Pizzo Meriggio m.2358: un bel giro ad anello che ha meritato nonostante il tempo!


Publiziert von Alberto , 31. Juli 2014 um 10:43. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:27 Juli 2014
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1123 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano - S.S. 36 - Lecco - Colico - Morbegno - tangenziale di Sondrio - uscita via Vanoni - prendere per Albosaggia - giunti ad Albosaggia centro prendere in direzione per Campelli,giunti alla chiesetta,si può proseguire oltre e parcheggiare nei pressi della strada sterrata che sale a destra (divieto di accesso) a quota 1362
Unterkunftmöglichkeiten:
Kartennummer:carta Kompass 1:50.000 Bernina/Sondrio – carta escursionistica 1: 30.000 alpi Orobie tav. n° 3

Vista da Alberto: Le previsioni sono poco rassicuranti: per domenica danno abbastanza sereno o poco nuvoloso fino al pomeriggio,poi peggioramento in arrivo a sera (e quando sono molti ad annunciare la stessa cosa negativa,è meglio stare all'erta) quindi per ovviare ed evitare problemi,meglio scegliere un escursione che dia la possibilità di "allungare o accorciare" il percorso con la possibilità di avere riparo in caso di emergenza.

La proposta è per la visita alla Baita Calchera e segnalarne il tracciato per eventuale escursione con neve,poi vi è la possibilità di salire al pizzo Campaggio,quindi si agevola un po tutti: chi gradisce una gita breve e chi una lunga.

 

A Bione ci troviamo in 4: Giuseppe e Tilde,Gianluigi e il Bradipo delle Alpi. Forse a causa delle previsioni che al mattino già si rivelano nefaste con qualche goccia di pioggia,siamo in pochi temerari che vogliono rischiare e alle ore 8,00 siamo in marcia da Campelli: da dove parcheggiamo,a destra si dirama una strada con accesso limitato da una sbarra,quello sarà il nostro percorso di ritorno,mentre noi prendiamo a seguire la strada che prende a destra dove più avanti si dirama.

Noi seguiamo le indicazioni a vernice,quindi prendiamo a destra,a sinistra è il proseguimento della lunga strada che sale verso il Meriggio e che incroceremo durante il nostro cammino: il breve tratto che percorriamo in salita,poi ricomincia a scendere,noi ovviamente prendiamo a sinistra risalendo il percorso che si fa in inverno,passando vicino al vecchio impianti di risalita.

 

Ovviamente l'inizio del tracciato che abbiamo percorso è un poco più lungo rispetto la via diretta e lineare che sale dalla chiesetta,ma era giusto per capire che giro facesse: dopo km. 4,06 e 85 minuti di cammino,siamo giunti alla sella di quota m. 2030 circa dove vi è la strada alta che scende per la Baita Meriggio (il cartello da 0,30) con un traverso riducendone il giro per poi proseguire.

Il tempo per ora tiene,le nuvole alte permettono di vedere un buon panorama e per Gianluigi è tutta una nuova scoperta e l'idea di salire con la neve e la possibilità di scendere con la tavola,è molto invitante. Ora procediamo su sentiero e giunti quasi sulla dorsale sento il rumore del generatore di corrente che è sito alla Baita La Piada dove vi passiamo a monte dove si perviene alla sella di quota 2138 dopo km. 5,400 e 113 minuti di cammino e un dislivello di +773 m.

Chiedo cosa vogliono fare e tutti sono concordi per salire in vetta dove si vedono già altre due persone: qui vi è la possibilità di abbreviare il percorso scendendo tramite una strada alla Baita Meriggio,per chi non avesse intenzione di salire alla vetta o nel caso che il maltempo si guasta.

Si procede e alle ore 11,00 siamo in vetta al Pizzo Meriggio m.2358 dopo 6,930 km., 147 minuti di cammino e un disl.+986: facciamo una breve sosta ammirando nel frattempo il sempre e stupendo ampio panorama anche se il cielo non è limpido,ma da ugualmente l'impronta suggestiva che questa vetta sa offrire. Alcune voci si librano nell'aria,un gruppo di escursionisti sale percorrendo il sentiero di cresta che si prende al passo Portorella e si nota la fatica che fanno.

 

Si riparte e scendiamo a visitare la Baita La Piada che raggiungiamo alle ore 11,55 dove per entrare si deve prestare attenzione a tutt'intorno perché è tutto un pantano misto agli escrementi delle vacche che qui vengono munte,infatti parte il trattore con il carico di latte: visitiamo la struttura internamente,bella come progettata,ma assai spartana da essere usata solo dai cacciatori (a metterla a posto bene,ne verrebbe fuori uno stupendo rifugio con una vista grandiosa sul lago di Scais e Venina).

Riprendiamo il cammino seguendo la strada sterrata (un breve tratto ripido è in bitume) scoprendo una nuova baita sottostante che mi rende curioso e perveniamo alle ore 12,14 alla Baita Meriggio m.2003 dopo 9,790 km. e 194 minuti di cammino,dove lavorano il latte per farne del formaggio Bitto: la struttura è nuova,il locale dove cucinano è semplice e non ben rifinito dato che l'uso è per la pastorizia. Chiediamo informazioni inerenti alla nuova struttura che abbiamo visto e ci viene detto che si chiama Baita della Tromba e ci dice che sotto di loro vi è un altra struttura nuova di nome Baita Salinò che dovrebbero essere adibite a rifugio.

