Monte Turi e Monte Crotta da Pian degli Elbi - Ossola


Publiziert von atal , 17. Mai 2016 um 23:53.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:15 Mai 2016
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1800 m
Abstieg: 1800 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Superstrada del Sempione, uscita Anzola. Si attraversa Anzola e si giunge a Megolo di Mezzo. Giunti al cospetto della chiesa di San Lorenzo, si prende la stradina sulla sinistra seguendo le indicazioni per il monumento ai partigiani (via Battaglia di Megolo). Parcheggio nei pressi del monumento in località Cortavolo (Caslet)

Guardando il Monte Turi durante un recente giro sopra Colloro, avevo notato un pendio ad imbuto rivolto a Nord, sopra la zona boscosa dove immaginavo si trovassero i ruderi di Pian degli Elbi (sulla destra in questa foto). Guardando poi una fotografia aerea del 1946 sul sito di Swisstopo, avevo visto che l'alpeggio di Pian degli Elbi, oggi imboscato, era in ambiente aperto, segno che a quell'epoca probabilmente era ancora utilizzato. Nella stessa immagine si può anche notare un sentiero, non riportato sulla carta svizzera, che sale a tornanti proprio verso quella specie di imbuto che aveva attirato la mia attenzione...

In sintesi quello che faremo è salire al Monte Turi da Pian degli Elbi, cercando il sentiero visto nella vecchia foto, percorrere la cresta da Nord a Sud, fino alla cima del Monte Crotta, affacciato sulla Valle Strona, e ritornare al punto di partenza passando sul fianco della Valle dell'Arsa.

Note
Percorso molto bello e vario, consigliabile a chi è abituato a muoversi in ambienti selvaggi. Essenziale sapersi orientare con una carta topografica. In particolare, se al ritorno non si trova il sentiero che attraversa il vallone dell'Alpe Rosso, può essere molto difficile trovare il modo di uscire dalla Valle dell'Arsa...

Andata
Con Ferruccio parto dal parcheggio nei pressi del monumento ai partigiani di Cortavolo (Caslet CNS), raggiungibile seguendo una strada asfaltata che sale da Megolo di Mezzo. Prendiamo il sentiero che traversa in piano verso Est (indicazione per Megolo di Mezzo). Superato un primo canale, in corrispondenza ad un rudere, abbandoniamo il sentiero per risalire il versante sulla destra (N), seguendo le indicazioni che si trovano sull'ottimo sito itinerAlp a questa pagina.
Il percorso, segnalato da tagli, alterna tratti più evidenti ad altri in cui si muove ad intuito ma non presenta difficoltà particolari. Arriviamo così a Loraccio (1009 m; 1:30), cospicuo nucleo di baite ancora in discrete condizioni, collocato in quello che oggi appare come un fiabesco giardino di felci. Curiosando all'interno delle baite, facciamo la scoperta di grandi cesti senza fondo, mai visti prima, fatti di rami intrecciati. Al termine della giornata verremo a sapere, da un escursionista della zona incontrato al parcheggio, che si tratta di box per capretti...

Proseguiamo, sempre seguendo le indicazioni presenti sul sito citato e, dopo un tratto con diverse piante cadute, arriviamo a Pian degli Elbi (1197 m; 30' da Loraccio, 2 ore totali).

Se a Loraccio il tempo sembra essersi fermato, a Pian degli Elbi l'illusione è sostituita dalla consapevolezza di un altro tempo, quello che tutto trasforma...
Si ode la presenza delle capre poco lontano, ma noi non le vediamo e il loro richiamo riporta la mente ai pascoli in bianco e nero, visti dall'alto nella foto di 70 anni fa.

Sopra l'alpeggio saliamo in diagonale verso sinistra (E) e presto troviamo anche dei tagli. Siamo sul sentiero del '46. Risaliamo la dorsale che separa due canali, le cui testate si trovano entrambe nell'imbuto visto dalla zona di Colloro, traversiamo verso destra e, con un ultimo strappo, guadagniamo un intaglio della cresta affacciato sulla Valle dell'Arsa, a poco meno di 1500 m di quota. Si risale quindi la dorsale, senza incontrare vere e proprie difficoltà, con qualche passaggio su buona roccia appoggiata e altri nell'intrico dei rododendri, fino ad arrivare sulla panoramica cima del Monte Turi (1674 m; 3:30 lorde).

