Rifugio Bernasca: una 2 giorni dove ho visto ciò che nessuno vorrebbe mai vedere e affrontare


Publiziert von Alberto , 29. August 2017 um 14:02.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 5 August 2017
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:30
Aufstieg: 1055 m
Abstieg: 155 m
Strecke:Ronco m.1184 (segnaletica al bivio stradale che da 3 ore e 40 al passo Vicima) - Vicima m.1505 - a quota 1630 circa, ci si innesta sulla nuova strada (parte da poco sotto e giunge alla baita a quota 2050 - casera di Vicima m.1763 - baita a quota 1931 dove parte il sentiero per il Pizzo m.2296 (croce di vetta visibile) - baita a quota 2050 - passo Vicima m.2234 - lago Bernasca m. 2134 - rifugio Bernasca m.2094
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano - S.S. 36 dello Spluga - Lecco - Colico - Morbegno - uscita per Tartano - Campo Tartano - Ronco: proseguire sulla strada principale per poi svoltare a sinistra dove una strada nuova,conduce al grande parcheggio sopra le case di Ronco [p ]
Unterkunftmöglichkeiten:rifugio Bernasca,sempre aperto...per ora!
Kartennummer:Kompass Parco Orobie Valtellinesi

Le previsioni danno bello per sabato e temporali al primo pomeriggio di domenica: non è un problema,vorrà dire che partirò presto per evitare il maltempo. Alle ore 7,45 mi incammino lungo la mulattiera,ben si nota che il terreno è secco,i piccoli torrentelli nonostante rilascino acqua,sono molto ridotti e nonostante il percorso sia abbastanza all'ombra,la temperatura è decisamente oltre la norma del periodo. Alla fine del sentiero a quota 1630 circa,sbuco sulla stradetta che collega gli alpeggi in quota,fin qui sono 3 km. poi procedo fino alla fine della strada sterrata dove prendo a seguire il sentiero che giunge al passo Vicima m.2234 che raggiungo alle ore 10,45 dopo km. 6,380: da qui prendo a scendere con il belvedere sul lago Bernasca e il lontano rifugio omonimo. Purtroppo le nuvole fanno da cappello alle cime retiche,dai Corni Bruciati fino al monte Combolo con tanto di foschia in valle: giungo al rifugio alle ore 11,12 dopo aver percorso km. 7,310 e un disl. di 1050 m. in salita e 155 in discesa. Il rifugio non è occupato da nessuno,preparo per il pranzo e noto che la temperatura esterna all'ombra della veranda panoramica è di 23° gradi,dentro al piano superiore dove vi è la camerata,vi sono 19 gradi,mentre si sta decisamente bene al piano terra che è più fresco: penso proprio che dormirò nella cameretta da 4 posti,considerando che una fiammatina alla sera bisogna darla. Nel pomeriggio salgono 2 con i trial,poi più tardi,dopo cena giunge un giovane di Fusine salito per controllare le sue capre e si fermerà anche lui per la notte: il giorno seguente ha intenzione di sistemare un tratto di sentiero se la meteo lo permette e andare alla ricerca delle capre per controllarne la loro salute. La notte è serena e la stellata stupenda pare in contrasto sulle funeste previsioni del giorno dopo: chiaccherando si son fatte le 24,45,ora è meglio andare a dormire (se si riesce) in modo tale che per le 8,00 possa mettermi in cammino per il rientro. Alle 7,00 è bello e mi preparo per la colazione,si alza anche il giovane e riprendiamo a chiaccherare mentre il cielo pare cambiare,coprendosi con qualche nube,quindi alle 8,45 parto quando oramai le nubi sono di un grigio cupo e un primo tuono si fa timidamente sentire: metto la mantella e procedo verso il passo,al secondo tuono comincia a scendere qualche goccia e rifletto se sia sensato insistere,al terzo tuono decido di rientrare al rifugio e passando per il lago ben si notavano le gocce che ne movimentavano le sue verdi acque e giungo al rifugio prima che il maltempo inveisse con tutta la sua potenza. Non passano 5 minuti che si scatena l'inimmaginabile: il torrente che forma l'acqua del lago s'ingrossa spropositatamente ed è marrone,la grandine che picchia sul tetto in lamiera fa un baccano incredibile e l'acqua che scende a dirotto dal tetto pare formare una larga cascata. Immagini che fanno riflettere sul fatto di quanto sia importante saper valutare bene cosa è meglio fare evitando di sfidare le forze della natura. Non mi sono pentito,questo è certo come è certo che ho evitato di causarmi del male molto probabilmente scivolando sui sassi bagnati o rischiando di beccarmi un fulmine...oltre a fare una pessima figuraccia da idiota visto che vi è la possibilità di un comodo riparo. Sicuramente se partivo alle 6,00 non avrei preso nemmeno una goccia,ma mai pensavo che il temporale sopraggiungesse di mattino presto,infatti anche il giovane mi dice che le previsioni davano temporali ma intorno a mezzogiorno. Passato il 1° temporale ritorna la tranquillità,fuori si schiarisce di poco ma non sufficientemente da incoraggiare il ripartire,infatti si rimette a tuonare e a piovere come non mai e abbastanza a lungo fino a quando le 11,30 segnano che sarebbe opportuno preparare il pranzo. Preparo la pasta per due e alle 12,30 pranziamo mentre fuori qualche raggio di sole fa capolino: chissà,forse non sarò costretto a trascorrere un'altra nottata quassù. Finito di mangiare esco e do una controllata: il tempo pare decisamente migliorare,anche verso le retiche è bello e il sole risplende,quindi è meglio mettersi in cammino. Volevo lavare pentole e piatti ma si offre il giovane,ringrazio e ci salutiamo augurandoci vicendevolmente una discesa senza pioggia. Parto alle ore 13,30 calcolando almeno 3 ore,in teoria alle 16,30 potrei essere all'auto: giunto al passo mi volto e vedo che il tempo regge,cominci a scendere sui sassi che oramai sono asciutti e giunto in prossimità dell'alpe a quota 2050,dovevo prestare attenzione al campo "minato" che le vacche avevano infestato con la loro po-po e pipì,quindi nel modo più assoluto si doveva evitare di scivolarvi sopra,rendendosi abili nell'evitare lo scivolamento con rischio di caduta con conseguenze da ricordo indelebile che si avrebbe dovuto portare anche durante il viaggio in auto (e la cosa,se ci si pensa bene sarebbe stata grave). Scampato questo pericolo noto che ne sta giungendo un altro: nella zona della Valmalenco le nubi pare si oscurassero,annerendosi man mano che passava il tempo,voltandomi verso il passo il cielo era scomparso ma le nubi bianche non destavano maltempo imminente. Il preoccupante maltempo stava sopraggiungendo dalle retiche e sarebbe stato il 3° temporale della giornata ma questo,pareva essere ancor peggio dei 2 precedenti: posso assicurarvi che ciò che vedevo sopraggiungere verso di me avrebbe fatto paura a qualsiasi escursionista,anche il più spavaldo,il quale avrebbe dovuto prendere con un minimo di buon senso,il decidere dove fermarsi avendo a disposizione varie baite lungo il tragitto. Forti raffiche di vento ne annunciano il suo arrivo,le nubi minacciose rilasciano il rimbombo di tuoni ancora lontani ma sono convinto che arriverà anche qui: metto la mantella a causa di qualche goccia portata dal vento e procedo superando il nuovo alpeggio,decidendo di raggiungere l'ultimo eventuale riparo dopo aver ripreso la mulattiera...i tuoni si fanno vicini...sempre più forti...si alza un forte vento che pare portare nebbia...non è nebbia...alle ore 14,50 sono alle baite ed entro appena in tempo in una di queste per vedere arrivare una sorta di alleanza tra le potenze della natura. La nebbia era una notevole massa d'acqua spinta da un vento di eccezionale forza che mi avrebbe bagnato da capo a piedi,anche con la mantella e nel breve giro di qualche secondo,la grandine che si abbatte con forza,tuoni potenti che fanno riflettere sui se,i ma e però,ma di quel che sono sicuro e l'aver capito ancora una volta di saper ponderare bene sulle scelte senza mai giungere al limite ma sapere evitarne,fermandomi prima.

