Costa occidentale del Monte San Primo: un altro anello
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Da diverso tempo il Monte San Primo faceva parte dei miei rimorsi non avendolo mai salito (devo essere uno dei pochi in Lombardia, credo). La scorsa settimana dal Monte Lema avevo visto scintillare al sole la sua bella Costa Occidentale e avevo deciso di fare ammenda. Così reperite un po’ di info, principalmente a firma Highlanders, ieri mattina affronto un viaggio lungo non in termini di km ma in termini di tempo a causa di un traffico pauroso. Finalmente arrivo davanti al Municipio di Veleso e lì parcheggio; caricatomi di quanto serviva inizio il mio cammino, che, come avevo appreso, si svolge lungo una strada asfaltata agro-silvo-pastorale a tratti ripida, a tratti comoda ma in complesso noiosa che termina finalmente, dopo più di 3 km, in località Monti di Erno. Lì imbocco un sentiero per la verità a mala pena riconoscibile che non mostra tracce di grandi frequentazioni e che sale diretto a Nord fino ad arrivare ad una sella chiamata La Forcoletta la quale vede alla sua sx (W) alzarsi il Monte Colmenacco mentre a dx (E) inizia la lunga Costa del Monte San Primo. Dopo una doverosa visita al vicinissimo Monte Colmenacco, ottimo balcone a occidente, contento per l’anticipo sulla tabella di marcia, torno alla sella; indosso le ghette, e inizio la mia salita verso il San Primo. A dire la verità, quando avrò percorsa tutta la Costa, mi verrà alla mente il paragone con le cento gobbe di uno di quei bellissimi draghi cinesi. Questo sia riguardando il profilo e le foto scattate che mostrano almeno cinque elevazioni prima di giungere alla Vetta. La prima che si sale è il Piz del Lusèr che nel mio gasato immaginario vedevo già come conclusione della mia gita e invece, dopo di lei, ecco apparire la prossima cima; “vabbè, penso, sarà quella”. Invece arrivato anche sulla successiva mi si mostra in tutta la sua lontananza la mia vera meta, firmata da una gigantesca e inconfondibile antenna. La mia baldanza scompare assieme al ricordo di quanto ho letto; e sì, ci sarà ancora da faticare parecchio anche per via della neve che battuta, rifusa, ventata, scomparsa, cedevole, portante mi da il mio bel da fare. Ma l’ostinazione non ammette dietro front e proseguo anche quando l’orologio va ben oltre le tre ore indicate dalla segnaletica e anche oltre le 3h e ½ dei miei preventivi . Alla fine le ore saranno quattro ma la soddisfazione è tanta comunque. In vetta, oltre alla Croce e alla mega-antenna, trovo due giovani al riparo dal vento dietro la baracca dell’antenna che saluto. Conversano amabilmente; lei, una bella biondina, ride spesso ed entrambi sembrano divertirsi parecchio e godere della loro gita. Mentre ammiro il panorama li osservo e penso: “Beati questi due ragazzi; chissà cosa li aspetterà? Chissà quante montagne visiteranno assieme e forse porteranno assieme lo zaino di una vita comune…..o forse no….magari dopo questa gita si perderanno di vista e avranno altre persone accanto a loro….”. Beh, pensieri che lasciano il tempo che trovano ma la montagna, ieri, era anche questo.
Tornando a me, osservo il ripidissimo costone che scende diritto in direzione NW e che porterebbe in località Monti di Là semprechè uno riuscisse a non scivolare giù. Di questo avevo letto e mi ero preparato mettendo nello zaino anche dei ramponi pensando che mi sarebbero stati utili in caso di neve. Però la situazione è ottimistica: il filo del costone vede alla sua dx neve, neanche tanta, e alla sua sx erba ormai liberata. Quindi tengo la sx e scendo lungo il pendio non negandomi però alcuni begli scivoloni sulla famigerata erba “pagliona” (la chiamo così anche se avrà un nome scientifico ma chiunque legga sa bene cosa intendo). In breve arrivo ai Monti di Là dove vengo accolto dall’abbaiare di due simpatici cagnoloni che sono all’interno della proprietà agricola e che in realtà vorrebbero proprio correre un po’ con questo nuovo venuto. Qui ritrovo la stradina A.S.P. (agricolo-silvo-pastorale) che dopo circa 20’ mi fa chiudere l’anello riportandomi a Veleso da dove ero partito.
Un gran bel giro e……finalmente ho visto il Monte San Primo con il suo Drago cinese.
P.S.: Per il ritorno ho cambiato itinerario guadagnandoci in salute e ammirando il bellissimo Pian del Tivano, nuovo anch’esso per me, che in assonanza con località come Brinzio (VA) offre ai fondisti tanta neve a soli 1000m di altezza.
I tempi:
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Veleso (Parking) |
0 |
0 |
Monti di Erno |
0:50 |
0:50 |
Forcoletta |
0:33 |
1:23 |
Monte Colmenacco |
0:06 |
1:29 |
Forcoletta |
0:08 |
1:37 |
Monte San Primo |
2:28 |
4:05 |
Monti di Là |
1:01 |
5:06 |
Veleso (Parking) |
0:32 |
5:38 |
Pillole….del giretto:
Dislivello 997 m
Lunghezza totale 11,9 km
Tempo totale lordo 5h38’
Soste totali 15’
Tempo totale netto 5h23’

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