Proseguiamo quindi fino alla cima senza nome, quota 1939 m IGM, punto culminante della Valle dell'Inferno, e che qualcuno considera la Cima Nord del Monte Crotta, pur trattandosi di una sommità ben distinta. Sempre seguendo la cresta, raggiungiamo anche il Monte Crotta vero e proprio, affacciandoci così sulla Valle Strona (1967 m; 2 ore dalla cima del Turi; 5:30 dal parcheggio).

Ritorno
Dopo una sosta al sole, scendiamo l'erbosa dorsale ovest del Monte Crotta e, giunti al colletto che precede la Croce del Campo, ci caliamo su una traccia verso destra in direzione dell'Alpe Crotta (N), i cui ruderi sono ben visibili da lontano. La presenza di neve residua ci fa presto perdere la traccia e ci ritroviamo a scendere in un ripido canale pieno di arbusti. Guadagnato il fondo della valletta, con una breve risalita su terreno aperto raggiungiamo i ruderi dell'Alpe Crotta (1634 m). Da qui traversiamo in piano verso Nord su un sentiero che, inizialmente ben definito, diventa una labile traccia e poi scompare. Puntiamo quindi alla dorsale che delimita a Nord il vallone dell'Alpe Crotta e scendiamo, in un ripido bosco, fino al colletto dove la dorsale appiana, intorno ai 1450 m di quota. Passando sul versante Nord, si trova una traccia segnalata da tagli, che traversa in direzione NE. Attraversiamo su un ponte di neve un ripido canale e in breve raggiungiamo l'Alpe Rosso (1406 m), sempre su sentiero ben tracciato. Da qui si scende nel prato sottostante l'alpe e, rientrati nel bosco, si trova un sentiero segnalato anche da qualche bollo rosso che, dopo avere perso quota, attraversa il ripido versante Ovest del Monte Turi fino all'Alpe Il Ballo (945m). Si scende la dorsale dell'alpe e si incontra il sentiero Beltrami. Proseguendo verso destra in pochi minuti si arriva all'Alpe Castello (730 m), raggiunta dalla prosecuzione della rotabile che porta al monumento ai partigiani. Scendiamo dapprima lungo la strada, poi su sentiero e ritorniamo così al punto di partenza di questo bel giro (3:15 lorde dal Monte Crotta).

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (4)


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fabioadx hat gesagt:
Gesendet am 18. Mai 2016 um 12:51
che gitarella!!! proprio per niente una passeggiata....bei posti impervi e selvaggi, compliments! SALUTONI da fabio :)

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Mai 2016 um 21:51
Grazie Fabio, è stato un giro molto vario e interessante. Panorami, tracce del passato, natura selvaggia, tempo splendido: difficile pensare che una giornata possa concedere di più...
Un saluto,
Andrea

ciolly hat gesagt:
Gesendet am 18. Mai 2016 um 22:33
Ciao Andrea,
Bravi, ottima scelta!!!
... un percorso per veri amatori del selvaggio...
... e il panorama dalla cima N 1939 è di prim'ordine: "L' Ossola ai piedi"...
Adriano

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. Mai 2016 um 23:08
Grazie Adriano. Confermo. Sia la quota 1939 sia il Turi stesso sono veramente baricentrici. Ci sono poche altre cime in posizione così avanzata verso la valle, forse il Pizzo Camino, che ancora mi manca, e la "dirimpettaia" Colmetta, che però non è una cima vera e propria. Avevo letto la tua relazione della salita al Turi dalla Valle dell'Inferno, molto interessante, e quella del giro che hai fatto con Tapio (Ossola Selvaggia...). Mi sono servite entrambe per programmare l'escursione. Ho trovato molto bella soprattutto la cresta Nord del Turi, anche se ovviamente non in senso "alpinistico"...
Ciao,
Andrea


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