Da qui si possono scegliere 3 percorsi: rivolgendo lo sguardo verso le retiche,prendendo la strada che va a destra si perviene alla sella di quota 2050 e si scende a Campelli,prendendo la strada di sinistra si va verso la biforcazione per il rifugio Baita La Casera o San Salvatore,prendiamo il sentiero che sale al passo m.2123 che raggiungiamo alle ore 12,49 dopo 10,630 km. e 212 minuti di cammino,da qui ci dirigiamo al rifugio che raggiungiamo alle ore 13,11 dopo 11,53 km. e 227 minuti i cammino e un disl.+1077 -416 dove pranziamo anche se io non avevo previsto tale possibilità,mentre Gianluigi era attrezzato per questa eventualità a cui non dice mai di no,quindi ci prepara un ottimo e abbondante piatto di pasta con sugo e l'aggiunta della "pesteda" (trovata in loco) che insaporisce i piatti dandone risalto (provatela sui pizzoccheri e non solo: a tal proposito a chi è interessato all'acquisto,vi è un'azienda che la vende,ma se passate a Grosio la troverete nei negozi oppure....a Mazzo in Valtellina....).

 

Dopo aver gustato anche la torta,si riparte verso le 15,10, con il sole e qualche ampia schiarita che permette di vedere il cielo: si prende un sentiero che mi era stato suggerito,che aggira il promontorio abbreviandone il tragitto e pervenendo alle ore 15,25 alla bella Baita Nova m.2030 dopo 12,760 km. e 252 minuti di cammino: da qui si procede su strada dove si deve intervenire per riparare alla meglio la suola che si è staccata dallo scarpone di Giuseppe per poi giungere alla Casera m.1950 dopo 13,430 km. e 263 minuti di cammino dove posso fare delle foto all'interno che è ben attrezzato. Poco avanti vi sono le strutture per la lavorazione e la conservazione del formaggio e l'agriturismo Stella Orobica: la meteo è in fase di peggioramento,nubi cupe e minacciose si addensano e mentre scendiamo ecco che alcune gocce annunciano l'imminente e possibile acquazzone che nella zona dei Campelli già si sta abbattendo: si prende il sentiero che scende fino alla decauville che prende in piano a costeggiare a sinistra la lunga valle del Livrio per giungere alle ore 16,25 alla Baita Calchera m.1860 dopo 15,250 km. e 292 minuti di cammino.

Breve sosta per scattare alcune foto dove riscontro un cambiamento particolare: è stata portata l'acqua all'interno della baita con tanto di lavello,ma è stata sacrificata eliminandola,la stufa che sinceramente è più comoda del camino per cucinare (secondo il mio parere) e riscaldare: volendo potrebbero metterne una vicino al camino al posto della panchina.

 

Nel frattempo non piove più e ricominciamo a metterci in cammino: ritornati al bivio si scende sulla strada dove a sinistra vi è un baita rimessa a nuovo,si prende a destra e in salita fino a giungere alla curva incrociando la strada che a sinistra in discesa porta a San Salvatore,mentre a destra sale verso la Baita Meriggio/rifugio Baita La Casera.

Procediamo sul lungo traverso,poi Gianluigi trova un sentiero: non è quello ufficiale tant'è che non è segnalato,ma lo seguiamo dato che la direzione è giusta nonostante qualche timore di sbagliare percorso e dover risalire....si procede arginando i molti alberi caduti e alla fine usciamo in una radura che riconosciamo perfettamente dato che vi siamo giunti con la neve da sinistra (visibile il sentiero anch'esso non segnalato) e poi eccoci alle ore 17,55 sulla sterrata a quota 1590, la strada bassa che collega la zona di San Salvatore con Campelli,dopo 19,470 km. e 363 minuti di cammino.

Ora prendiamo a destra,(mentre a sinistra si scende ad un altro incrocio dove a sinistra si riprende a salire in direzione della Baita Meriggio/rifugio Baita La Casera,diritto si giunge al parcheggio del parco e a San Salvatore per poi scendere ad Albosaggia), in piano fino alle ultime case dove vi è una fontana e delle sculture a monte,poi la strada procede un poco in salita e poi in discesa e vi assicuro che è lunghissima e finalmente si giunge ad un incrocio dove da destra proviene una strada più larga,noi proseguiamo in discesa passando dalle case alte di Campelli dove la vista spazia sulla valle mentre il sole risplende regalandoci un fine giornata spettacolare,fino a giungere al parcheggio di Campelli alle ore 19,40 per un totale di 24,470 km. e 442 minuti di cammino effettivo. Quest'ultimo tratto è lungo ben 5,300 km. e lo abbiamo percorso in ore 1,20 (80 minuti),in questo caso meglio la strada più alta che sono 30 minuti e l'intervento allo scarpone è riuscito benissimo resistendo fino al parcheggio dopo ore di cammino.

Nonostante il dislivello superi di poco i 1100 m. (da non sottovalutare) i km. sono stati parecchi e ben superati da Tilde e Giuseppe con cui ci complimentiamo: superare i 2000 m. di dislivello non vuol dire che si faccia più fatica rispetto i km. che si macinano con meno dislivello....tutto ciò dipende dal modo in cui si affronta la Montagna!

 

 

Ciao a tutti e alla prossima!


Tourengänger: Alberto, clotilde, gianluigi


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