Le previsioni meteo promettevano piogge e rischio di temporali: sono state rispettate appieno, con anche un bonus di intensità. Con questo tempo è inutile andare a cercare nuovi itinerari e quindi si prova la velocità su di un percorso conosciuto a memoria: idea neanche troppo originale, visto che si parla del primo tratto del Trofeo Kima, la nota gara di skyrunning lungo il Sentiero Roma. Alla partenza non piove, ma ha appena finito e cola acqua da ogni parte; il percorso segue parzialmente una larga strada asfaltata (costruita dall'ENEL negli anni '60-'70 nella speranza - abortita - di uno sfruttamento idroelettrico della piana di Predarossa) e ne sfrutta le numerose scorciatoie: purtroppo, vista la precocità della stagione, rimangono numerosi detriti dell'inverno e della sua attività distruttiva. Dal parcheggio di Predarossa si segue il normale sentiero estivo fino al rifugio (piccolo cedimento del sentiero nella rampa successiva al secondo ripiano). Per la discesa, viste le condizioni di particolare scivolosità delle scorciatoie seguite in salita, abbiamo optato per allungare il chilometraggio seguendo fedelmente la strada asfaltata. All'inizio del sentiero pedonale estivo, come in corrispondenza dell'inizio dei percorsi per altri rifugi in Valmasino, è esposta una tabella dei tempi in base alle capacità fisiche degli escursionisti: Predarossa - Rifugio Ponti 2,30 ore per famiglie, 1,30 ore per trekkers, 55 minuti per atleti.
Dal parcheggio si prosegue sulla strada asfaltata che, attraversando anche una galleria, sale sul versante orientale della valle per aggirare i resti delle due frane che - a fine anni '70 - distrussero un lungo tratto di carrozzabile e la piccola contrada di Valbiore. Tornati, dopo un tornante, sul vecchio tracciato, lo si segue lungamente passando nei pressi del Rifugio Scotti e delle case sparse di Sasso Bisolo; superata una vecchia sbarra (sempre aperta), si incontrano le prime scorciatoie in uso al Kima: si tratta di segmenti di sentiero particolarmente dissestato che, per la linea di massima pendenza, tagliano i lunghi traversi della carrozzabile. Le ultime curve vengono evitate seguendo una valletta umida e appartata che sale partendo da un piccolo alpeggio: si sbuca quindi al vastissimo (e un po' squallido) parcheggio di Predarossa. Lasciandosi alle spalle i pochi ruderi dei lavori idroelettrici, si imbocca la pista sassosa che sale al ripiano di Predarossa: negli ultimi anni è stato approntato un passaggio artificiale - qualche segno di cedimento - su passerelle che risparmia l'importante zona umida dal calpestio degli escursionisti. Si prosegue in un rado lariceto fra infidi (scivolosi se bagnati) blocchi di serpentinite per raggiungere un secondo ripiano, in vista delle potenti morene del ghiacciaio del Disgrazia. Si volge a sinistra ignorando le indicazioni per il Basset (passaggio verso l'adiacente Val di Mello) e imboccando una sorta di ampio ripidissimo canalone che rimonta il versante occidentale della valle: il sentiero è quasi completamente di grossi sassi malamente gradinati, di un granito (granodiorite "serizzo") che non scivola nemmeno bagnato. Prima del termine del "canalone", appena possibile, se ne esce andando ad iniziare un lunghissimo traverso di magro pascolo (più sassi che erba), già in vista del rifugio. Percorrendo questo terrazzo morenico su sentiero sempre più roccioso, si scende brevemente in un canale (acque scorrenti sotto i blocchi, fare attenzione in presenza di neve residua), e se ne risale l'altra sponda in corrispondenza della piazzola per gli elicotteri: ormai il Rifugio Ponti è a pochi metri. E' disponibile, sul lato sinistro della costruzione, un locale di ricovero d'emergenza con brande e coperte.
Per la discesa, visto l'incremento di inclemenza del maltempo, abbiamo evitato i tratti più scivolosi con qualche breve variante: il sentiero fra i due ripiani di Predarossa è stato bypassato andando a seguire una vecchia traccia per fuoristrada 4x4 sull'altro lato del torrente (è ben visibile un ponticello di tronchi che permette di raggiungerla); l'aggiramento del primo piano di Predarossa, di conseguenza è avvenuto sul versante opposto (ampie pozze di riproduzione per una cospicua popolazione di Rana temporaria). Come già detto, è stata poi percorsa tutta la carrozzabile fino al tornante in corrispondenza della frana: qui si è deciso di imboccare il sentiero realmente seguito dal Kima, ma purtroppo, in assenza della specifica manutenzione per la gara, è davvero trascurato. In breve, provenendo dal lato a monte, si torna al parcheggio di partenza.
Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=_pAngNYRYUU
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