Vacanza all'alpe Veglia 1° giorno-Ghiacciaio d'Aurona
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Barbie La prima "quattro giorni" dell'estate ci vede impegnati lungo i sentieri dell'Alpe Veglia. Sito isolato e primitivo, riavvicina ad un'idea di natura semplice e poco manipolata, dove l'uomo è spettatore o attore discreto di attività che le appartengono da anni. Dopo l'arrivo in piana, lo sguardo passa dal Leone al vicino ghiacciaio d'Aurona. Ed è proprio lì che dirigeremo i nostri passi per la prima escursione. La zona per noi è nuova. E' bello scoprire di avere posti nuovi da esplorare anche in luoghi frequentati più volte. L'ultimo ricordo va ai colori autunnali del Pian du Scricc e alla distesa di sabbia candida e fine del Lago Bianco in secca.
Gli animati pascoli di Aurona vedono scorazzare un gregge di pecore e agnelli con pastore e cane al seguito. Poco più avanti ma già nascosto alla vista del gregge, un agnellino ci osserva arrivare. Avanza e poi indietreggia, emettendo timidi richiami che non hanno risposta. Perdersi così vicino a "casa"...o forse essere stato abbandonato per motivi a noi sconosciuti. Dai, che magari tutto finisce per il meglio...Intorno le fioriture spontanee sono rigogliose e ondeggiano armoniosamente al vento, che ci accompagnerà instancabile anche per i prossimi giorni. Assaggiamo i primi mirtilli, le tracce inevitabili sulle mani. Poi un pendio più ripido, e girato l'angolo il paesaggio lascia la dolcezza riposante del verde intenso e il movimento a onde per assumere i tratti aspri e aridi di ciò che resta del ghiacciaio: entro maestosi confini morenici si fanno strada le acque del rio Aurona, prima timide, ma già promettenti in forza e vitalità, poi sempre più tortuose e scroscianti lungo il nostro percorso di rientro. La conca morenica è affascinante, in mezzo alle pietre la vita ha comunque il sopravvento, la caratteristica dell'adattamento la fa da padrona. Le esigenze sono ai minimi termini eppure la bellezza mantiene l'apice anche in forme così ridotte. E poi la bellezza nei bagliori e nei colori stratificati dei minerali, gemme nella loro veste grezza che si svelano solo ad occhi attenti, e per questo ancora più preziose. Lo scorrere dell'acqua carica l'aria di energia, le creste moreniche rocciose si addolciscono alla sommità di un pallido verde, antenato in sequenza del verde carico dei pascoli attraversati. I gorgoglii accompagnano la mia attesa. A monte, lo sguardo si arrende al grigio della roccia, piccoli nevai diventano rassicuranti punti cardinali ma l'oggetto è presto perso alla vista. Riapparirà come per magia là dove era scomparso, portando con sè racconti di ostacoli aggirati e passaggi non trovati e, finalmente, anche la voglia di fermarsi un poco a riposare...quel tanto che basta.
Giorno 1...Stamattina mi è mancata la telefonata di rito per informarti circa il percorso , facendoti ascoltare il mio respiro affannoso lungo la salita e i campanacci delle mucche... Mi illudo che oggi possa godere anche tu di tutta questa meraviglia...
Max64 Lasciamo l'auto al parcheggio di Ponte Campo e con i pesanti zaini risaliamo sulla carrareccia che porta all'alpe Veglia.Arriviamo all'albergo Lepontino,dove soggiorneremo,preso possesso della camera,ci alleggeriamo e partiamo in direzione del ghiacciaio d'Aurona.Risaliamo i dolci pendii fino alla vecchia morena dove Barbara si ferma.Proseguo,arrivo sul ghiacciaio,tra sfasciumi misto a fango,i bolli spariscono e anche gli ometti.A sx c'è un ripido canalino di ghiaccio,a dx di una cascatella un ipotetico percorso vicino al fianco della montagna,dove sembra tutto possa franare da un momento all'altro.Decido di fermarmi e ritorno da Barbara che è meglio.Dopo una lunga sosta ritorniamo all'albergo sul sentiero che costeggia a dx il rio d'Aurona,in un ambiente di pura bellezza .
Gli animati pascoli di Aurona vedono scorazzare un gregge di pecore e agnelli con pastore e cane al seguito. Poco più avanti ma già nascosto alla vista del gregge, un agnellino ci osserva arrivare. Avanza e poi indietreggia, emettendo timidi richiami che non hanno risposta. Perdersi così vicino a "casa"...o forse essere stato abbandonato per motivi a noi sconosciuti. Dai, che magari tutto finisce per il meglio...Intorno le fioriture spontanee sono rigogliose e ondeggiano armoniosamente al vento, che ci accompagnerà instancabile anche per i prossimi giorni. Assaggiamo i primi mirtilli, le tracce inevitabili sulle mani. Poi un pendio più ripido, e girato l'angolo il paesaggio lascia la dolcezza riposante del verde intenso e il movimento a onde per assumere i tratti aspri e aridi di ciò che resta del ghiacciaio: entro maestosi confini morenici si fanno strada le acque del rio Aurona, prima timide, ma già promettenti in forza e vitalità, poi sempre più tortuose e scroscianti lungo il nostro percorso di rientro. La conca morenica è affascinante, in mezzo alle pietre la vita ha comunque il sopravvento, la caratteristica dell'adattamento la fa da padrona. Le esigenze sono ai minimi termini eppure la bellezza mantiene l'apice anche in forme così ridotte. E poi la bellezza nei bagliori e nei colori stratificati dei minerali, gemme nella loro veste grezza che si svelano solo ad occhi attenti, e per questo ancora più preziose. Lo scorrere dell'acqua carica l'aria di energia, le creste moreniche rocciose si addolciscono alla sommità di un pallido verde, antenato in sequenza del verde carico dei pascoli attraversati. I gorgoglii accompagnano la mia attesa. A monte, lo sguardo si arrende al grigio della roccia, piccoli nevai diventano rassicuranti punti cardinali ma l'oggetto è presto perso alla vista. Riapparirà come per magia là dove era scomparso, portando con sè racconti di ostacoli aggirati e passaggi non trovati e, finalmente, anche la voglia di fermarsi un poco a riposare...quel tanto che basta.
Giorno 1...Stamattina mi è mancata la telefonata di rito per informarti circa il percorso , facendoti ascoltare il mio respiro affannoso lungo la salita e i campanacci delle mucche... Mi illudo che oggi possa godere anche tu di tutta questa meraviglia...
Max64 Lasciamo l'auto al parcheggio di Ponte Campo e con i pesanti zaini risaliamo sulla carrareccia che porta all'alpe Veglia.Arriviamo all'albergo Lepontino,dove soggiorneremo,preso possesso della camera,ci alleggeriamo e partiamo in direzione del ghiacciaio d'Aurona.Risaliamo i dolci pendii fino alla vecchia morena dove Barbara si ferma.Proseguo,arrivo sul ghiacciaio,tra sfasciumi misto a fango,i bolli spariscono e anche gli ometti.A sx c'è un ripido canalino di ghiaccio,a dx di una cascatella un ipotetico percorso vicino al fianco della montagna,dove sembra tutto possa franare da un momento all'altro.Decido di fermarmi e ritorno da Barbara che è meglio.Dopo una lunga sosta ritorniamo all'albergo sul sentiero che costeggia a dx il rio d'Aurona,in un ambiente di pura bellezza .
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