Cima di Valtendra... quasi.
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Domenica libera... incredibilmente la terza nell'ultimo mese!
Boicottata allegramente la proposta del
Poge... per l'ipotesi dei 1700 di dislivello... ma ancor più per l'irricevibile previsione di una partenza poco dopo le 5 nel giorno di inizio dell'ora legale... ancora con Matteo (ormai vicino al suo record stagionale di uscite!) decidiamo per questa cima che periodicamente mi si ripropone, ma mai ho avuto l'occasione di salire, pur essendoci passato sotto più d'una volta.
Oggi forse è la volta buona... forse...
Da S.Domenico ci portiamo all'Alpe Ciamporino coi due tronconi di seggiovia... riduciamo così il dislivello totale di circa 500 metri... non sono orgoglioso di questa scelta... ma se li avessi avuti nelle gambe sarei andato a far la gita con Andrea...
Pelliamo.
Dall'Alpe seguendo le piste (ma cercando di non calpestarle... pena l'arresto, a detta della bigliettaia... ma più prosaicamente per evitare di essere centrati da certi proiettili umani che sbucano improvvisamente dai cambi di pendenza...) ci portiamo al Colle di Ciamporino.
Peccato per il carosello di piste ed impianti... perchè è proprio un bel posto: lo sguardo spazia tra una miriade di cime... alcune note, altre meno... la mente torna a ricordi anche lontani e li ripropone limpidi e cristallini come se fossero dell'altro giorno... l'occhio cerca i monti dell'amata Formazza... il cuore e il pensiero vanno ad un amico perso (?) lassù... tanti anni fa...
Spelliamo.
Scendiamo, circa 200 metri, fin quasi al fondo della valle Bondolero. Con circospezione. La neve è un crostone non facilmente sciabile... ma arriviamo in fondo senza danni.
Ri-pelliamo.
Risaliamo la parte terminale della valle, verso sinistra, prima dolcemente, poi un ultimo tratto un po' più ripido ci deposita al Passo di Valtendra.
Da qui, per pigrizia, seguiamo la traccia di altri due skialper... siamo consapevoli che non è l'itinerario corretto (o meglio, non è quello riportato sulla descrizione che abbiamo in mano), quindi non ci sono scusanti. Risaliamo il pendio tenendoci a sinistra della direttrice della vetta, ma... poco sotto la fascia di roccette terminale dovremmo attraversare un pendio ripido, abbastanza ampio... si nota chiaramente la traccia di un grosso distacco, ed altrettanto chiaramente vediamo che è ricoperto da un discreto strato di neve nuova, non coesa col sottofondo... non ci fidiamo, ed esclusa l'ipotesi della discesa e risalita dalla parte corretta (ormai è tardi e fa molto caldo), decidiamo di fermarci qui.
La scelta ci brucia un po'. Ma, come detto, è solo colpa nostra.
Ri-spelliamo.
Fino al passo la sciata è così-così, un po' di crosta, ma più o meno addomesticabile. Dal passo giù in val Bondolero su neve perfettamente trasformata (al limite della granita) ci regala una bella serie di curve, curvette e curvoni. Cerchiamo di tenere la destra per sfruttare al meglio i tratti un po' più pendenti. Riusciamo a guadagnare qualche metro rispetto al cambio d'assetto della mattina.
Ri-ri-pelliamo... per l'ultima volta oggi.
In un clima da forno a microonde risaliamo ancora al Colle di Ciamporino. Matteo è un po' provato. Io, stranamente, vado meglio di stamattina.
Ri-ri-spelliamo.
Da qui, per piste (dopo il primo tratto ripido tenere la sinistra per portarsi sulla quella di rientro), scendiamo alla stazione intermedia della seggiovia. La pista poi sarebbe chiusa. Facciamo finta di niente e, con molta nonchalance, ce la godiamo tutta fino a San Domenico. Effettivamente la neve sta andando in pappa e verso la fine ci sono dei tratti con terra e sassi affioranti. Comunque gli sci li togliamo solo al parcheggio... senza un graffio.
Terzo tempo al baretto e poi via verso casa.
