Alta Via Adamello N 1, Quarta tappa Rif Segantini
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Oggi entriamo nel "cuore" dell'Adamello, quello che più prende lo sguardo spaziando su quelle cime che sono famose e conosciute.
Partiamo dal Lissone di buonora, sono le 7.35 risaliamo questa bellissima valle di Adamè camminando lungo il torrente Poia, di fronte a noi lo spettacolo lontano della vedretta dell'Adamè e del corno omonimo, possente 3275 metri, camminiamo lenti fra mandrie di mucche e fischi di marmotte, superiamo la Malga e ci dirigiamo verso la Baita-rifugio Adamè.
Questa si rivela una vera "chicca" di struttura(ragione Menek), piccola con atmosfera familiare, gestita da volontari con prezzi degni del CAI, quasi rimpiango non essermi fermato, ma sarà per la prossima.
Ci fermiamo ad osservare una vana caccia di una volpe ad una marmotta, poi proseguiamo verso il bivio per il passo Poia, una bella elevazione di 2829 metri con una faticosa salita e successiva discesa fra enormi sfasciumi.
A metà salita incontriamo una coppia di Inglesi intenti ad osservare una famigliola di stambecchi che si crogiolano al sole su grandi massi di granito, osserviamo e fotografiamo questo momento bello e solare, poi riprendiamo a salire faticosamente e dopo tre ore dalla partenza siamo al passo.
Di fronte a noi si apre la valle Salarno, altra bellezza della zona con sullo sfondo il ghiacciaio dell'Adamello, di fronte a noi anche una infinità di sfasciumi che ci accompagneranno fino giù al torrente.
Camminiamo finalmente vicino alla riva del torrente, l'aria è fredda, qualcuno medita, altri gironzolano nei prati attorno, arriviamo al Prudenzini alla ricerca del calore del rifugio.
Partiamo dal Lissone di buonora, sono le 7.35 risaliamo questa bellissima valle di Adamè camminando lungo il torrente Poia, di fronte a noi lo spettacolo lontano della vedretta dell'Adamè e del corno omonimo, possente 3275 metri, camminiamo lenti fra mandrie di mucche e fischi di marmotte, superiamo la Malga e ci dirigiamo verso la Baita-rifugio Adamè.
Questa si rivela una vera "chicca" di struttura(ragione Menek), piccola con atmosfera familiare, gestita da volontari con prezzi degni del CAI, quasi rimpiango non essermi fermato, ma sarà per la prossima.
Ci fermiamo ad osservare una vana caccia di una volpe ad una marmotta, poi proseguiamo verso il bivio per il passo Poia, una bella elevazione di 2829 metri con una faticosa salita e successiva discesa fra enormi sfasciumi.
A metà salita incontriamo una coppia di Inglesi intenti ad osservare una famigliola di stambecchi che si crogiolano al sole su grandi massi di granito, osserviamo e fotografiamo questo momento bello e solare, poi riprendiamo a salire faticosamente e dopo tre ore dalla partenza siamo al passo.
Di fronte a noi si apre la valle Salarno, altra bellezza della zona con sullo sfondo il ghiacciaio dell'Adamello, di fronte a noi anche una infinità di sfasciumi che ci accompagneranno fino giù al torrente.
Camminiamo finalmente vicino alla riva del torrente, l'aria è fredda, qualcuno medita, altri gironzolano nei prati attorno, arriviamo al Prudenzini alla ricerca del calore del rifugio.
Tourengänger:
Amadeus

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