capanna Cava m.2066: 2 giorni in uno scenario ammantato di bianco!
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Vista da Alberto: Questa volta il Bradipo delle Alpi ha intenzione di andare a vedere la capanna Cava che è stata restaurata nel suo interno: vi avevo organizzato anni or sono una 2 giorni.
Gianluigi,si aggrega volentieri,così si allunga anche il suo repertorio in fatto di conoscenza in strutture autogestite.
Le informazioni che ho avuto,sembrano darci la possibilità di evitarci tanta strada inutile,vista la mancanza di neve e ghiaccio data l'esposizione....chi è pratico della zona non ha bisogno di sapere altro,chi non è pratico,s'informi per sicurezza!
Così percorriamo la lunga strada della val Pontirone e a quota 1450 vediamo parcheggiato un suv con targa bergamasca (ed è la terza auto con targa italiana che vediamo in zona) e vi parcheggiamo anche noi visto che il ghiaccio da qui in poi è insidioso.
Alle ore 9,50 partiamo con una giornata favolosa anche se gelida: vediamo motoslitte,un gatto delle nevi,un paio di quod di cui uno cingolato: come si può dedurre,questa valle è battuta dai mezzi meccanici,quindi,chi vuole fare una ciaspolata da queste parti,sa che è agevolato anche se la camminata risulta abbondantemente lunga (ne so qualcosa).
A 1700 metri il manto nevoso comincia ad aumentare di spessore,ma la pista è ben battuta fin che non si decide di "tagliare" e allora....le ciaspole servono: alla bellezza delle ore 11,37 siamo alla capanna (che è chiusa dalla fine di ottobre),mentre di fronte vi è il rifugio invernale (che conoscevo come legnaia,ai tempi).
Entriamo....brrrrr....fuori un freddo polare,dentro....idem! Mha! Dando un'occhiata veloce,noto che la struttura è stata adibita a rifugio da non molto tempo,la legna non manca....speriamo che non arrivino troppi ciaspolatori che vogliono pernottare,tra coperte e letti,non si arriva ad ospitare più di 5 persone (al momento).
Va bene,si diano al via i lavori,dato che non c'è l'intenzione di salire in vetta....quindi accendiamo la stufa senza problemi e viaggia alla grande,una pentola ha dentro circa 5 cm. di spessore d'acqua ghiacciata,che renderà bene una volta sciolta.
Comincio a prendere più neve possibile mentre Gianluigi si da alla gastronomia e pian piano portando la temperatura a misura di sopravvivenza,la struttura diventa sempre più accogliente.
Le pentole sono nuove,mentre vi è solo un coperchio che va bene per quasi tutte,ma....ne servirebbero altri e in mancanza di ciò,bisogna far funzionare i neuroni: per sfruttare la stufa che ha poco spazio di piano cottura,si impilano le pentole ottimizzando bene il minimo che si ha a disposizione (un "capanat doc" ha molta inventiva he he he).
Mentre procuro neve per farne acqua,vedo un gruppo di sci alpinisti che salgono al Mottone m.2371 dal quale si gode di un bel panorama: ma noi lo vogliamo fare il giorno seguente,dopo aver preparato ciò che ci serve il giorno prima.
Pranziamo a base di ris e func: ottimo!.....e patate al forno (o quasi) con un metodo che le cuoce senza acqua bollente ne brace,evitando di bruciarle. Quando si fanno gli esperimenti e si insiste perché è il sistema giusto,si viene gratificati presto o tardi: nel nostro caso,presto!
Pennichella per il Gianela,mentre il Bradipo fa qualche foto in zona mentre l'ombra attanaglia la capanna (suggerisco di salire quassù verso febbraio/marzo che le giornate sono lunghe....) oltre al freddo.
Vien l'ora del tramonto che dalla sella è difficile da vedere e il vento ci stimola a far ritorno al rifugio,caldo e accogliente.
A cena polenta con pesteda e fagiolini con cipolle: spettacolo!!!!!!
Parte di essa la faremo arrostire il giorno dopo oltre ai raviolini al burro e salvia. Poi alle 22,00 si va a nanna....alle 2,00 il cielo è stellato e alle 5,00 il vento è impetuoso....alle 5,45 decido di dare una fiammata alla stufa dato che la temperatura è calata alla grande. Verso le 6,00 si comincia a stare bene e si ritorna a letto,poi vedo la luce che segnala l'alba e sono le 7,30: guardo fuori....nevica,tira aria e le nuvole sono basse....mha! Sicuramente andare in vetta con un tempo del genere,non è da intelligenti (qualcuno molto probabilmente vi salirebbe ugualmente....ma non da solo,giusto per "quantificare" un po di dislivello....) però,c'è chi considera di poco valore la vita e azzarda!
Si fanno le giuste considerazioni inerenti al caso: visto che nevica e con l'auto dobbiamo risalire di 110 metri la strada dal ponte di Sceng è più conveniente fare colazione e scendere o stare qui,pranzare per poi ripartire con i vari rischi che possono subentrare?
Concordiamo che il buon senso ha sempre prevaricato nelle persone intelligenti che vogliono evitare esperienze negative che portano al nulla,quindi,dopo la colazione,aver riordinato e pulito,alle 9,15 si riprende il cammino sotto una fitta nevicata divertendoci a pestare neve soffice evitando la battuta dei mezzi meccanici e alle 10,30 siamo all'auto.
Con un po di adrenalina e speranza,ecco che riusciamo a risalire quei 110 m. di strada abbastanza impegnativa,poi è tutta discesa,sempre con cautela perché la neve è caduta anche in basso.
Ringrazio Gianluigi,per l'impegno in cucina e per avere fiducia nelle "mete" che propongo,sperando di essere in grado di trovarne sempre di gradimento.
Ciao a tutti e alla prossima!
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