capanna Cava m.2069


Publiziert von Alberto , 25. Februar 2010 um 11:34.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:21 Februar 2010
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Torrone Alto   CH-TI   Gruppo Cima Rossa 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1463 m
Abstieg: 400 m
Strecke: S.Anna m.725 -Pontirone m.865 -Sciresa m.1020 -Fontana m.1335 -Biborgh m.1313 -ponte di Giumela m.1221 -ponte di Cengio m.1216 -Bova m.1330 -Fontai -alpe di Sceng m.1548 -parcheggio di quota 1800 circa -alpe di Cava m.2007 -capanna Cava m.2069
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano -Chiasso -Bellinzona -Biasca -strada del Lucomagno -Malvaglia,prendere la strada interna percorrendo il paese -indicazioni val Malvaglia -val Pontirone -S.Anna [p ]
Unterkunftmöglichkeiten:capanna Cava
Kartennummer:CNS n° 266 valle Leventina

 

 

Quello che leggerete,inerente all'escursione intrapresa,spero vi dia modo (se necessario) una giusta ed equa critica. Io riporto ciò che i fatti hanno riguardato tale escursione,senza nulla nascondere. La più lunga ciaspolata che abbia mai intrapreso,un'escursione “titanica”,interminabile,quasi “eterna”. Avviso che per domenica,la capanna Cristallina è da escludere a priori,propongo la capanna Cava,dando indicazioni sui tempi che si aggirano tra le 4/5 ore basandomi sul percorso fatto nel lontano 2003. In quell'anno intrapresi a distanza di una settimana la stessa meta,la prima volta,partendo da S. Anna,dovetti rinunciare per via dell'ora tarda,la seconda volta,partendo dopo Pontirone a quota 1060,in solitaria: con gli amici del cai,avremmo passato due giorni in Cava,io sono salito prima per rendere accogliente con il calore del camino,il loro arrivo. Purtroppo,anche stavolta ho incappato in un errore (non poi così grave),nel comunicare l'ora di ritrovo: 1 ora prima sarebbe stato meglio,per alcuni aspetti. Con Giuseppe e Francesco,partiamo da S. Anna m.725 alle 7.50,dove vi è un piccolo parcheggio,poco dopo troviamo una recente sbarra che ne impedisce l'accesso,tranne ai possessori delle chiavi,a rischio e loro pericolo. Io mi rampono subito,la strada è ghiacciata è voglio evitare di trovarmi a gambe all'aria: gli amici provano,cercando di stare il più a lato possibile. Ad un lato notiamo alcune motoslitte. Poco avanti Giuseppe decide di mettere le ciaspole (meglio che niente),Francesco prosegue senza problemi ed io pure,sicuro dei miei vecchi ramponi. La strada è lunga,siamo all'ombra e nonostante la pendenza assai esigua,non accelero il passo,ben sapendo a cosa sto andando incontro. A prescindere dalla mia andatura che qualcuno trova “fastidiosa” perché lenta,questo percorso non è da prendere alla leggera e fare gli spavaldi si rischia di compromettere la riuscita della gita. Dopo 45 minuti ( sono le 8.35 )siamo a Pontirone m.865,alcuni camini fumano e il profumo di legna arsa aleggia nell'aria. Proseguiamo,dopo 1 ora e 35 ( sono le 10,10 tot.2 ore e 20) giungiamo a Fontana m.1335: da qui si scende a Biborgh m.1313 in 0,15 ( sono le 10,25 tot.2 ore e 35), ma la discesa termina al ponte di Cengio m.1216 dove perdiamo ben 119 m. quota e dove il cartello indica che ci vogliono altre 2 ore e 25 -tramite sentiero-per giungere a Cava. Francesco rimane un po sconcertato. Poco prima delle baite di Fontai,io e Francesco decidiamo di mettere le ciaspole,oramai il sole ci riscalda il volto e il percorso: la neve non è più dura ma fresca pur tenendo. Dopo un po,giungiamo all'alpe di Sceng m.1548 in ore 1,20 ( sono le 11,45 tot. 3 ore e 55) dove il bosco comincia a diradarsi,lasciando più spazio ai pascoli innevati. Lo scenario è fantastico,Francesco mi chiede dove sia ubicata la capanna: gli faccio notare alcune baite un poco più in alto,dove dietro di esse è situata la capanna. Giungiamo nel frattempo al parcheggio di quota 1800 circa, (sono le 12.43 tot . 