Cara REGA, questa non me la dovevi fare…..


Publiziert von gbal, 31. Mai 2013 um 10:40. Diese Seite wurde 962 mal angezeigt.

Anche quest’anno ho rinnovato la mia iscrizione alla REGA convinto che sia un’ottima organizzazione che fornisce soccorso nelle montagne svizzere dove molti di noi si recano. Due volte l’anno la REGA invia agli iscritti un periodico informativo che mi limito a sfogliare curiosando qua e là. Scorrendo le pagine del numero di Giugno 2013, visibile da chiunque all’indirizzo: http://www.rega.ch/it/attualita/periodico-dei-sostenitori-1414.aspx alle pagine 8-9  leggo una notizia che mi fa strabuzzare gli occhi e subito dopo sbigottire incredulo di fronte ad una tale improbabile realtà! Si narra di una signora svizzera che recatasi per lavoro a Roma viene lì investita da un motociclista, poi fuggito, e ricoverata in ospedale dove le vengono prestate cure sommarie, inefficaci e soprattutto non le viene fornito cibo come si può leggere nel trafiletto che riporto integralmente:

 “In tanti altri paesi regnano usanze diverse, difficili da comprendere per gli svizzeri.
In Italia è normale che l’ospedale non provveda ai pasti e alle bibite, agli asciugamani o a date cure e altre prestazioni. Sono compiti normalmente lasciati ai congiunti. Tanto peggio per chi non ne ha. Per fortuna, la nostra paziente è aiutata da una collega romana. Un poliziotto prende in consegna gioielli e oggetti di valore per metterli al sicuro e riconsegnarglieli più tardi.”

D’accordo che l’articolo vuol pubblicizzare l’efficienza dei rimpatri di iscritti REGA effettuata tramite i suoi jet. D’accordo che il motociclista ha omesso di soccorrere (credo sia un malcostume diffuso non solo in Italia). D’accordo che la non conoscenza della lingua da parte della signora ha contribuito ad aumentare il suo malessere (se vai all’estero e non conosci la lungua è un problema tuo). D’accordo che la dieta degli ospedali romani, italiani e credo di qualunque nazione non è il massimo in fatto di gusto e nessun ospedale è citato dal Gambero rosso o dalla Guida Michelin.

Premesso questo non sono d’accordo su nulla del resto. Si vuol fare intendere (a meri fini pubblicitari) che un ospedale di Roma, capitale d’Italia, sia uno sporco ambulatorio del più disorganizzato paese del terzo mondo dove non si prestano che cure approssimative, vengono negate quelle importanti e dove cibo e bevande sono a cura dei parenti del ricoverato. Mi rifiuto di pensare che questo corrisponda a verità. Siamo, è vero, una barchetta in mezzo ad un mare di difficoltà che pare nessun governo sia in grado di ricondurre sulla retta via ma siamo anche un paese che accoglie genti di tutte le razze senza bisogno di fare tanti “referendum” come capita in altre nazioni (chi è buon intenditor….). Siamo un paese che ormai senza risorse sta cercando di camminare a fianco dei più forti della UE ancora col fiato corto ma tra le nostre ricchezze non abbiamo mai annoverato i “tesori” di quei Signori delle economie pulite e non che li affidano ad altri. Più che lavoro non abbiamo, o meglio, non avevamo visto che anche questo dagli stessi Signori è stato dirottato nei paesi del Far East e domani lo sarà in quelli Africani, sempre alla ricerca del maggiore loro tornaconto.

Tante parole, forse troppe, per dire che al di là delle critiche che come Italiano che si rispetti muovo a Istituzioni, Governo, Partiti, ecc. (sennò che Italiano sarei?) però mi girano le balle se qualcuno viene a dire su un giornale che negli ospedali di Roma non si dà da mangiare agli ammalati!




Kommentare (21)


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Francesco hat gesagt:
Gesendet am 31. Mai 2013 um 11:07
Grazie Giulio, anche io avevo letto tale cazzata !!!
Dica cazzata in modo che tutti capiscano !!!!
La sanità Italiana è il ns. grande fiore all'occhiello, invidiato in tutti i paesi civilizzati.
GRATIS PER TUTTI !!!!

