Corna Mara m.2807: un giro ad anello con salita piuttosto impegnativa
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Per questa giornata propongo un' ascesa alla Crona Mara m.2807 che conosco ma,mai risalita dalla lunga cresta sud ovest che sicuramente rimpiangerò data la notevole scarsità nel destreggiarmi su percorsi da capre e con numerosi salti tra una pietra e l'altra.
Alla pasticceria di Morbegno ecco l'incontro con Fabrizio e Fiorella che non si vedono da mesi: hanno intenzione di andare alla Mambretti,noi diciamo la nostra eventuale meta ma preferiscono le Orobie,sarà per un altra occasione.
Partiamo ad un orario molto elastico: le 9,00...sarebbe salutare essere già in cammino da un oretta viste le temperature del periodo,però,finché reggo,poi nel caso eviterò partenze tardive per normali motivi che qualsiasi alpinista conosce bene.
Ovviamente la partenza in quota offre il privilegio di assaporare quella frescura che manca da tempo,ma dura poco appena uscito dal bosco le cose cambiano: purtroppo la segnaletica non è ben chiara per coloro che si avventurano per la prima volta da queste parti,in effetti si potrebbe rendere più agevole l'individuazione del tracciato da percorrere,magari con paletti di legno che superino l'altezza dell'erba in crescita.
Nel mio caso,conoscendo bene la zona non ho problemi nel percorrere le scorciatoie che ne abbreviano la salita: giunti al bivio nei pressi del rifugio dove il cartello ne segnala l'evidente salita impegnativa,cominciamo a incamminarci per raggiungere la dorsale di cresta: il tracciato è dispersivo all'inizio,poi,poco a monte della struttura rimessa a posto sita alla piana dei cavalli,si percorre l'evidente sentiero che adduce all'ometto di quota 2450.
Da questo punto si giunge ad una conca dove vi troviamo ancora della neve,si scende di poco per poi risalire con le ginocchia alla bocca l'evidente pendio erboso,cercando di non perdere di vista la segnaletica a vernice: giunti a quota 2700 circa,un sentierino prende a tagliare con un traverso poco sotto la cresta,il fianco della montagna fino a superare una zona di massi per poi pervenire,con una breve risalita,alla croce di vetta che raggiungiamo alle ore 12,17 dopo disl.+985 - km. 4,900 popolata dalle capre inselvatichite,le quali vi stazionano e la usano come cesso personale.
Ad ogni modo il panorama che offre sul versante della val di Togno e della Valmalenco con le principali cime che ne coronano l'ambiente è spettacolare: poco dopo ecco 2 donne che han tutta l'aria di essere delle super woman (mi dicono che vanno in montagna tutto l'anno,l'importante è non restare a casa...).
Mi chiedono se è possibile scendere da un altra parte dato che loro non conoscono ben questa zona (una è di Bormio e l'altra di Lecco) e già han sbagliato nella risalita appena partite dal parcheggio: non potevano trovare di meglio e spiego loro dove scendere e il giro che possono fare.
Poco dopo ecco salire un altra che subito chiede in italiano con accento straniero,se era possibile scendere da altra parte (dice di essere cecoslovacca: se più ceca o slovacca non saprei visto che la ex repubblica si è divisa in 2) e spiego anche a lei che attende il suo compagno attrezzato di macchina fotografica professionale,gps dove ha scaricato la traccia ma che non completa del giro.
In cima si sta bene a causa del "cappello" che evita il passare dei raggi solari,in modo da rendere fresca la permanenza senza ustionarsi,mentre lo sguardo verso le Orobie,ben si nota la massa di nuvole che insorgono,quasi un classico,mentre verso il Bernina e Scalino lo spettacolo è grandioso.
Bene,prendiamo a scendere l'altra cresta che rende un meno difficoltoso il cammino,poi su prati si perviene alla bocchetta dalla quale parte il sentiero che percorreremo in parte perché vorrei evitare di allargare troppo il giro: scendiamo quasi in verticale i pendii erbosi in direzione della strada che sale alla bocchetta di Mara,dalla carta esposta al parcheggio sembra esistere,ma non l'ho trovato.
Ad ogni modo si scende,mentre la cecoslovacca pare lamentare tale percorso (perché io no?),ma se proprio non lo si gradisce,basta proseguire su quello più evidente,nessun problema,mica bisogna seguirmi per forza: giunti sulla strada noi prendiamo a tagliare per prati verso il passo ammirando prati di genziane di cui,cosa assai rara,la fortuna di vedere la genziana albina di cui ne scatto la prova,mentre la coppia prosegue sulla strada.
