Trekking Val Pellice-Queyras-Val Varaita 03-12 Agosto
1° Giorno
Posteggio all’entrata della borgata di Villanova Pellice. Prendiamo la sterrata in salita lasciandola al primo cartello segnavia. Il sentiero sale a tagliare la strada fino al punto che si è costretti a seguirla. Si raggiunge un bivio, andiamo a dx e raggiungiamo la Malga Giulian. Ora nuovamente sentiero raggiungiamo il Colle Giulian, dove salutiamo un altro trekker, belga ma di origine sarda, che sta percorrendo la GTA, lui scende noi proseguiamo in cresta per il Monte Giulian. Dalla cima raggiungiamo la militare che comodamente ci porta al Passo Brard. Perdiamo un po’ di quota e nel punto esatto di risalita arrivano improvvisamente i primi tuoni, qualche goccia da cui ci ripariamo con l’ombrello e velocemente torna il sereno nonostante i tuoni continuino a farsi sentire. Raggiunto il Colletto Gran Guglia il temporale è ormai lontano, lasciamo gli zaini al colle e saliamo la vicina cima. Salita non banale, su qualche placca e piuttosto esposta. Per la discesa utilizziamo una traccia che scende verso il rifugio per poi risalire al Colle. Ripresi gli zaini velocemente siamo al rifugio Lago Verde. Sistemazione in cameretta, cena e colazione spettacolari. Ottimo servizio.
Dislivello salita 1989 m- discesa 636 m km 17,30
2° Giorno
Lasciamo il rifugio all’alba e saliamo ripidamente al Colletto Bucie; invece che scendere un poco e andare a imboccare il canale che raggiunge la Passetta, dove comincia la cresta NE del Bucie (Via normale dalla Val Germanasca), disgraziatamente decidiamo di raggiungerla proseguendo lungo la cresta (bolli) per raggiungere la forcella, tagliando alla base le rocce del Grand Fournas. Il canale è uno schifo di sfasciumi ma raggiungerlo per cresta è certamente peggio. Un saltino di roccia ci blocca e per passarlo diversamente le cose si complicano per via della roccia marcissima, meglio il canale. Raggiunta in qualche modo la Passetta seguendo i bolli ci portiamo sul versante italiano su blocchi di roccia migliore. I bolli diventano bianchi e bisogna fare attenzione nel trovarli. Arriviamo davanti ad una parete, andiamo a dx infilandoci in una spaccatura tra sassi, ora una breve cengia costituita da sassi incastrati porta ad un facile saltino in salita, siamo ormai a pochi metri dalla cresta. Raggiunto un evidente ometto risaliamo gli ultimi metri con facile arrampicata compiendo una sorta di S. La cresta è breve ma molto esposta. In cima non troviamo nulla. Foto ricordo e ricerca dei bolli rossi che indicano la cresta S (Via normale dalla Val Pellice). Scendiamo per placche, la roccia tiene ma fa lo stesso impressione, e spostandoci sempre più verso sx raggiungiamo la prima catena che ci fa raggiungere un sentierino. Lo percorriamo per poco e poi ricominciano le catene, non difficili ma una specialmente piuttosto faticosa. Al termine delle catene con sentiero raggiungiamo il bivacco Soardi gestito come rifugio in estate. Su suggerimento dei gestori del rif. Lago Verde dal Colle del Bucie traversiamo sotto il Bric Bucie fuori sentiero e riprendiamo a salire per prati per raggiungere il lago Chamussiere. Dal lago sempre per traccia raggiungiamo il colle soprastante e in traverso raggiungiamo il colle d’Abries da dove potremmo scendere direttamente al rifugio ma decidiamo di risalire e raggiungere per sentiero il Colle Preveire e da lì tornare al rif. Lago Verde.
