Due cottimisti sulle Orobie... Badile in spalla e su per il M. Secco!
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Oggi giornata di grande soddisfazione ma anche di grande sofferenza, il grande caldo e alcuni momenti impegnativi di questa camminata, hanno “segnato” in maniera pesante il mio fisico già provato da una pesante terapia in corso, ma nonostante tutto, eccomi qua a raccontarvi di questa bella gitarella effettuata nel profondo della Valle Brembana.
Oltrepassata Piazzatorre e giunti in località Il Piazzo, abbandoniamo la macchina poco dopo il Camping dove una palina alla nostra sinistra, ci indica la via per il P.so del Monte Colle, direzione che noi dobbiamo seguire per giungere ai nostri obiettivi. Cai 118.
Da subito il sentiero si fa abbastanza ripido, costeggiando un ampio canalone detritico formatosi dopo la tremenda alluvione del 1987; rimanendo all’interno del bosco, si risale con infiniti tornantini questo primo tratto accompagnati da una temperatura gradevole, ma anche da un’afa stranamente intensa. Decisamente una condizione non perfetta per fare un’escursione di questo profilo.
Una volta usciti dal bosco, il caldo si fa più aggressivo e opprimente, lasciamo sulla sinistra il Capanno del Barba e in moderata pendenza raggiungiamo la bella Baita del Monte Secco, struttura autogestita sempre aperta. L’acqua non c’è, in compenso potete trovare quattro comodi letti ed un camino legna-munito.
Oltrepassata la Baita, il sentiero riprende la suo tragitto aumentando un poco la pendenza e giunti ad un ingannevole bivio, teniamo la sinistra risalendo ancora con lunghi tornanti il pendio erboso. Dieci minuti di cammino ed eccoci al P.so del Monte Colle. Qua non trovate nessuna palina, solo un sasso con indicazioni di colore rosso vi avvisa che siete proprio su quel cazzo di passo.
Da qua le varianti sono tre; si può scendere verso Valleve continuando con il Cai 118, oppure, si può seguire a destra la flebile traccia che porta verso il Pizzo Badile Brembano, ma noi continuiamo a sinistra la nostra escursione seguendo un crinale per ora verdeggiante che porta verso il M. Secco.
Qua il sentiero sale deciso, come decise sono le esposizioni in ambo i lati che pian piano sono sempre più frequenti, certamente nulla di tragico , ma prestate un poco di attenzione, please. Oltrepassata la zona verde, il sentiero si fa ora un po’ più complicato, la presenza di esposte balze rocciose ti avvisano che qua non si possono commettere errori, errori che potrebbero risultare fatali. E adesso?
Dopo aver verificato più o meno la fattibilità del percorso, io e Valter decidiamo di abbandonare gli zaini per guadagnare in agilità, con la consapevolezza che abbiamo Olmo da far passare sui passaggi di II° non propriamente comodi. Se non avete cani al seguito la cosa risulta tutto più semplice.
Passato il primo inghippo, Valter mi avvisa che la seconda balza è un po’ più complicata da affrontare, perché non è ben chiaro dove si possono mettere le mani e i piedi per poter continuare il nostro cammino; lì allora “prendo in mano” la situazione e mi avvicino a lui, in maniera lesta e furtiva gli pizzico la pelle dei coglioni, e come d’incanto oltrepassiamo anche questo breve tratto. Porca miseria Valter, ci voleva il tocco magico per poter andare avanti???
Scavallatta la terza piccola balza rocciosa e superate in grande stile due cengiette esposte, eccoci finalmente sulla crestina finale che in breve tempo ci porta al M. Secco. Bellissimo! Qua la vista spazia a 360° e si gode di un notevole panorama oggi un po’ offuscato; tutte le più belle montagne della zona sono davanti ai vostri occhi, in primis il M.Pegherolo…
Foto e niente firma di vetta causa libretto sgualcito e poi via… si ritorna velocemente agli zaini mentre strane nuvole si stanno avvicinando provenienti da NE. Il percorso a ritroso ora è più agevole e la cresta erbosa che adesso affroniamo, non presenta le stesse difficoltà del tratto appena superato, ergo, giungiamo velocemente al Passo sotto un sole battente e leggermente disidratati.
