Pizzo Bareta W (2450 m) dalla Valle di Blenio (Campra) - SKT
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Salendo in auto verso Acquacalda scendono dal Lucomagno in direzione sud minacciosi nuvoloni grigi portati da un vento tempestoso. Prendo atto della situazione incresciosa: dappertutto bello, salvo lì. Devo decidere sul da farsi. Mi sovviene allora del Pizzo Bareta: quando c’ero stato, sempre con gli sci ma partendo dalla Leventina (Molare), avevo notato degli splendidi pendii digradanti verso Nord. Ora ci sono, a Nord: si tratta di provare la salita, sperando di non trovare ostacoli insormontabili. Parcheggio dunque subito dopo Campra, presso lo slargo che anticipa la prima galleria paravalanghe.
Salgo sul tetto della galleria, già ben innevato (quindi nessun portage), e mi infilo nel bosco. Qui, tramite un piccolo canalino, seguito poi da un secondo più ampio sulla sinistra, proseguo fino ad incontrare il terzo canale, perpendicolare e più ripido, che in direzione SW porta verso i pendii, ariosi ed aperti, di Ör Languosa. Sopra di me è già visibile la lunga cresta del Pizzo Bareta, anche se non so ancora in che punto sbucherò. La neve è da rampanti, quindi non mi risparmio questa accortezza.
Ci sono anche dei tratti rilassanti, ma nel complesso, sia per la parte iniziale ripida e selvaggia sia per la zona sommitale, molto inclinata, reputo che l’AD sia la valutazione più corretta. Il Gabuzzi ignora questa via.
Le ultime decine di metri prima di raggiungere la cresta sono davvero impegnative: tengo gli sci ma sono costretto, durante le inversioni, ad usare le mani, aggrappandomi alla neve, come si fa nei canali o quando si sale senza sci sul ripido. Non sarà una mossa molto ortodossa, ma almeno evito di dover cambiare assetto su di un terreno sfavorevole e per di più ghiacciato. Raggiungo poi la cresta NW della Cima W e qui, sferzato dal vento che ha dato ben poca tregua durante tutta la salita, in breve vado a toccare l’ometto di vetta del Pizzo Bareta W.
Visto che il vento non cala, per il cambio di assetto mi accomodo pochi metri sotto la cresta, dalla parte leventinese. Stante la crosta ghiacciata che ho trovato in salita, ho ben poche aspettative in merito alla discesa. Invece, nonostante la crosta a volte non portante, riesco a cavare il meglio da questa neve, aiutandomi anche con qualche saltello ogni tanto.
La discesa si rivela entusiasmante (chissà come sarebbe stata se avessi trovato polvere…) e anche nella parte bassa, quando la crosta dura lascia il posto al sulz, c’è da divertirsi.
Anche se sul Pizzo Bareta W c’ero già stato, questa è completamente un’altra storia: l’unico punto condiviso tra le due salite è la vetta. Questo versante è davvero uno zuccherino. Lo consiglio caldamente a tutti gli appassionati.

Kommentare (9)