Testa del Rutor da Bonne
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La prima difficoltà di questa gita sta nell'orario di partenza: ci troviamo in tre (io, Fabiano e Giuliano) alle 3 di notte all'ippodromo di Varese, bene o male, nonostante nessuno abbia praticamente dormito, arriviamo a Bonne, in Valgrisanche quando inizia a schiarire, la vista dell'inutile diga è sempre sconsolante e così l'innevamento che, nonostante si sia a 1800 metri, non è decisamente abbondante.
Ci prepariamo, mettiamo gli sci sullo zaino ed iniziamo a camminare seguendo la stradina che sale . I cartelli marroni indicano Arp Vieille ma anche Testa del Rutor, non si può sbagliare.
Saliamo chiacchierando quando Giuliano si china per raccogliere qualcosa di luccicante: è una moneta da 1 euro...pochi passi e ne troviamo altre...alla fine ragrannelliamo 9 euro che ci ripromettiamo di investire a fine gita in birra per bere alla salute del generoso "Pollicino" che ha disseminato il percorso di monete.
La strada sale zigzagando ma vi sono diversi tagli che permettono di salire più direttamente, arriviamo all'alpeggio di Arp Vieille e, finalmente, calziamo gli sci.
Dalle baite proseguiamo in direzione Est e raggiungiamo i ruderi del ricovero Cap. Crova a 2405 metri, continuiamo ancora in direzione Est per un centinaio di metri di dislivello per poi puntare a Nord, verso una caratteristica fiamma chiara che si staglia su un fondale di rocce scure, risalendo un ripido pendio. Io e Fabiano lo facciamo sci ai piedi con infiniti dietrofront, Giuliano preferisce ricaricare gli sci sullo zaino e salire diritto con i ramponi ai piedi, alla fine ci impiegherà lo stesso tempo nostro.
Dalla fiamma puntiamo al valico a circa 3000 metri che immette sul Ghiacciaio di Morion, da questo punto si vedono i resti del rifugio Scavarda, bruciato qualche tempo fa, un'ottantina di metri più in basso.
Dal valico ci abbassiamo di una trentina di metri in direzione Ovest per poter contornare delle rocce, quindi grande traverso in direzione Ovest e poi Nord per superare il contrafforte che scende dal Colle del Rutor, ora non ci resta che risalire il canale, piuttosto ripido, che ci porta al Colle del Rutor dove ci sono i ruderi della Capanna Deley. Giuliano decide di fermarsi qui, io e Fabiano facciamo una breve sosta e ripartiamo in direzione Sud Ovest verso la vetta, non prima di esserci coperti per bene visto che qui c'è un gran vento.
Un paio di foto in vetta, un'occhiata al panorama e torniamo al colle dove ci aspetta Giuliano.
In discesa seguiamo le tracce di salita fino al termine del grande traverso, la neve è perfettamente trasformata e ci offre una gran sciata, poi ci spostiamo verso Est e raggiungiamo l'orlo della bastionata a quota 3100 metri circa per imboccare uno stretto e ripido canale (45°) che permette di scendere nell'anfiteatro sottostante dove, voltando verso Sud Est, si ritrovano le tracce di salita.
Il canale è decisamente stretto ma breve e la neve è buona: con quattro salti siamo giù
Da dire che l'individuazione del canale non è semplicissima ma noi eravamo preceduti da un paio di francesi che evidentemente conoscevano bene il percorso.
Riusciamo a scendere un po' sotto l'Arp Vieille seguendo delle lingue di neve poi solo prati, rimettiamo gli sci sullo zaino e, con calma, visto che le gambe sono decisamente provate e la stanchezza si fa sentire, scendiamo lungo la strada fino a Bonne.
Come programmato investiamo gli euro trovati in una birra a testa in un bar di Bonne aggiungendoci anche una bella tagliata ed un caffè.
Poi viene la parte più dura, il ritorno a casa: esaurita l'adrenalina della gita tutta la stanchezza e la mancanza di sonno si fanno sentire, con diversi cambi alla guida e diverse soste-caffè agli autogrill comunque riusciamo a tornare a casa sani.