Lo sgocciolamento che avviene all'interno di queste antiche strutture,scandisce il tempo...tic - tic - tic e nel mentre penso al tempo,paragonabile alla meteorologia che fa bello e brutto - al tempo che l'orologio ne scandisce con le sue lancette (o al quarzo) - al tempo che ci vuole per fare ciò che serve a noi - al tempo della vita e della morte: già,noi TUTTI,abbiamo avuto un tempo per nascere,dove da neonati ci veniva messo il pannolino perché impossibilitati nel fare in nostri bisogni autonomamente,periodo in cui le cure amorevoli dei nostri genitori ci facevano sentire sicuri. Poi il tempo trascorre e fa sì che ci ritroviamo ad indossare nuovamente il pannolino ma con la difficoltà maggiore nel riuscire a trovare amorevoli cure,attendendo l'ultimo tempo che è quello che ci porterà via da una vita di gioie e sofferenze a cui nessuno ne ha il potere di fermarlo o evitarlo: credo che sia una realtà da accettare,anche se non la si vuole ammettere!

Pare che la calma stia per tornare e alle 15,15 mi rimetto in cammino sotto le gocce che cadono abbondanti dagli alberi di cui ne sono intrisi: nel vedere il sentiero capisco bene che questo maltempo deve aver causato danni e disastri (infatti,oltre a ciò che ho visto di persona,anche ai telegiornali ne han parlato...e i morti in montagna non sono mancati),ben si vedeva la traccia scavata dall'immensa forza dell'acqua attraverso l'abbondante spessore di 10 cm. di foglie. Ho calcolato ancora 1 oretta di discesa e spero che questo maltempo abbia cessato,ma dopo 20 minuti di cammino,ecco il ricominciare di tuoni lontani che pian piano si avvicinavano fino a passare sopra la zona da me percorsa,cominciando a scaricare acqua che rendeva un torrente anche il sentiero,rendendolo infido nei tratti dove vi sono scalini in roccia,quindi presto attenzione e pian piano ecco che anche il 4° temporale passa e giungo al parcheggio alle 16,05 con il tempo in via di miglioramento: il sole fa capolino,le cime si rivedono irradiate dai raggi che trapassano le nubi e il sottoscritto ben inzuppato dai piedi al fondo schiena che ha evitato il peggio. Percorrendo la strada che scende nel fondo valle,ho visto l'inimmaginabile e ho capito quanto ho fatto bene ad evitare di insistere sul procedere con la meteo avversa. Se ho agito con saggezza (cosa che penso di aver saputo adoperare) o con stupidità (cosa che penso di aver saputo evitare) posso dare solo un mio parere,poi chi leggerà questo racconto (se noioso non leggetelo) ne tragga i suoi personali giudizi e si ponga questa semplice domanda: come avrei agito?

 

Alla prossima!


Tourengänger: Alberto
Communities: Hikr in italiano


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