Capanna Albagno Q1870 da Bedretto
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Sono stato molto incerto se pubblicare questa escursione o meno, la meta prevista era ben altra, ma qualcosa ci ha fermato.
Visto che comunque ho deciso di raccontarvela, mettiamo un po’ di ordine.
Meta prevista: Cima di Gaggio, mt 2270 partendo da Bedretto, Q1290 sopra Gorduno.
Le previsioni meteo sono decisamente infelici per il weekend, ma almeno danno nuvoloso e senza piogge (solo in serata) per questa zona. La voglia di muoversi è tant,a per cui si parte lo stesso, in barba alle previsioni.
Alle 8:00 di mattina siamo al parcheggio a Bedretto, nel piazzale circondato dai larici. Non c’e’ anima viva né tracce di altre auto… di matti ce ne sono pochi in giro.
In dieci minuti siamo già in cammino, le indicazioni riportano 2h 10m alla Capanna Albagno.
Avevo già “adocchiato” questa capanna vedendola in altre escursioni, bella ed in una posizione notevole, aspettavamo iil disgelo.
Abbiamo deciso di salirci da Bedretto, e di raggiungere una vetta nei dintorni : la Cima del Gaggio sembrava perfetta.
Carichi (in senso morale) dei 1000mt di dislivello percorsi per il Pizzo di Gino la settimana scorsa, partiamo tranquilli e fiduciosi.
Nella prima parte si segue uno sterrato, chiuso al traffico, che porta fino all’ Alpe Arami.
E’ un bel alpeggio, in ristrutturazione, sito in una conca erbosa, con vista sul Pizzo Claro, che è proprio di fronte.
La vetta del Gaggio è proprio sopra di noi, si distingue bene l’imponente croce, il versante che vediamo è ripido e roccioso, la salita avviene sul versante opposto.
Si prosegue ora su sentiero, sempre perfettamente segnalato, camminando per boschi con piante certamente secolari, interessante notare che troviamo boschi di betulla, poi di larici ed abeti ed infine di faggio, ognuno ben diviso per zone.
Si attraversano anche parecchi torrentelli, con lunghi sali-scendi e dentro e fuori per costoni e vallette.
Ci sono anche un paio di tratti leggermente esposti (assolutamente tranquilli vi assicuro), serviti di corde di sicurezza e di parapetti.
Finiscono i boschi poco prima dell’ Alpe Valsecco Q1577, ed inizia un tratto erboso che porta fino all’ Alpe Cassengo Q1624.
Siamo nella parte alta della Val Gorduno, qui inizia un tratto di 250mt di dislivello impegnativo. La capanna è ben visibile, in alto a sinistra, appoggiata su rocce.
Circa 150mt di altitudine prima della valletta che divide la Capanna dall’ Alpe Albagno inizia a tirare un vento incredibile, ci mettiamo velocemente giacca a vento, guanti e berretto.
Continuiamo la nostra salita, ma giunti a quota 1860, proprio nella conca erbosa siamo costretti a ripararci dietro delle grosse rocce, perché il vento ha una forza impressionante e senza riparo ti butta a terra (o ti trasporta via … e dal lato opposto è strapiombo).
Ci fermiamo al riparo, nascosti come per sfuggire a qualcuno, coperti come guerriglieri.
Iniziano a svolazzare mosche bianche che non fanno neppure a tempo ad appoggiarsi, spinte in ogni direzione dal vento, è neve trasportata.
La capanna è a qualche decina di metri da noi, e la finestra della camerata si affaccia proprio dal nostro lato. Il camino del rifugio fuma.
Sappiamo già che non andremo oltre, è praticamente impossibile anche muoversi, ma nessuno di noi vuol essere il primo a parlare di rinuncia.
Tra l’ altro sono solo le 10:25, 2 ore e 17 minuti dalla partenza, e abbiamo tutte le riserve per altri 400mt di dislivello.
< Capanna, vetta foto e torniamo alla capanna per pranzare ci eravamo detti … >
Dalla capanna un signore con dei lunghi baffi bianchi (che scherzosamente chiameremo Vittorio Emanuele, anche se la forma dei baffi è diversa), gesticola alla finestra, ha capito dove vogliamo (o vorremmo) andare, e senza mezzi termini ci fa capire che siamo matti e di entrare in rifugio.
Non siamo così incoscienti, e ci incamminiamo per raggiungere il riparo.
Solo per fare quelle poche decine di metri, rischiamo di cadere a terra per la forza di Eolo, devo fare un tratto a quattro zampe per non essere spostato ( e dire che peso parecchio …)
Entriamo in rifugio, ci sono già una decina di persone (e altre ne arriveranno), un gruppo ha acceso la stufa e c’è un bel calduccio.
Il gruppo parla solo tedesco, ci scambiamo qualche (poche) parole. Ci viene incontro anche il signore (Vittorio Emanuele), che invece è Ticinese e scambiamo quattro chiacchere. Lui “corre” in montagna, è salito dal lato opposto passando dalla bocchetta di Albagno, ma ci dice che appena ha scollinato ha dovuto “strisciare” lungo il sentiero per ripararsi nella capanna.
Occupiamo un tavolo libero vicino alla cucina, spogliandoci.
Nessuno di noi parla ancora di rinuncia, ma sappiamo che oggi siamo arrivati al capolinea.
Intanto fuori dalla finestra fiocca e non poco … e pensare che siamo al giorno che precede l’ inizio ufficiale dell’ estate.
Ci fermiamo quasi due ore, prima ad aspettare mezzogiorno per pranzare, poi un po’ di relax, l’ occhio sempre attento alla finestra, sperando (stupidamente) che la baraonda finisca e che qualche ora di calma ci permetta di arrivare alla cima prima di scendere.
Inutile dire che la situazione non accenna a migliorare, altri escursionisti si riparano velocemente nella capanna Albagno. Alcuni hanno paura che la funivia di Mornera possa chiudere per il vento, e dopo una breve sosta ritornano indietro.
Poco prima dell’ una, lasciamo anche noi il nostro riparo, coperti come per fare una rapina, o come fosse pieno inverno … manca solo qualche metro bianco per terra, ma l’ atmosfera è quella. Solo al S.Bernardino ho provato un vento del genere, in inverno durante una ciaspolata.
Dopo una velocissima foto ricordo davanti all’ ingresso della capanna, iniziamo una rapidissima discesa, nevica ed il vento spinge i fiocchi negli occhi ed in ogni angolo del viso dei vestiti.
Scesi però quasi all’ Alpe Cassengo, tutto torna normale, restano solo i fiocchi di neve che ora riescono a posarsi a terra.
Togliamo le giacche a vento (una vera sauna …), e ripercorriamo il sentiero a ritroso.
Dopo 1h e 45m siamo al parcheggio, piove leggermente.
Se aggiungiamo poi i passaggi tra i boschi, le cascatelle e gli alpeggi, diventa un’ escursione da ricordare.
La più importante delle annotazioni è che la capanna è un punto di partenza per diversi obiettivi, la cima Gaggio ovviamente, ma anche la Cima dell’ Uomo Q2390 e la Cima d’Erbea Q2338, oppure le attraversate verso altre capanne.
Solito piccolo riassunto:
Percorso : 10Km andata e ritorno (stesso tracciato)
Dislivello : 600mt circa assoluto
Partecipanti: giorgio59m , gimmy , roberto59 , brown , Angelo
Altre informazioni, file e cartine sul nostro sito:
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