Giro al M Foldone (1502 mt) con puntatina al Pizzo Cerro (1285 mt)
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Et voilà Catremerio , altro piccolo borgo situato tra la Val Brembilla e la Val Brembana, punto di partenza di questa mia nuova escursione .
Parcheggiata l’auto in prossimità della chiesa (980 mt ), trovo subito il sentiero 595 direzione M. Foldone (1502 mt), la palina Cai indica come tempistica 2h30. E’ una bella mulattiera, il fondo è un misto di sassi dolomici e terra, con pendenza moderata, a parte brevi strappi. Arrivato in prossimità di un capanno ben tenuto, un cartello sulla pianta mi avvisa di seguire il sentiero a sx durante il periodo di caccia, ma ora che non si sente neanche un “colpo”, seguo dritto per il 595 che passa vicinissimo al roccolo. Qua incontro Gigi, escursionista solitario che ha come meta anche lui il Foldone, rompo gli indugi e lo invito al dialogo, cerco di capire da che parte del Mondo vive ed ecco che da qua in poi, ci faremo buona compagnia. Il sentiero è piacevole e cammino spedito all’ombra di una faggeta , qua e la, lambisco baite semidiroccate , costruite in un passato rurale che si sta perdendo divorato dal bosco. Prendo quota e nella zona più ombreggiata del percorso, comincio a trovare la neve e la cosa non mi piace per niente, Gigi mi dice che in questo tratto, la settimana scorsa ha dovuto rinunciare all’escursione, perché grandi scariche di “materia bianca” e detriti ne ostruivano il passaggio. Oggi non è così problematico il percorso ma c’è ancora diversa neve, 10/20 cm, in alcuni punti anche di più, la temperatura è alta e io che non ho intenzione di farmi incorniciare in una “immaginetta” a mio ricordo, controllo i ripidi pendii che mi sovrastano. Il passo si fa più lento e la neve aumenta in prossimità di un roccolo posto su una selletta, a sx si va al Castello Regina, a dx M. Foldone seguendo sempre il 595. Anche qua, discrete masse di neve “scivolate” dalle pareti quasi verticali, mi impediscono un po’ il passaggio, una flebile traccia, non mi fa desistere dal continuare. Adesso sono ai piedi di un canalone, l’ennesima “scarica” ha coperto il sentiero e da subito s’intuisce che non sarà semplice risalirlo, io e Gigi zigzaghiamo nel bianco e ci alterniamo nello “spingere”. Fossimo stati in bicicletta, sembravamo Coppi e Bartali al Col du Galibier nel mitico Tour de France del ’52… (ho esagerato? J). Eccomi arrivato su un forcellino, continuando a Nord si arriva al Sornadello, mentre il 595 stenta ancora a comparire… Per non camminare ancora nella neve, io e Gigi decidiamo di risalire un pendio erboso che dovrebbe portarci alla vetta , qua è talmente ripido che il cuore lo sento battere in gola e vampate di calore mi cambiano il colorito del viso; passo dal blu cobalto al verde ramarro con una certa nonchalance e la mia espressione facciale è sempre più simile a quella di Paolo Panelli nei suoi grandiosi sketch! Olmo invece, viaggia spedito manco pe’ li cojoni. Si procede a vista e senza capire bene dove sia il punto più alto, e la situazione è oltremodo delicata perché la neve ritorna a comparire con un certo spessore. Tagliamo velocemente in diagonale e seguiamo una piccola fenditura tra due “fette” di neve, mentre lo facciamo ci accorgiamo che la “fetta” inferiore si muove a vista d’occhio, pronta a scendere nel canalone sottostante. Sono/siamo sulla colma e mi guardo attorno, noto che qua non c’è nemmeno un qualsivoglia segnale che dia il benvenuto all’escursionista. Poco male, vedo un paio di roccette asciugate dal sole cocente e mi fermo per la meritata siesta. 2h 15 da Catremerio. Il panorama è piacevole e spazia dalle Grigne all’Alben, dal Sodadura al Golèm. A Sud il Corèn e il Regina ospitano alcuni escursionisti. Sono le 11:30 e abbiamo finito il rancio, io e Gigi valutiamo che non è il caso di salire al Regina come da prime intenzioni causa neve abbondante, e con calma olimpica si ritorna per il 595. Ripassiamo ancor più velocemente la fenditura, e abbandoniamo il “campo” prima che il calore complichi ulteriormente la situazione già di per sé non bellissima. Mentre ripassiamo sotto la vetta del Regina, piccole “scariche” scendono proprio dietro a noi sino a lambirne il sentiero, io e Gigi, con un cenno d’intesa acceleriamo il passo… Una certa sensazione di calore, alberga laddove il coccige regna sovrano!
Lasciato alle spalle la neve, ora la mulattiera si fa un’altra volta piacevole, ed arrivato ad una fonte con una scultura in legno, mi fermo per bere e togliere le ghette. Dopo il pit stop, io e Gigi decidiamo di puntare per il P. zo Cerro, per arrivarci c’è un comodo sentiero, ma noi , astute faine, ci complichiamo la vita risalendo un ripido pendio boscoso, sbucando in prossimità di un crocevia a 2 min. dal rif. Lupi di Brembilla , poi, altri 2 min. per il Pizzo. 1h30 dal Foldone. Prima di ritornare alla macchina (in30 min.), tappa al rifugio per una bibita e quattro chiacchere, mi godo il panorama e… ho già deciso dove sarà la prossima escursione!
Nota1: Bel giro, anche se, senza la neve sarebbe stato ancora più bello. Comunque va bene così. Il mio personale consiglio è quello di aspettare ancora una settimana per camminare da queste parti in sicurezza, siate prudenti più di quanto lo sono stato io.
Nota2: 600 mt circa di dislivello e 4h15 di cammino A/R. (in queste condizioni).
Con me ha camminato ol Gigi da Fara, che ringrazio per la simpatica compagnia.
A la Prochaine. Domenico e Olmo

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