"Un pustisen" alle porte del paradiso; ALPE SATTAL 2097m.


Publiziert von Massimo , 12. Januar 2011 um 17:38. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 8 Januar 2011
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 840 m
Abstieg: 840 m
Strecke:Ronco di Alagna Valsesia - Alpe Sattal e ritorno
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Saronno prendere aurostrada direzione Milano per poi svoltare e seguire per Varese. Proseguire per Gravellona Toce fino ad un bivio dove si prosegue in direzione Genova. Uscita Ghemme Romagnano Sesia e imboccare la statale della Valsesia fino a raggiungere Alagna Valsesia. Proseguire alla frazione Pedemonte e Ronco di Alagna dove si posteggia

VISTA DA MAX:
Avete presente la capanna dove Heidi trascorse la sua infanzia………………, ecco giunti all’Alpe Sattal vi immedesimerete  in questa favola;  la baita ( circondata da uno splendido scenario potuto ammirare purtroppo soltanto in fotografia) che appare nella nebbia  mentre l’abbaiare di un’enorme cane vi da il benvenuto in questo angolo del paradiso.
Con Francesco, Beppe, Alberto, Cristina  con al seguito papa Pietro, Luca e Marco alle 9.00 dopo 2 ore e 30’ di auto ( ne è valsa proprio la pena ) ci incamminiamo pieni di ottimismo con l’obbiettivo di raggiungere l’Alpe con il sole, ma purtroppo dopo l’illusione iniziale resteremo delusi e le tante attese e previste schiarite resteranno una chimera………….. almeno fino a sera visto che solo più tardi dopo una telefonata serale di Giuseppe; unico abitante dell’alpe insieme al suo cagnone Yago, ho scoperto che la nebbia si è per incanto dissolta, le stelle brillavano nel cielo terso e la luna illuminava le vette circostanti.
Per il percorso basta seguire il sentiero nr.9 per tutto il tragitto (presenza di diverse segnalazioni x Alpe Sattal) imboccandolo dalla frazione Ronco m.1250 appena sopra il centro principale di Alagna, noi lo abbiamo affrontato quasi x intero con i ramponi escluso Alberto che ha utilizzato le ciaspole ( vallo a capire visto che il tracciato non era certo adatto all’utilizzo delle racchette per la sua ripidità e in alcuni punti era abbastanza angusto ); da segnalare come già detto la ripidità di tutto il tracciato e la pericolosità nell’eventualità di rischio marcato di caduta valanghe ( viste vecchie valanghe con fronti abbastanza estesi e distacchi della neve fresca caduta nella notte ).
E’ degna di menzione anche la storia legata a questo luogo acquistato in condizioni a dir poco disastrose ( vedi foto ) da Giuseppe nell’anno 1994 dopo almeno 20 anni di abbandono e ricostruito esclusivamente  da lui stesso con una forza d’animo e fisica davvero invidiabili. Ora con continue migliorie negli anni è diventato questo luogo esclusivo dove ne vale veramente la pena trascorrerci alcune ore per fare quattro chiacchiere e ascoltare i dettagli questa incredibile storia che nella società dei giorni nostri votata esclusivamente al consumismo e al profitto ha veramente del surreale.
Un grazie di cuore a Giuseppe per l’ospitalità che ci ha riservato nella sua alcova dove lui ha deciso e fortemente voluto di trascorrerci una parte della sua vita dopo aver girovagato per monti su tutto l’arco alpino per 2 anni con una tenda alla ricerca del “pustisen” alle porte del paradiso………….
CHAPEAU 

COMMENTO DI BEPPE


COME DESCRITTO MOLTO BENE DA MASSIMO OGGI ALL ALPE SATTAL ABBIAMO TROVATO UNA BAITA VERAMENTE PARTICOLARE E RICCA DI PICCOLI PARTICOLARI , ANCHE DA PARTE MIA UN GRAZIE A GIUSEPPE PER L'OSPITALITA E COMPLIMENTI PER TUTTO IL LAVORO SVOLTO.
UNICA NOTA NEGATIVA LA GIORNATA NUVOLOSA CHE HA COPERTO LE STUPENDE MONTAGNE ATTORNO COME VISTO DALLE FOTO ALL' INTERNO DELLA BAITA.

FRANCESCO.::::Non faro' alcun commento ne relazione su qs. gita, qualche foto rubata alla clemenza del tempo ed l'invito a cliccare qs. stringa:http://demo.zerouno.it/baita/Tour_Alpe_Sattal.html.