Daniele hat gesagt:
Gesendet am 31. Mai 2013 um 11:12
La signora avrà sicuramente notato che, però, è stata soccorsa, ricoverata, operata ed assistita senza che nessuno le chiedesse la carta di credito... cosa che non succede proprio in tutti i paesi del mondo.

patripoli hat gesagt:
Gesendet am 31. Mai 2013 um 16:42
Va bene cercare di autopromuoversi, ma farlo diffondendo menzogne.....
Forse la sanità italiana non sarà la migliore del mondo, ma è basata su un sistema di solidarietà che garantisce a tutti le cure necessarie, senza distinzioni!
Quella svizzera....non lo so!

Jules hat gesagt:
Gesendet am 31. Mai 2013 um 18:39
Ammazza che sparata! Peccato...


gbal hat gesagt: RE:
Gesendet am 31. Mai 2013 um 18:48
Caro Jules, mi dispiace per i cari amici d'oltreconfine come te verso i quali noi tutti continuiamo a nutrire stima e amicizia. Tirando le somme a mente serena probabilmente il linguaggio giornalistico sensazionalista al quale oggigiorno tutti i media ci hanno abituato è stato raccolto "pari pari" e inserito nel numero citato.
Naturalmente nulla cambia, almeno per me, anche per quanto di buono la REGA ha fatto finora e continuerà a fare.
Un saluto

heliS hat gesagt: e ....
Gesendet am 31. Mai 2013 um 19:30
scrivere alla REGA?

gbal hat gesagt: RE:e ....
Gesendet am 31. Mai 2013 um 19:35
Lo farò più avanti; già previsto.

gonzo hat gesagt:
Gesendet am 1. Juni 2013 um 08:51
concordo pienamente

Fabio hat gesagt: Diffondere
Gesendet am 1. Juni 2013 um 08:53
Mi unisco con un commento forse un po' provocatorio. Prassi che spesso ho visto applicare in diverse forme in questa realtà europea. La prossima volta che dovesse succedere di recepire ancora questi cattivi segnali, consiglio a tutti, me compreso, di diffondere la segnalazione anche ai colleghi delle comunità indigene per capire se anche loro sono d'accordo con quanto spesso concludono nei confronti dell'Italia (con una evidente soddisfazione letteraria) i media....Cosa ne dite?
Saluti

Alberto hat gesagt: Hanno esagerato....
Gesendet am 1. Juni 2013 um 15:01
Concordo che la Rega abbia ecceduto sulla critica negativa nei riguardi dell'ospedale italiano e chissà mai,dopo le dovute repliche direttamente ad essa,sul prossimo numero vi siano le scuse appropriate. Un gesto di umiltà non guasta!
Buona montagna!

beppe hat gesagt:
Gesendet am 2. Juni 2013 um 06:01
Perfettamente d'accordo bravo Giulio per la segnalazione
Ciao
Beppe

gbal hat gesagt: Segnalazione alla REGA
Gesendet am 2. Juni 2013 um 18:20
Ringraziando tutti coloro che hanno voluto intervenire su questo argomento, riporto qui sotto la mail che oggi ho scritto alla REGA per esprimere il mio e vostro dissenso.
Grazie a tutti
Giulio

"Buongiorno Sig.ra Mauri,

sono uno dei tanti iscritti alla Rega di lingua e nazionalità italiana.

Con sorpresa ho letto alle pagine 8 e 9 del numero 80 del vs. Magazine un articolo che dipinge con toni inverosimili e denigratori la realtà ospedaliera italiana.

Ho pubblicato le mie impressioni sul Forum di Hikr dove lei potrà leggerle assieme ai commenti di coloro che hanno voluto intervenire:

http://www.hikr.org/post65334.html

Inutile dire che questa esperienza non ha fatto bene alla opinione finora positiva che io e tanti iscritti italiani abbiamo della Rega e della sua opera.

Con la presente la invito a rettificare quella che a tutti noi è sembrata una esagerazione da giornale scandalistico.

Cordiali saluti"





patripoli hat gesagt:
Gesendet am 2. Juni 2013 um 20:40
Sottoscrivo!

roberto59 (Girovagando), hat gesagt: Concordo
Gesendet am 3. Juni 2013 um 10:43
Bravo Giulio,

concordo pienamente su tutto quello che hai scritto con toni civili e professionali, bravo e grazie per esserti fatto portavoce di tutti noi ciao.
Roberto

Amadeus hat gesagt:
Gesendet am 3. Juni 2013 um 12:05
Concordo pienamente, dando un'occhiata al sito e linkando su "interventi" si nota in modo esauriente il : quanto siamo bravi, un modo secondo me di diffidare; specialmente nei racconti propinati(vedi gita a Corfù in negativo e la gita in Svizzera con relativo infortunio....). Lasciano veramente trasecolati...