4 ore e 50) da qui gli ameni pascoli prendono il loro spazio e offrono a noi l'immenso mantello bianco,che li ricopre. Giuseppe sparisce alla nostra vista,con la sua falcata pensavo che fosse già arrivato,invece ecco un richiamo: è Giuseppe che ci aspetta all'alpe Cava m.2007 ore 0,45 ( sono le 13,38 tot. 5 ore e 35 ). Qui il cartello da 10 minuti,he he he,magari fosse così: la capanna era in vista,ma la traccia battuta fin d'ora dalla motoslitta,magicamente si conclude,quindi...passo avanti e comincio a battere la neve,nella quale si affondava alla grande (ho notato che Giuseppe volentieri mi ha lasciato il passo he he he). Nel frattempo un rumore a scoppio interrompe il silenzio paradisiaco in cui eravamo circondati: una motoslitta disegnava profonde tracce nella candida neve. Piano piano riusciamo a giungere alla capanna Cava,alle ore 14,00 dopo ben 6 ore e 10 (compreso 15 minuti di soste lungo tutto il percorso) dove salutiamo il giovane proprietario della motoslitta. Giuseppe mi dice che non è il caso di stare troppo a lungo qui,dato che anche il ritorno è lungo e che ha un poco di paura del buio (comprensibile,ma non siamo in un fitto bosco,ma è una strada). Rispondo: ognuno di noi ha dei tempi per riprendersi (e non mi riferivo a me) quindi,quando il più debole si è ripreso e ristorato si può ripartire (dopotutto sono attrezzato in abbondanza per affrontare il buio,se fosse per me,fatta qualche foto,senza toccare cibo sono in grado di ripartire subito). Poi aggiunge che in capanna non si può accedere (come si fa a dirlo se prima non si prova?) ma io,già noto che la porta e divisa in due pezzi (appositamente studiata in caso di neve),prendo la chiave,apro la parte superiore e...oplà,eccomi all'interno e firmo il registro. Dopo essere uscito dalla capanna,mi preparo a fare uno spuntino: mangio la seconda barretta di cioccolato: non ho mangiato un gran che,ma va bene così,mi basta poco (e altre volte nulla) o solo una decina di minuti di sosta per riprendere il il ritorno. Nel frattempo,giungono in Cava,dopo essersi divertiti un poco,un gruppetto di motoslitte: ci salutiamo e uno di loro ci dice “sono arrivati i rompiscatole”! Sanno bene che il rombo di tali mezzi (e l'odore di scarico) non sono ben tollerati dagli escursionisti. Domando se sono molti i “pazzi” che affrontano questo percorso a piedi,la risposta è stata: non molti (e figurati in un giorno). Li osservo: sono ben equipaggiati,ma in particolare,sembravano una squadra. Domando agli amici,qualora fossero pronti,si poteva partire per il ritorno,ebbene alle 14,45,salutiamo e via. Tagliamo dritti su neve fresca (come si affondava!) e in parte sul percorso tracciato di fresco dai mezzi cingolati e nel giro di 25 minuti ci troviamo a quota 1800 circa dove vi è il cartello che indica parcheggio: abbiamo guadagnato un bel po di tempo,da qui a salire ci è voluto 1 ora e 15. Giungiamo a circa 1600 m. sentiamo il rumore delle motoslitte che ci raggiungono: si fermano e...ci offrono un passaggio!? Io rispondo che non è un problema se torno a piedi. Controbatte: guardate che arriverete che sarà molto buio...be,si stavano preoccupando per noi (non è da tutti). Infine dico loro: sono attrezzato,ho le torce,ma lascio la decisione ai miei amici,i quali,senza indugio accettano (VERGOGNA he he he!). Io mi devo adeguare,potevo forse lasciarli andare e dire loro di aspettarmi all'auto 4/5 ore con tutte le incertezze de ma e dei se? No,ma vi posso assicurare che stavo soffrendo per la mancata totalità di portare a termine questa “titanica “impresa. Giuseppe mi stupisce con l'accettare il passaggio,non perché avesse problemi a ritornare a piedi,figuriamoci,questo vale anche per Francesco,anche se non più giovane per sopportare certe fatiche. Ma l'anno scorso,con gli amici,dopo un'escursione alla Albertheim-hutte,siamo tornati all'albergo Thiefenbach,e noleggiato le slitte per scendere a Realp per 7 km. su strada ben più larga di quella di Pontirone,con la decisione personale di andare alla velocità che si desidera: ma Giuseppe per paura non ne volle sapere,ora è