Piz Vignun (2859 m) – SKT
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Dopo la nevicata del fine settimana scorso e qualche giorno di bel tempo successivo pensavo di trovare la via già tracciata, o almeno parzialmente. Invece, se si esclude un brevissimo tratto iniziale battuto dal gatto, il nulla più assoluto. Ovvio che se non trovo la pappa pronta, dovrò pensarci io. Scelgo allora di rimanere sulla destra orografica del Ri di Fontanalba, sulla schiena d’asino di Pian Lumbrif, tragitto più sicuro – pur con qualche breve saliscendi – rispetto all’altro versante, esposto alle scariche del versante sud-ovest del Piz de la Lumbreida. Così raggiungo la Cassina de Vignun e continuo il mio lavoro di battitura nella Val Vignun. Poco prima della Motta del Caslasc, più o meno presso l’ometto che segna il P. 2224, vengo raggiunto da un terzetto di ragazzi che, originariamente, sarebbero diretti al Piz Uccello. Informandosi sulla mia destinazione, dopo un breve dibattito interno (favorito dalla circostanza che già precedentemente era stata ventilata, come possibile meta alternativa, quella del Piz Vignun), decidono anch’essi di optare per la mia meta originaria. Ora siamo in quattro a tracciare: io, Mirco, Fabio e Glauco.
Raggiungiamo (quasi) lo Strec de Vignun e, poco prima, saliamo in direzione sud. La via di salita rispecchia totalmente quella già effettuata con Paolo e Silvia per il Piz de la Lumbreida. Già a metà pendio si riconosce sopra di noi la cima del Piz Vignun; naturalmente noi seguiamo la normale, che ci permette, con manovra di aggiramento sulla destra di giungere nei pressi del colletto che dà accesso alla cresta SW del Piz.
Proseguiamo ancora per un tratto con gli sci ai piedi e, quando la pendenza non lo permette più, li depositiamo e percorriamo il restante tratto di cresta rocciosa a piedi. In breve siamo tutti davanti all’ometto di vetta del Piz Vignun.
La giornata è fantastica, come le foto testimoniano, e la discesa lo è altrettanto: polvere pura fino al fondovalle della Val Vignun. Qui tocca spingere e addirittura risalire (computo totale una cinquantina di metri): io scelgo la scaletta, loro preferiscono ripellare. Il mio metodo è più faticoso (poi, su polvere…), il loro più efficiente, ma si sa, la legge di inerzia… (e la pigrizia…). Eventuali varianti teoricamente meno dispendiose (per es. aggirare la Motta del Caslasc sulla sinistra) non sono state prese in considerazione per via della neve fresca: su pendenze irrisorie come queste meglio tenere la traccia del mattino, in modo da poter scivolare, dove possibile.
Dal P.2224 le fatiche terminano. Raggiungiamo la Cassina de Vignun e successivamente optiamo per la sinistra orografica del Ri di Fontanalba, meno soggetta ad eventuali risalite. Nell’ultimissimo tratto beneficiamo delle piste di Pian Cales ed in breve siamo all’auto.
Una bella montagna il Piz Vignun. Ringrazio Fabio, Mirco e Glauco per la compagnia e per la grande giornata; spero che in futuro si possa ripetere l’esperienza!

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