende verso il colletto e si aggira il Corno grande su un sentierino esile, fino alla prima rampa.
Il primo canalino, c’e’ una scritta in vernice che dice EE, e….ccome che è un EE !
Non è proprio verticale … ma ha una bella pendenza.
E’ un camino da salire con l’ aiuto delle mani, le pietre sono levigate dalle tanti mani e scarponi che le hanno lisciate …
Nessun problema reale, ben segnalato, e ci sono appigli ed appoggi in abbondanza, e poi la pendenza non è vertiginosa, salgo per primo e fotografo Roberto nella sua ascesa.
A dire il vero è la nostra prima esperienza di salita in arrampicata, ci sentiamo, giustamente, come due bambini al primo giorno di scuola.
Senza problemi raggiungiamo la cima del camino, altro tratto erboso che seguiamo fino … al secondo camino.
Anche qui la scritta EE, ma è decisamente più EE del precedente, questo è praticamente verticale e molto più stretto.
Parte Roberto, siamo più che mai decisi a raggiungere la vetta, questa volta tocca a lui fotografarmi mentre mi arrampico, un significativo ricordo.
Si sale con molta attenzione, sempre con l’aiuto delle mani, nei passaggi più “delicati” il pensiero va alla discesa, se è il caso si scende di schiena.
Alle 10:15 siamo alla croce di vetta del Corno Occidentale, 1387mt.
Siamo soddisfatti, molto soddisfatti, guardando l’ orologio siamo anche in largo anticipo sui tempi previsiti, come è possibile? E dire che le mie pause fiato me le sono prese eccome.
La vista è notevole, purtroppo l’orizzonte non è nitido, ma il paesaggio guadagnato è grandioso.
Passiamo ben 25 minuti in vetta per molte foto attorno e per i meritati autoscatti, poi scendiamo, la giusta dose di adrenalina … direbbe Gimmy.
Non scendiamo di schiena, anzi ce la caviamo bene in discesa, nessuna esitazione, molta ma molta attenzione quella sì.
Fine del primo canalino, scendiamo il secondo, questo ci sembra un gioco da ragazzi … adesso.
Torniamo per la seconda volta al SEV, sono le 10:55, decidiamo di prendere il sentiero che, passando le grandi pareti del Corno centrale, porta al colletto tra il centrale e l’ orientale, il Corno più piccolo.
Dalla grande pietraia si vedono le Grigne, ed il Moregallo, un’ altra bella escursione torna alla memoria.
Alle 11:05 siamo al colletto, e notiamo il profilo della grande croce di vetta del Corno Orientale, non serve discuterne, in cinque minuti siamo alla seconda vetta, molto panoramica, e pensare che per noi comaschi il terzo Corno, non lo conosciamo perché nascosto dai due fratelli maggiori.
Il Corno piccolo infatti è di soli 1239mt, quasi 150mt più basso dei vicini.
Scattiamo ancora molte foto, ma l’interesse si ferma sulla grande sagoma del Corno Centrale, anche se da questo lato ha varie pareti rocciose.
Il ricordo SBAGLIATO di qualche report di suggeriva l’ esistenza di un sentiero agevole tra il Corno piccolo e quello medio, niente di più errato, il sentiero “normale” è dalla forcella dei Corni.
Ma per l’ ennesima volta scatta l’idea malsana, non sarebbe bello un “trittico”????
Almeno provarci.
Saliamo al colletto del Corno Centrale. Roberto che mi precede mi grida: EE, e ci sono le catene ….
Caspita, altro che EE, la cosa si fa seria.
Parte Roberto, ci si arrampica aiutandosi (e tanto …) con le catene e funi d’acciaio, tutto è ben segnalato, ma faticoso e ripido.
Alla fine della prima ferrata il sentiero prende il filo di cresta, meglio non guardare giù dal lato opposto (sotto c’e’ il sentiero tra il SEV ed il Corno Orientale), l’ istinto ti fa fare un salto all’ indietro di un metro.
Camminando poco all’ interno raggiungiamo una seconda via ferrata. Ancora più ripida della prima e con meno appoggi per i piedi. Ma Roberto mi sprona, e proseguiamo, devo dirvi con grande fatica e grande adrenalina.
Raggiungiamo la cresta, ormai ho la vetta in tasca, ma Roberto mi fa notare che è ancora lontana la croce.
Alle 11:54 siamo alla vetta del Corno Centrale, 1368mt poco inferiore al “fratellone”.
Ci sono altri due escursionisti, sono saliti dalla Forcella, io e Bob siamo molto preoccupati di dover scendere da dove siamo saliti, ma i due lecchesi ci suggeriscono che dal lato opposto in quindici minuti di sentiero, con un piccolo tratto esposto, si scende al colletto.
Foto alla croce e decidiamo di proseguire subito, siamo consapevoli della grande escursione di oggi, ma ce la vogliamo gustare pranzando tranquilli.
Scendiamo quindi verso ovest, il sentierino è esile ed esposto per un breve tratto, ma nulla di preoccupante, curioso come ognuno di noi percepisce diversamente il pericolo, Roberto sale sicuro nei tratti ferrati, io sono più deciso sul sentiero … quindi scendo avanti rassicurando il mio compare.
Pochi minuti e siamo al colletto, non raggiungiamo la forcella, notiamo un sentierino che scende ripido al SEV e lo percorriamo.
Alle 12:20 siamo per la terza ed ultima volta al SEV, è chiuso e pranziamo sulle comode panche sulla terrazza.
Pranziamo, ma il sapore in bocca è quello della vittoria, della soddisfazione.
Telefoniamo a Paolo per raccontare di questa nostra avventura, anche se animato da giusta invidia, è contento ed incredulo della prestazione.
Ci prendiamo mezz’ora per il pranzo, poi decidiamo di scendere, sono le 13:00.
Per non scendere dallo stesso sentiero, prendiamo la via alta, che passa sotto le pareti del Corno grande, è una palestra di roccia, frequentata da molti appassionati.
Il sentiero scende ripido e sembra non finire mai, fino alla Terza Alpe, da qui via strada acciottolata passiamo dall seconda Alpe, dove si trova una magnifica fontana d’acqua, ed infine alla Prima, e quindi verso il Gajum.
Alle 14:40 siamo al parcheggio, stanchi per il lungo saliscendi, ma FELICI.
Solito riassuntino:
Percorso: Gajum 480mt – Prima Alpe – SEV – Forcella dei Corni – Corno Occidentale 1387mt – SEV – Corno Orientale 1239mt – Corno Centrale 1368mt – SEV (Pranzo) – Terza Alpe - Seconda Alpe – Prima Alpe – Gajum
(ribadisco che la via “normale” è Occidentale-Centrale-Orientale).
Andata: 7.3 Km 4:35 di orologio, 3:50 di cammino
Ritorno: 4,8Km 1:40 di orologio, 1:30 di cammino
Totale: 12,1Km 6:55 di orologio, 5:20 di cammino
Dislivello: 1052 mt assoluto, 1325 mt relativo
Altre foto, diario, ecc sul nostro sito :
www.girovagando.net escursione #91
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