svanita in un batter d'occhio? (molto probabilmente è per arrivare a casa in un orario più consolo...a cenare he he he). Quindi,dopo essere stati avvisati del percorso con dossi e avvallamenti (di cui non capivo il perché,visto che nell'andata la strada era perfetta),su raccomandazione di Giuseppe di andare piano (più volte lo ha ripetuto),alle 15,30 si parte. Bene cari amici,la strada era un disastro,mi sembrava di essere in groppa ad un toro,salti su salti con spostamenti a sinistra e a destra. Avrei voluto intrattenere un colloquio,ma considerato che aveva un casco integrale,la velocità (credo sui 20/30 all'ora),l'aria che mi sarebbe entrata in gola e la possibilità di abbracciare un albero (si voltava già spesso per vedere se arrivavano gli altri suoi amici),ho saggiamente evitato. Facevano impressione vedere gli altri due,senza passeggeri come ci anno superato e sfrecciato via. Giunti a breve a Pontirone,attendiamo di riunirci e nel frattempo facciamo un po di conoscenza: loro si allenano in questa valle per affrontare le gare,frequentata da pochissimi escursionisti e pochi che circolano con tali mezzi,per loro è uno spasso. Infatti,nella regione Dotra,mi confermano che vi sono troppe motoslitte e anche molti escursionisti,quindi non è il caso di andare per allenarsi (questo ho capito). A uno di loro,manca ancora una gara per essere campione svizzero di motoslitta: non è da tutti i giorni incontrare un futuro campione. Gli dico che nonostante i balzi,la sella era molto morbida: mi risponde che ne risentirò il giorno dopo,anche loro (per via della velocità su strada non spianata) soffrono alla schiena nonostante le protezioni: confortante notizia! Giunti nei pressi di S. Anna,(dopo 30 minuti di viaggio) ci salutiamo,gli facciamo i nostri migliori auguri per l'ultima gara e ringraziamo del passaggio. Le gambe,per la precisione l'interno coscia,faceva sentire il dolore per essere state divaricate obbligatoriamente a cui non sono più abituate (ecco cosa comporta non fare ginnastica),per il resto sembrava tutto a posto. Poi,dal giorno dopo il dolore dei muscoli,delle braccia,gambe e schiena,mi accompagneranno per giorni. Per quanto mi riguarda,solo e unicamente se sarà necessario (spero di no,mi riferisco all'incapacità di farcela a ritornare),accetterò un'eventuale passaggio: quindi chi vorrà far ritorno con il mezzo cingolato,dovrà soltanto attendere il mio ritorno,che ci sia da aspettare 4,5 o più ore. E' sempre bene avvisare in anticipo sulle mie future intenzioni,così chi vorrà partecipare,saprà adattarsi nel migliori dei modi. Non so quanti di voi,cari amici,come vi sareste sentiti a non poter ripetere il percorso a ritroso,in modo da poter completare questa memorabile “titanica”impresa. Io personalmente non sono soddisfatto al 100%,anche se già solo l'andata non è stata una cosa da poco.      Per qualcuno potrà essere una “bazzecola”,per altri “non se ne parla neanche”: non siamo tutti uguali,ogni fisico è abituato in un certo modo ad affrontare un escursione,l'importante è non sopravvalutarsi,ma neppure sottovalutarsi,ma provare a mettersi alla prova,cercando di comprendere e ascoltare il nostro corpo “un macchina perfetta”. Un ulteriore importanza è data dalla resistenza (e non dalla forza secondo la mia esperienza) e il passo: come un pendolo di orologio,il nostro passo deve trovare quel movimento sincronizzato che,con precisione lo regola in modo tale da non metterci mai sotto sforzo,dandoci la spinta giusta senza sfiancarci.    Si ringrazia per la collaborazione fotografica: Giuseppe R. e Francesco


Tourengänger: Alberto, beppe
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (1)


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clotilde hat gesagt: Titanica
Gesendet am 25. Februar 2010 um 15:32
Hello!!!!! caspitina che ciaspolona, certo il rientro non è da Alberto, ma a volte bisogna seguire la massa, va bene cosi.
Ciao Tilde


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