Amedeo hat gesagt:
Gesendet am 3. Juni 2013 um 12:57
"In tanti altri paesi regnano usanze diverse, difficili da comprendere per gli svizzeri. In Italia è normale che l’ospedale non provveda ai pasti e alle bibite, agli asciugamani o a date cure e altre prestazioni. Sono compiti normalmente lasciati ai congiunti. Tanto peggio per chi non ne ha." Pessimo servizio e pessimo commento, probabilemte la signora ha sperimentato la "mala sanità italiana", possibile, ma i termini usati sono pesanti, accomunare una esperienza singola a tutta la sanità italiana sarebbe come dire che siccome le banche della svizzera grondano di sangue degli ebrei e dei più famosi dittatori, tutti gli svizzeri sono criminali.....tra l'altro la Svizzera è ancora nei paesi della lista grigia!! La presunta supponenza e superiorità è presente a tutte le latitudini, così pure l'ignoranza e l'abitudine di screditare gli altri per fare apparire migliori i propri servizi o il proprio paese!! Mi complimento con Giulio per la risposta e come sperimentiamo tutti in montagna, barriere linguistiche a parte, l'incontro e lo scambio aiuta a superare barriere e diversità. Un saluto agli amici svizzeri. Arrivederci sulle vostre montagne.

gbal hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Juni 2013 um 13:49
Grazie Amedeo.
Sono del tutto in sintonia con te.
Le generalizzazioni sono quasi sempre sbagliate, nel bene e nel male e al di là di queste si scopre quanto le persone comuni riescano invece ad interdersi e a stimarsi al di là di bandiere, confini, lingua e tradizioni.
Ciao

Gesendet am 3. Juni 2013 um 15:27
Con ritardo, ma esprimo anche io il mio disappunto sulla questione.
Non è amor di patria (anche se devo riconscere che si è sentito molto ferito !), ma la constatazione di quanto superficiale e denigratoria sia la descrizione dell' articolo, che ha dipinto la ns sanità come da terzo mondo, e dove invece stranieri vengono ad operarsi dai ns medici, che sono apprezzati e richiesti in tutto il mondo.
Può essere che la signora sia "incappata" nel classico caso di mala-sanità, o forse la distanza da casa, la non possibilità di dialogare nella propria lingua, la mancanza di amici e parenti, abbiano giocato un ruolo predominante nella pesante richiestra d' aiuto, cosa che trovo assolutamente lecita.
Sarebbe bello sentire anche l' altra campana, per capire quanta pubblicità c'e' nelle esplicite parole della Rega.
Peccato ... un punto in meno alla serietà ed imparzialità del servizio.

Francesco hat gesagt: ..Qualità o quantità del servizio ??
Gesendet am 3. Juni 2013 um 16:26
La sanità italiana vista da un medico emigrato in svizzera
Intervista - autore: ludo.j - pubblicazione del: 10-11-2010

Daniele Maggiore, medico chirurgo presso la clinica Ginevra Permance de Vermont in Svizzera, e' uno dei molti professionisti che, per scelta o per obbligo, svolgono la propria attivita' professionale fuori dall'Italia. Maggiore, dopo quasi vent'anni, torna in Italia in qualita' di presidente del XII Congresso nazionale della Societa' italiana di chirurgia dell'ospedalita' privata (Sicop), che si terra' a Varese dal 28 al 30 aprile 2011.

Quando e perche' ha deciso di lavorare all'estero e nello specifico in Svizzera? 'Il mio iter lavorativo e' consistito nell'aver lavorato da stagista per 6 mesi in America al Mount Sinai di New York e in Giappone nei sei mesi seguenti. In seguito, dopo la laurea conseguita a Roma, ho vinto una borsa di studio del CNR per uno studio all'estero e sono andato a eseguire degli studi chirurgici a Basilea, in Svizzera, dove poi mi hanno fatto la proposta di rimanere per fare alcuni studi e lavorare nei vari ospedali del Paese. Ai tempi non vi era ancora il riconoscimento tra Italia e Svizzera, e ho dovuto rifare gli esami per la laurea svizzera, come anche la specializzazione, per continuare la mia attivita' di chirurgo'.