Magari lui aveva piacere di mettere finalmente su internet una traccia gps più fedele possibile seguendone il tracciato,se ciò non è accaduto,pazienza,sarà per un altra occasione.
Infatti,coloro che fanno affidamento su tracce gps senza consultare le carte,può capitare (e non è una cosa rara) di seguire tracce sbagliate e prenderlo in quel posto come è già capitato ad alcune mie conoscenze.
Il mio consiglio,liberi di accettarlo,è di usare la propria testa (sempre che funzioni),leggere le cartine (sempre se ne siete capaci) e nel caso,sperando che le cartine siano il più fedeli alla realtà...poi ci vuole esperienza e il capire cosa si sta facendo: non basta avere fiato e gambe,ci vuole il buon senso (una rarità) e intelligenza per evitare gravi problemi alla propria persona oltre a chi vi è appresso.
Dopo una bella sosta al piccolo laghetto situato poco sotto la bocchetta,riprendiamo a scendere verso l'alpeggio dove le informazioni pervenute sono molto interessanti: qui fanno il Bitto a partire da luglio (non è il Bitto che fanno in val Gerola,ovvio,perché ogni zona ha erbe e fiori diversi oltre al clima per la stagionatura,ma la lavorazione standard non può essere troppo diversa),casera,formaggio semigrasso,burro,ricotta.
Sono di Colorina ma l'azienda agricola è a Berbenno e da questo autunno vogliono partire con il caseificio,quindi si potrà acquistare i loro prodotti anche in valle senza aspettare il periodo che salgono agli alpeggi (anche se è il periodo migliore per ottenere produzioni di sapore e qualità veramente eccellenti).
Per finire in bellezza,evitando code sulla statale si decide di andare a cenare all'agriturismo sito in Berbenno,un locale del 1700 dove la cucina propone piatti di qualità che possono saziare i palati più raffinati e golosi,per poi riprendere il viaggio soddisfatti per la bella giornata conclusasi più che bene...eccetto per il sottoscritto che dopo la galleria del Barro si è trovato ad andare a passo d'uomo e costretto ad uscire per Erba/Merone dove in breve riesco a rimettermi nella S.S. 36 nel tratto a 3 corsie per scorrere bene fino a casa.
Alla prossima!
Alla pasticceria di Morbegno ecco l'incontro con Fabrizio e Fiorella che non si vedono da mesi: hanno intenzione di andare alla Mambretti,noi diciamo la nostra eventuale meta ma preferiscono le Orobie,sarà per un altra occasione.
Partiamo ad un orario molto elastico: le 9,00...sarebbe salutare essere già in cammino da un oretta viste le temperature del periodo,però,finché reggo,poi nel caso eviterò partenze tardive per normali motivi che qualsiasi alpinista conosce bene.
Ovviamente la partenza in quota offre il privilegio di assaporare quella frescura che manca da tempo,ma dura poco appena uscito dal bosco le cose cambiano: purtroppo la segnaletica non è ben chiara per coloro che si avventurano per la prima volta da queste parti,in effetti si potrebbe rendere più agevole l'individuazione del tracciato da percorrere,magari con paletti di legno che superino l'altezza dell'erba in crescita.
Nel mio caso,conoscendo bene la zona non ho problemi nel percorrere le scorciatoie che ne abbreviano la salita: giunti al bivio nei pressi del rifugio dove il cartello ne segnala l'evidente salita impegnativa,cominciamo a incamminarci per raggiungere la dorsale di cresta: il tracciato è dispersivo all'inizio,poi,poco a monte della struttura rimessa a posto sita alla piana dei cavalli,si percorre l'evidente sentiero che adduce all'ometto di quota 2450.
Da questo punto si giunge ad una conca dove vi troviamo ancora della neve,si scende di poco per poi risalire con le ginocchia alla bocca l'evidente pendio erboso,cercando di non perdere di vista la segnaletica a vernice: giunti a quota 2700 circa,un sentierino prende a tagliare con un traverso poco sotto la cresta,il fianco della montagna fino a superare una zona di massi per poi pervenire,con una breve risalita,alla croce di vetta che raggiungiamo alle ore 12,17 dopo disl.+985 - km. 4,900 popolata dalle capre inselvatichite,le quali vi stazionano e la usano come cesso personale.