Dislivello salita 825 m - discesa 832 m - Km 7,60
3° Giorno
Dalla bandiera davanti al rifugio Lago Verde scendiamo fino al bivio per il Colle Frappier. Lunga risalita su prati con fioriture spettacolari. Il colle rimane un po’ a dx della caserma ben visibile dal basso. Raggiunto il colle proseguiamo verso la caserma e per buona traccia a mezza costa la dorsale del Gran Queyron. Ripassiamo sotto la cima e per ottima traccia raggiungiamo la vetta, forse c’è anche un percorso che rimane più alto, dalla cima si vedeva una traccia. Torniamo però sui nostri passi per tentare di raggiungere l’omino di vetta della Punta Rasin, ma dobbiamo desistere perché dovremmo scendere troppo per evitare un tratto per noi impossibile da passare. Torniamo alla caserma, recuperiamo gli zaini e saliamo alla Punta Frappier. Quindi discesa sul versante opposto e lunga discesa del vallone, fino a raggiungere la strada sterrata che risale al Rifugio Alpe Plane. Camera con lenzuola, bagno, cena e colazione con prodotti tipici della malga.
Dislivello salita 1081 m - discesa 1518 - Km 16,70
4° Giorno
Scendiamo a prendere la strada di fondovalle fino a circa 1900 m, dopo un altro alpeggio, attenzione perché il cartello per chi scende non è visibile. Rintracciamo nell’erba i bolli gialli per il Colle Ramiere, il sentiero solo all’inizio è poco evidente, poi sempre ben segnato raggiunge la pietraia. In vista della caserma al colle il percorso si sposta, tutto a sx del vallone, ancora qualche chiazza di neve. Pausa al colle e poi facile salita all’omonima cima. Dalla croce ci spostiamo ora sul versante opposto, ometti e un’evidentissima traccia ci conduce prima ripidamente su sfasciumi poi su idilliaci prati al Colle Thuras. Dal Colle una lunghissima serpentina raggiunge una chiesetta, poi ancora un po’ di sentiero e infine sterrata che arriva a Le Roux. Noi dobbiamo scendere ancora fino ad Abries. Tagliamo i primi tornanti tramite un sentierino semi-abbandonato, anche se dovrebbe essere un sentiero didattico visto i paletti numerati dopo di che ci apprestiamo a proseguire lungo la strada asfaltata ma un cortese francese si offre di darci uno strappo in auto facendoci risparmiare un paio di chilometri. La Gite d’etape strutturalmente non è un granché, la camera ha 8 posti con finestrini microscopici, i bagni così così ma la doccia è buona. La cena abbondante e ottima, consommé, salsiccia con contorno di tagliatelle al ragù (tipico dei francese), l' insalata arriva dopo!, formaggi e crostata.
Dislivello salita 1417 m - discesa 1950 m - Km 20,10
5° Giorno
Dalla Gite d’Etape torniamo al ponte di entrata all’inizio al paese, lo attraversiamo e risaliamo i prati davanti a noi entrando in un bellissimo bosco. Senza troppa fatica raggiungiamo il Collet de Gilly, qualche goccia di pioggia ma il peggio sembra sia più a nord. Imbocchiamo ora la cresta erbosa che raggiunge la Sommet de la Lauziere, ometto, il tempo migliora. Cominciamo la discesa in un ambiente che ricorda un poco il parco dello Stelvio. Giunti alla Gite d’Etape di la Monta, attraversiamo il fiume e per sentiero raggiungiamo un altro ponte e tornando un poco indietro raggiungiamo la nostra Gite de’Etape, a L’Echalp Ristolas (4 case). Purtroppo la Gite apre alle 15.30 per cui non essendoci altro, lasciamo gli zaini nei dormitori per fortuna aperti e torniamo a La Monta dove scopriamo che non fanno panini e forse neanche da mangiare boh! Prendiamo da bere e poi mestamente torniamo alla nostra Gite in attesa che apra. Grazie alla nostra previdenza siamo riusciti ad accaparrarci i letti migliori, vicini all’unica finestra, l’ambiente però è molto ampio e la doccia eccezionale! Cena e colazione buoni!