Quali sono le differenze piu' significative che ha riscontrato tra il modo di fare il medico in Italia e farlo in Svizzera? 'Il mondo della sanita' svizzero e' completamente diverso da quello italiano. Fa riferimento principalmente al mondo sanitario americano, sia come gestione che come approccio lavorativo. Il lavoro in Svizzera per me e' stato caratterizzato da un cambio importante di mentalita', senza il quale non avrei potuto stabilire la mia attivita' di chirurgo. Innanzitutto, prima di essere un chirurgo si e' dei medici, e quindi bisogna saper trattare ed essere preparati in tutti i campi dello scibile medico-chirurgico. Non solo. Un altro cambio di mentalita' e' stato proprio nel rapporto con i pazienti, dove il rapporto empatico con essi viene messo in primo piano. Il rapporto dei medici svizzeri con i pazienti consiste in un rapporto di qualita': ripeto, una svolta rispetto all'Italia. Emblematico puo' essere il chirurgo svizzero che spiega al paziente il tipo di intervento, e il paziente stesso sceglie, dopo una spiegazione accurata delle varie possibilita', quale tipo di intervento il chirurgo deve eseguire, e cosi in altre problematiche che si possono avere con i pazienti. Non solo. La modalita' di inquadramento delle patologie del paziente e' abbastanza differente. In Svizzera esiste un approccio multidisciplinare, mentre invece so che in Italia l'approccio e' ancora da parte solo del professionista che deve trattare un certo tipo di patologia. Per capirci: un paziente con un qualsiasi tipo di patologia viene trattato da un gruppo di medici tra cui il chirurgo, l'internista, il medico di famiglia, e tutti quegli attori che sono importanti per trattare in maniera completa quel determinato tipo di malattia. So che in Italia si sta cambiando atteggiamento, ma solo in alcune realta' piu' virtuose e, soprattutto, non in tutta Italia'.

Attualmente i problemi del sistema sanitario italiano potrebbero essere in qualche modo risolti mutuando modalita' estere? Se si', quali in particolare? 'Sicuramente. La Svizzera, come anche gli Stati Uniti, attuano una forma di federalismo. Essi sono costituiti da una serie di Stati all'interno dello Stato confederativo. Negli Usa abbiamo una Confederazione di Stati, in Svizzera abbiamo 26 cantoni che sono un piccolo Stato nel grande Stato. Lo Stato generale legifera e da' le coordinate ai Cantoni, e i Cantoni attuano le leggi adeguandole al proprio stato. Cosi esiste un federalismo sanitario dove ogni Cantone ha la sua specificita', la sua economia, il suo modo di gestire l'amministrazione sanitaria. Una parte della spesa viene assorbita dallo Stato mentre una restante parte viene sovvenzionata dal sistema delle assicurazioni malattia. L'Italia, lo sappiamo tutti e' dichiarato dall'Oms, sotto una determinata visuale, ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo. Infatti, secondo una ricerca dell'Oms risalente al 2000, l'Italia e' stato il secondo sistema sanitario migliore del mondo in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini, dopo la Francia. Cio' significa che l'Italia ha una serie di professionisti che lavorano bene, trattano tutti, senza esclusione di razza, religione o provenienza, con competenza ed economicita'. Il problema e soprattutto nell'ottica di cio' che si potrebbe mutuare da altre esperienze, e' l'interconnessione con il sistema Stato. Il Federalismo sanitario, differentemente da cio' che si puo' pensare, non divide ma unisce. Ogni Regione, deve avere un proprio sistema a cui fare riferimento, secondo la cultura di quella Regione, secondo la propria modalita' di amministrare, di scientificita', di appropriatezza delle cure ed economicita' locale. Chiaramente ogni Regione, deve integrarsi all'interno dello Stato e delle direttive che lo Stato centrale promulga.
Sembra abbastanza semplicistica come risoluzione, ma a mio modo di vedere, soprattutto avendo provato cosa sia il Federalismo sanitario, penso che sia veramente l'unica modalita' per togliersi da un pantano come e' quello italiano, soprattutto dal punto di vista economico'.