Gran gita, nonostante il "portage" l'itinerario è decisamente bello e la vista dalla cima eccezionale: i 4000 valdostani e un gran colpo d'occhio sulle montagne della vicina Vanoise.
La neve perfetta poi ci ha permesso di fare una sciata memorabile.
Ci prepariamo, mettiamo gli sci sullo zaino ed iniziamo a camminare seguendo la stradina che sale . I cartelli marroni indicano Arp Vieille ma anche Testa del Rutor, non si può sbagliare.
Saliamo chiacchierando quando Giuliano si china per raccogliere qualcosa di luccicante: è una moneta da 1 euro...pochi passi e ne troviamo altre...alla fine ragrannelliamo 9 euro che ci ripromettiamo di investire a fine gita in birra per bere alla salute del generoso "Pollicino" che ha disseminato il percorso di monete.
La strada sale zigzagando ma vi sono diversi tagli che permettono di salire più direttamente, arriviamo all'alpeggio di Arp Vieille e, finalmente, calziamo gli sci.
Dalle baite proseguiamo in direzione Est e raggiungiamo i ruderi del ricovero Cap. Crova a 2405 metri, continuiamo ancora in direzione Est per un centinaio di metri di dislivello per poi puntare a Nord, verso una caratteristica fiamma chiara che si staglia su un fondale di rocce scure, risalendo un ripido pendio. Io e Fabiano lo facciamo sci ai piedi con infiniti dietrofront, Giuliano preferisce ricaricare gli sci sullo zaino e salire diritto con i ramponi ai piedi, alla fine ci impiegherà lo stesso tempo nostro.
Dalla fiamma puntiamo al valico a circa 3000 metri che immette sul Ghiacciaio di Morion, da questo punto si vedono i resti del rifugio Scavarda, bruciato qualche tempo fa, un'ottantina di metri più in basso.
Dal valico ci abbassiamo di una trentina di metri in direzione Ovest per poter contornare delle rocce, quindi grande traverso in direzione Ovest e poi Nord per superare il contrafforte che scende dal Colle del Rutor, ora non ci resta che risalire il canale, piuttosto ripido, che ci porta al Colle del Rutor dove ci sono i ruderi della Capanna Deley. Giuliano decide di fermarsi qui, io e Fabiano facciamo una breve sosta e ripartiamo in direzione Sud Ovest verso la vetta, non prima di esserci coperti per bene visto che qui c'è un gran vento.
Un paio di foto in vetta, un'occhiata al panorama e torniamo al colle dove ci aspetta Giuliano.
In discesa seguiamo le tracce di salita fino al termine del grande traverso, la neve è perfettamente trasformata e ci offre una gran sciata, poi ci spostiamo verso Est e raggiungiamo l'orlo della bastionata a quota 3100 metri circa per imboccare uno stretto e ripido canale (45°) che permette di scendere nell'anfiteatro sottostante dove, voltando verso Sud Est, si ritrovano le tracce di salita.
Il canale è decisamente stretto ma breve e la neve è buona: con quattro salti siamo giù
Da dire che l'individuazione del canale non è semplicissima ma noi eravamo preceduti da un paio di francesi che evidentemente conoscevano bene il percorso.
Riusciamo a scendere un po' sotto l'Arp Vieille seguendo delle lingue di neve poi solo prati, rimettiamo gli sci sullo zaino e, con calma, visto che le gambe sono decisamente provate e la stanchezza si fa sentire, scendiamo lungo la strada fino a Bonne.
Come programmato investiamo gli euro trovati in una birra a testa in un bar di Bonne aggiungendoci anche una bella tagliata ed un caffè.
Poi viene la parte più dura, il ritorno a casa: esaurita l'adrenalina della gita tutta la stanchezza e la mancanza di sonno si fanno sentire, con diversi cambi alla guida e diverse soste-caffè agli autogrill comunque riusciamo a tornare a casa sani.
Gran gita, nonostante il "portage" l'itinerario è decisamente bello e la vista dalla cima eccezionale: i 4000 valdostani e un gran colpo d'occhio sulle montagne della vicina Vanoise.
La neve perfetta poi ci ha permesso di fare una sciata memorabile.
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