Sotto l’ombra di un paio di Larici, decidiamo di riempire un po’ il nostro stomaco prima di proseguire verso la seconda meta; giusto il tempo di beccarmi quattro notevoli pizzicate da chissà quale cazzo di insetto di merda e si riparte. Seguendo la traccia non bollata alla nostra destra, il sentiero prende quota su terreno abbastanza scivoloso, si oltrepassa una brevissima zona esposta, e sputando sangue anche dalle orecchie causa ripida salita, giungiamo al Pizzo Badile in meno di venti minuti. Come per il M. Secco, anche qua non troviamo anima viva e ci godiamo il panorama soli come due amanti in “camporella”. Peccato che con me ci sia Valter…hem!
Dai, dai…si riparte. Ritorniamo al Passo per poi passare dalla Baita del M. Secco, veniamo investiti da un acquazzone e al Capanno del Barba inforchiamo il nostro poncho d’ordinanza. Il poncho sarà pur comodo, ma ha l’unico difetto di non far traspirare la pelle e con il caldo che si alza da terra, continuare in queste condizioni non è propriamente il massimo. Fortunatamente poco dopo smette di piovere e ci rimettiamo in modalità “viaggio tranqui”, ci inoltriamo nel bosco costeggiando ancora il vallone ghiaioso, e accaldati come le scoreggie di un Elefante giungiamo alla macchina felicemente sconvolti. Sarà il caldo, sarà l’effetto dei pesanti farmaci, ma una volta aperto il baule dell’auto sento il mio corpo indebolirsi, la testa comincia a “girare” e io mi devo quasi sdraiare a terra per non cadere… una brutta sensazione che lì per lì m’ha fatto spaventare non poco. Ma anche stavolta è andata, vediamo quando sarà la prossima escursione…
Nota 1): Giro di tutto rispetto nell’alta Val Brembana, seguendo un sentiero non sempre bollato ma di facile intuizione per chi è abituato a girare per monti. La salita al M. Secco presenta varie esposizioni, quindi se soffrite di vertigini, è meglio che abbandoniate l’idea di portare a termine l’escursione, in più, c’è qualche breve passaggio di II° da fare con un minimissimo d’attenzione e con passo sicuro. In rete avevo letto un paio di relazioni riguardo questa salita, dove quello che ho segnalato io, veniva minimizzato. Evidentemente non abbiamo ne le stesse capacità di “lettura”delle difficoltà, ne la stessa bravura nell’affrontare questi passaggi. Io ho detto la mia, ma tutti sono concordi nel mettere EE la salita al M. Secco. Per quanto riguarda il Pizzo Badile, nulla di particolare da segnalare se non una brevissima esposizione che si passa in scioltezza, ma la ripidità della (breve) salita mette a dura prova gambe e fiato.
Nota 2): Cose a caso & dilemmi della vita.
Mondiali di nuoto: Renzi si congratula con Paltrinieri per l’oro vinto. Mentre per il popolo che nuota nella merda da anni neanche un misero tweet d’incoraggiamento.
Politica: Se Salvini parla alla “pancia” dei suoi elettori, prima o poi finirà tutto in culo!
FREGATO.
Ritorno dal mio gir che sono ambrato,
del sole un poco alto io ho abusato,
mi metto pancia a terra e sto accucciato.
Fregato,
fa caldo e non mi sento acclimatato,
rimedio col caffè e un affogato,
ma a questo punto sono affaticato.
Fregato,
anchè per questo giro ho esagerato,
pensando di non essere aggravato,
ma porca merda il culo m’ha lasciato!
Mi apposto sulla strada e faccio agguato e in fondo mi domando: chi cazzo m’ha Fregato?
A la Prochaine! Menek, Olmo e il Valter, che ringrazio per la bellissima giornata passata assieme.

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