Per un professionista che come Lei ha lavorato per tanti anni all'estero, tornando in Italia cosa ha trovato? 'Dopo venti anni il Paese e' notevolmente cambiato in tutte le sue sfaccettature, dalla politica all'economia, dal modo di fare imprenditoria al buon senso: tutti mondi che si intersecano con il mondo sanitario. In ambito sanitario e' cambiato tanto: dopo la trasformazione attuata in primis dalla Regione Lombardia con l'accreditamento dei privati, si e' dato al privato il compito che dovrebbe essere piu' virtuoso nel saper gestire la sanita', un compito importante, cioe' quello di saper risanare il debito (e mi sembra che in qualche regione, anche di opposte fazioni politiche, ci si stia riuscendo), come anche c'e' una maggior attenzione ai costi in sanita', e soprattutto un'attenzione al troppo clientelismo che c'e' stato in ambito di Prima Repubblica sia in ambito Universitario che in ambito ospedaliero. Tutto sommato una impressione positiva. L'unico punto a sfavore che ho trovato e' nella troppa politicizzazione della sanita', dove qualsiasi decisione strutturale, o gestionale viene notevolmente influenzata da tutta una serie di 'amicizie' o 'militanze' in un determinato partito politico o altro. Questo deteriora la sanita' e non la rende virtuosa. Potrebbe esserlo e lo sara' solo quando la politica si fara' da parte ed i professionisti verranno scelti solo in base alla loro comprovata bravura, sia in ambito gestionale che professionale'.

Ritornerebbe a fare il suo lavoro in pianta stabile nel nostro Paese? 'Ritornerei, certo. Per un emigrato come me, anche se di eccellenza, il ritorno alle origini e' di una importanza fondamentale. Chi vive in Italia, non lo puo' comprendere. Questo puo' essere compreso solo da chi ha vissuto all'estero, per un determinato periodo. E cio' che dispiace e' che, dopo anni di lavoro passati all'estero, si e' estranei in terra straniera come si diventa estranei nel proprio Paese che cambia e che quindi non riconosciamo piu''.

Lavorando in Svizzera ha mai applicato la medicina difensiva, largamente usata da molti medici italiani proprio per proteggersi dalle accuse di errore medico? 'Certo, anch'io ho attuato ed attuo alcune volte la medicina difensiva. Purtroppo essa e' una piaga presente in tutto il mondo. Da quando il mondo sanitario e' stato investito di responsabilita' che vanno oltre la propria competenza con questa aggressivita' da parte del sistema giudiziario, e' d'uopo attuare la medicina difensiva. Peraltro il limite tra medicina appropriata ed economica e' abbastanza miscelato ai limiti della medicina difensiva, quindi essa non e' mai cosi facilmente visibile. E' chiaro che in tutti i Paesi civilizzati, vengano fuori queste distorsioni e quindi in Svizzera, come soprattutto in USA, si vive questo rapporto malsano con i propri atti sanitari che si compiono nella propria attivita' quotidiana lavorativa. Vedendo pero' la situazione in proiezione futura, non mi preoccupa piu' di tanto, poiche' nel corso del tempo, quando i pazienti capiranno che il corpo umano (purtroppo o per fortuna) non e' matematica, e che ad una azione non risponde sempre la stessa reazione, e quindi arriveranno a capire che ogni azione sanitaria puo' purtroppo avere dei problemi come anche nella maggior parte dei casi essere risolutiva; allora vedrete che la medicina difensiva non avra' piu' ragione di esistere. E' chiaro in tutti i casi che l'imperizia, l'imprudenza, la negligenza di un sanitario deve essere trattata senza dubbio per via giudiziaria e giudicata. Questo non significa che ogni collega debba vivere, se ogni terapia viene effettuata secondo coscienza, scientificita', in una medicina di evidenza, con un'angoscia che poi sfoci nella medicina difensiva'.

Rimanendo in tema di errore medico, per ridurlo e' necessario un percorso basato sul risk managemet piuttosto che su sistemi di ceck list oppure occorre una svolta culturale? 'La prevenzione dell'errore medico, e io direi sanitario piu' che medico, secondo me ha sua valenza nel percorso basato sul risk management, dovendo pero' comprendere che alla base deve esserci un cambio di mentalita', un cambio di cultura che deve essere atto a prevenire. La prevenzione e' l'arma vincente, sia in medicina clinica che in ambito gestionale. Solo avendo una mentalita' preventiva, e quindi pensando banalmente e prevenendo, si puo' arrivare ad una attuazione del risk management che porta ad una risoluzione dei problemi e degli incidenti sanitari'.

Fonte: DIRE - Notiziario Sanita'

Gesendet am 3. Juni 2013 um 22:23
certo se la signora voleva caviale e champagne ,forse negli ospedali italiani non rientrano nella dieta quotidiana, ma da qui a quello che scrivono mi sembra che ci sia una forte distorsione della realtà in cui si muove la nostra sanità italiana

gbal hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Juni 2013 um 22:32
Grazie anche a te Gimmy.
E' comunque da poco arrivata la risposta della Rega
(http://www.hikr.org/post65473.html)
che direi chiude positivamente l'increscioso episodio.
Ciao
Giulio


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