Ad ogni modo il panorama che offre sul versante della val di Togno e della Valmalenco con le principali cime che ne coronano l'ambiente è spettacolare: poco dopo ecco 2 donne che han tutta l'aria di essere delle super woman (mi dicono che vanno in montagna tutto l'anno,l'importante è non restare a casa...).
Mi chiedono se è possibile scendere da un altra parte dato che loro non conoscono ben questa zona (una è di Bormio e l'altra di Lecco) e già han sbagliato nella risalita appena partite dal parcheggio: non potevano trovare di meglio e spiego loro dove scendere e il giro che possono fare.
Poco dopo ecco salire un altra che subito chiede in italiano con accento straniero,se era possibile scendere da altra parte (dice di essere cecoslovacca: se più ceca o slovacca non saprei visto che la ex repubblica si è divisa in 2) e spiego anche a lei che attende il suo compagno attrezzato di macchina fotografica professionale,gps dove ha scaricato la traccia ma che non completa del giro.
In cima si sta bene a causa del "cappello" che evita il passare dei raggi solari,in modo da rendere fresca la permanenza senza ustionarsi,mentre lo sguardo verso le Orobie,ben si nota la massa di nuvole che insorgono,quasi un classico,mentre verso il Bernina e Scalino lo spettacolo è grandioso.
Bene,prendiamo a scendere l'altra cresta che rende un meno difficoltoso il cammino,poi su prati si perviene alla bocchetta dalla quale parte il sentiero che percorreremo in parte perché vorrei evitare di allargare troppo il giro: scendiamo quasi in verticale i pendii erbosi in direzione della strada che sale alla bocchetta di Mara,dalla carta esposta al parcheggio sembra esistere,ma non l'ho trovato.
Ad ogni modo si scende,mentre la cecoslovacca pare lamentare tale percorso (perché io no?),ma se proprio non lo si gradisce,basta proseguire su quello più evidente,nessun problema,mica bisogna seguirmi per forza: giunti sulla strada noi prendiamo a tagliare per prati verso il passo ammirando prati di genziane di cui,cosa assai rara,la fortuna di vedere la genziana albina di cui ne scatto la prova,mentre la coppia prosegue sulla strada.
Magari lui aveva piacere di mettere finalmente su internet una traccia gps più fedele possibile seguendone il tracciato,se ciò non è accaduto,pazienza,sarà per un altra occasione.
Infatti,coloro che fanno affidamento su tracce gps senza consultare le carte,può capitare (e non è una cosa rara) di seguire tracce sbagliate e prenderlo in quel posto come è già capitato ad alcune mie conoscenze.
Il mio consiglio,liberi di accettarlo,è di usare la propria testa (sempre che funzioni),leggere le cartine (sempre se ne siete capaci) e nel caso,sperando che le cartine siano il più fedeli alla realtà...poi ci vuole esperienza e il capire cosa si sta facendo: non basta avere fiato e gambe,ci vuole il buon senso (una rarità) e intelligenza per evitare gravi problemi alla propria persona oltre a chi vi è appresso.
Dopo una bella sosta al piccolo laghetto situato poco sotto la bocchetta,riprendiamo a scendere verso l'alpeggio dove le informazioni pervenute sono molto interessanti: qui fanno il Bitto a partire da luglio (non è il Bitto che fanno in val Gerola,ovvio,perché ogni zona ha erbe e fiori diversi oltre al clima per la stagionatura,ma la lavorazione standard non può essere troppo diversa),casera,formaggio semigrasso,burro,ricotta.
Sono di Colorina ma l'azienda agricola è a Berbenno e da questo autunno vogliono partire con il caseificio,quindi si potrà acquistare i loro prodotti anche in valle senza aspettare il periodo che salgono agli alpeggi (anche se è il periodo migliore per ottenere produzioni di sapore e qualità veramente eccellenti).
Per finire in bellezza,evitando code sulla statale si decide di andare a cenare all'agriturismo sito in Berbenno,un locale del 1700 dove la cucina propone piatti di qualità che possono saziare i palati più raffinati e golosi,per poi riprendere il viaggio soddisfatti per la bella giornata conclusasi più che bene...eccetto per il sottoscritto che dopo la galleria del Barro si è trovato ad andare a passo d'uomo e costretto ad uscire per Erba/Merone dove in breve riesco a rimettermi nella S.S. 36 nel tratto a 3 corsie per scorrere bene fino a casa.
Alla prossima!
Tourengänger:
Alberto
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