Morale della giornata: non dare sempre retta a chi sta davanti, usa la testa... ma si sa, la pigrizia è una brutta bestia.
P.S.: Le foto fanno schifo, lo so... ma è quello che mi concede il telefono... la macchina era a casa. Comunque danno un'idea dell'ambiente.
Boicottata allegramente la proposta del

Oggi forse è la volta buona... forse...
Da S.Domenico ci portiamo all'Alpe Ciamporino coi due tronconi di seggiovia... riduciamo così il dislivello totale di circa 500 metri... non sono orgoglioso di questa scelta... ma se li avessi avuti nelle gambe sarei andato a far la gita con Andrea...
Pelliamo.
Dall'Alpe seguendo le piste (ma cercando di non calpestarle... pena l'arresto, a detta della bigliettaia... ma più prosaicamente per evitare di essere centrati da certi proiettili umani che sbucano improvvisamente dai cambi di pendenza...) ci portiamo al Colle di Ciamporino.
Peccato per il carosello di piste ed impianti... perchè è proprio un bel posto: lo sguardo spazia tra una miriade di cime... alcune note, altre meno... la mente torna a ricordi anche lontani e li ripropone limpidi e cristallini come se fossero dell'altro giorno... l'occhio cerca i monti dell'amata Formazza... il cuore e il pensiero vanno ad un amico perso (?) lassù... tanti anni fa...
Spelliamo.
Scendiamo, circa 200 metri, fin quasi al fondo della valle Bondolero. Con circospezione. La neve è un crostone non facilmente sciabile... ma arriviamo in fondo senza danni.
Ri-pelliamo.
Risaliamo la parte terminale della valle, verso sinistra, prima dolcemente, poi un ultimo tratto un po' più ripido ci deposita al Passo di Valtendra.
Da qui, per pigrizia, seguiamo la traccia di altri due skialper... siamo consapevoli che non è l'itinerario corretto (o meglio, non è quello riportato sulla descrizione che abbiamo in mano), quindi non ci sono scusanti. Risaliamo il pendio tenendoci a sinistra della direttrice della vetta, ma... poco sotto la fascia di roccette terminale dovremmo attraversare un pendio ripido, abbastanza ampio... si nota chiaramente la traccia di un grosso distacco, ed altrettanto chiaramente vediamo che è ricoperto da un discreto strato di neve nuova, non coesa col sottofondo... non ci fidiamo, ed esclusa l'ipotesi della discesa e risalita dalla parte corretta (ormai è tardi e fa molto caldo), decidiamo di fermarci qui.
La scelta ci brucia un po'. Ma, come detto, è solo colpa nostra.
Ri-spelliamo.
Fino al passo la sciata è così-così, un po' di crosta, ma più o meno addomesticabile. Dal passo giù in val Bondolero su neve perfettamente trasformata (al limite della granita) ci regala una bella serie di curve, curvette e curvoni. Cerchiamo di tenere la destra per sfruttare al meglio i tratti un po' più pendenti. Riusciamo a guadagnare qualche metro rispetto al cambio d'assetto della mattina.
Ri-ri-pelliamo... per l'ultima volta oggi.
In un clima da forno a microonde risaliamo ancora al Colle di Ciamporino. Matteo è un po' provato. Io, stranamente, vado meglio di stamattina.
Ri-ri-spelliamo.
Da qui, per piste (dopo il primo tratto ripido tenere la sinistra per portarsi sulla quella di rientro), scendiamo alla stazione intermedia della seggiovia. La pista poi sarebbe chiusa. Facciamo finta di niente e, con molta nonchalance, ce la godiamo tutta fino a San Domenico. Effettivamente la neve sta andando in pappa e verso la fine ci sono dei tratti con terra e sassi affioranti. Comunque gli sci li togliamo solo al parcheggio... senza un graffio.
Terzo tempo al baretto e poi via verso casa.
Morale della giornata: non dare sempre retta a chi sta davanti, usa la testa... ma si sa, la pigrizia è una brutta bestia.
P.S.: Le foto fanno schifo, lo so... ma è quello che mi concede il telefono... la macchina era a casa. Comunque danno un'idea dell'ambiente.
Tourengänger:
Daniele

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Kommentare (6)