    commento di Alberto: Massimo mi avvisa che la sua idea è per andare all'Alpe Sattal,visto che aveva piacere anche il papà di Cristina (trovo giusto e doveroso dare priorità a esaudire chi è più in là con l'età). Così ci troviamo a Saronno e giunti ad Alagna dove aveva appena cessato di nevicare,Massimo avvisa che stiamo per partire Giuseppe P.,la straordinaria persona con residenza e domicilio all'Alpe Sattal. La mulattiera sale subito,con numerosi tornantelli, sempre nel bosco,per poi raggiungere la cascata di ghiaccio: da qui il percorso in caso di neve abbondante (o quasi) risulta essere particolarmente esposto a valanghe (informarsi prima di mettere in pratica la gita). Infatti,superiamo ben due volte una vecchia valanga: io,sempre attento,scruto a monte i pendii,poco affidabili e con gli orecchi ben attenti cerco di carpire rumori poco piacevoli. Il mini gruppo è formato da me,Massimo e Pietro (zio di Max e papà di Cristina) gli altri si fermavano più avanti per aspettarci. Il tempo sembrava che migliorasse,ma poco dopo un paio d'ore ci si rende conto che non è così,pazienza. Giunti ad una biforcazione,prendiamo a destra,attraversando un torrente: il percorso diventa ancor più ripido e con numerosi tornanti,in alcuni punti mi pareva di capire che sotto lo strato di neve,non vi era il sentiero vero,ma un pendio scosceso. Io ero l'unico con le ciaspole ai piedi e in alcuni tratti per via della distruzione di tale percorso,facevo una faticaccia a camminare. Dopo un poco ecco Cristina che ci è venuta incontro,la quale ci rincuora dicendo che mancava poco: non si vedeva a causa delle nuvole basse dov'era quest'alpe,comunque...ecco finalmente il cartello che indica l'alpe Sattal e poco dopo la baita. O voi,viandanti che qui vorrete venire,non abbiate a osare di chiedere cose fuori luogo: non è un albergo,non è un rifugio ma una casa,privata ma disponibile ad accogliervi. Un “santuario”,dove al suo interno la storia,si apre ai vostri occhi increduli,fatta di immagini fotografiche e...di Lui,Giuseppe P.,il quale saprà raccontarvi il principio: parole che scorrono a fiumi,ma reali come del resto è tutto confermato da ciò che vi circonda. Un sogno divenuto reale,una storia con una profonda motivazione che tempo fa ha spinse Giuseppe P. a mettere “radici” quassù per 365 giorni l'anno: non è una cosa da poco e neppure da molti. Ascoltarlo è un onore e un piacere immenso,almeno per chi è attento a queste particolarità di vita,per chi invece pensa di essere migliore perché ritiene che le sue imprese di conquista di vette siano superiori...bontà sua,vuol dire che non ha capito nulla! Entriamo in una sorta di piccola anticamera: delle ciabatte attendono di essere calzate...ma per poco. Si entra nell'altra camera,sempre al piano inferiore,dove una stufa riscalda tutto l'ambiente,pure sopra. Qui vi sono i letti con piumoni per rendervi confortevole il sonno. Poi si devono abbandonare le ciabatte per salire la piccola scala di legno a chiocciola,dove conduce al “cuore”,alla vita della casa. Qui,il piccolo locale,ma sfruttando i minimi particolari,mette a proprio agio tutti noi: non so se arriva a 25 mq. Ma vi assicuro che tutti i 14 commensali erano perfettamente comodi. Si mangia “quel che ghè”,senza pretendere,ma abbondante,piatti semplici ma genuini,come i discorsi di Giuseppe P. che riescono a renderti attento per farti capire bene cosa e perchè ha voluto vivere quassù. Un grande “personaggio”? Forse,anche se a parer mio è più di questo: una leggenda vivente che sa vivere come vuole e che ancora farà come vorrà! Dopo il pranzo ristoratore,viene il momento di far ritorno e come ha detto Giuseppe P.: io non ho il problema del rientro! He he he,hai detto bene! Il panorama che speravamo di vedere,Giuseppe P. lo mostra a noi estraendo tante foto una attaccata all'altra,per dare prova tangibile del perché vivere lassù,uno dei tanti motivi: il superbo panorama che si gode da lassù. Grazie Giuseppe P.,per avermi/ci fatto vivere momenti di storia d'altri tempi,ma che Tu sei riuscito con determinazione a portarla in questo futuro: grazie ancora per la calorosa accoglienza e per la spontaneità naturale che non hai e non devi mai nascondere. Per la discesa mi rampono,evitandomi di danneggiarmi e,mentre partiamo...rimaniamo sempre noi tre: è sempre meglio anche se Massimo: andate,andate avanti che vi raggiungo!!! con questa frase incita alla non preoccupazione. Male a chi da retta: infatti vi sono stati momenti in cui la vicinanza è stata ancor più che apprezzata: Pietro che cade disteso nella neve e Max con un suo “ueeee” è scivolato (e ho visto anche a la velocità di discesa) per un canalone,fortunatamente si è fermato subito. Poi,mentre riprendiamo il percorso,vediamo della neve scivolare via dal pendio,ma anche una nuova valanga sul percorso che alla mattina non cera: che dire,prestiamo attenzione senza mai lasciare gli amici da soli! Superata la vecchia valanga,sentiamo nel rado bosco un rumore,come se qualcuno tagliasse della legna,poi appena usciti ci voltiamo e vediamo...due che scalano la cascata di ghiaccio (erano le picche che rumoreggiavano contro il ghiaccio). Qualche voce dal basso si ode: sono gli amici...preoccupati? Che cerchino di capire se stiamo arrivando o no?: perchè ci dobbiamo rovinare l'ugola a gridare,quando si potrebbe,dico,magari rallentare un pochetto in modo da assicurarsi dove sono gli altri? (oltre al fatto che si disturba la fauna locale). Bene,giunti all'auto ci salutiamo e ci avviamo a casa,con un ricordo di una giornata particolare: all'Alpe Sattal. Ringrazio tutti per la bella gita (mi riferisco ai componenti più che al tempo) e spero che Pietro,possa aggregarsi ancora a noi: se ha fatto questa,può farne delle altre,molto meno impegnative,parola di bradipo!


Tourengänger: Alberto, beppe, Francesco, Massimo, Cris
Communities: Hikr in italiano


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