Dislivello salita 1128 m - discesa 986 m - km 16,70
6° Giorno
Piove, saliamo con l’ombrello per un comodo sentiero nel bosco e poi per prati verso dei bellissimi laghi e in seguito al Col Vieux, niente cima Pan di Zucchero, anche se ha smesso di piovere. Tira un vento pazzesco, evitiamo di scendere anche al rifugio e ci dirigiamo direttamente al Colle dell’Agnel. Per sentiero raggiungiamo quello che pensavamo un rifugio, effettivamente è un rifugio alpino ma non fa servizio bar per cui ciccia! Riprendiamo a scendere fino a raggiungere la strada su un tornante, seguiamo la strada fino al Grange del Rio dove riprendiamo il sentiero che con una risalita e poi a mezzacosta e infine discesa ci porta al Rif. Savigliano. (ottimo ma lo conoscevamo! Forse perché eravamo gli unici trekker ci siamo meritati il doppio secondo!).
Dislivello salita 1484 - discesa 1418 - km 23,20
7° Giorno
Giornata campale, già era una tappa lunga ma noi siamo riusciti a peggiorarla, non per colpa nostra ma per una cattiva informazione. Giunti all’arrivo della funivia di Pontechianale chiediamo info sul percorso per i Tre Chiosis, soprattutto se fosse possibile dalla cima scendere verso il rif. Vallanta poiché non avevamo trovato nulla in Internet. Il gestore del rifugio della funivia ci conferma la fattibilità, anzi è un giro che fanno in molti salendo dal vallone di Soustra e scendendo da questa parte. Secondo lui avremmo dovuto trovare una traccia in un vallone che ci avrebbe portato nei pressi del colle della Losetta. Imbocchiamo quindi la strada di servizio che raggiunge l’arrivo del secondo skilift poi per buon sentiero arriviamo ai piedi dei Tre Chiosis, una ripida salita e siamo alla croce di vetta. La cima, un ampio pianorone, lo percorriamo fino a raggiungere degli ometti sul lato opposto alla croce dove una debole traccia e un piccolo ometto sembrano indicare un percorso di cresta. Seguiamo la traccia che ci porta a tenere bene o male la cresta e di valloni sul lato Vallanta non c’è ombra, anzi tutto precipita a valle! Ci spostiamo sul lato del vallone di Soustra, più percorribile ma la traccia su sfasciumi scende per cui noi risaliamo in cresta, ma non c’è nulla da fare di qua non si va da nessuna parte. Si potrebbe forse scendere nel Vallone di Soustra e poi risalire al P.so della Losetta, ma non ne siamo sicuri, da come ci aveva fatto vedere sulla carta la traccia secondo lui doveva essere sul vallone di Vallanta, a nostra parere poco fattibile però! Torniamo per cui in cima, scendiamo quasi di corsa tenendo sott’occhio il sentiero che rimane a mezzacosta sul Vallanta, per nostra fortuna non dobbiamo tornare fino alla funivia, ma riusciamo a tagliare e raggiungere il sentiero nei pressi del balcone panoramico sul Monviso. Senza indugi ma con poche speranze di riuscire ad essere al Rif. Granero per tempo, percorriamo velocemente il sentiero fino al Rif. Vallanta. Siamo in netto ritardo sui tempi che avevamo previsto per cui decidiamo di avvisare il rifugio che faremo tardi. Ci rispondono di non preoccuparci e di avvisarli nel caso rinunciassimo per non farli preoccupare.
Breve pausa e ripartiamo per il P.so di Vallanta. Lunga discesa al Ref. du Viso che sembra non arrivare mai. Altra breve sosta e infine ultima risalita al Colle Selliere che per fortuna sale gradualmente con bellissimi scorci panoramici, tranne l’ultimo tratto dove s’impenna. Ci arriviamo che sono le 17,00, i cartelli danno 1 ora al rifugio per cui sostiamo una mezz’oretta e poi giù, qui diversamente dalla salita si scende ripidamente, siamo al rifugio che sono quasi le 18.30 e ci dicono che siamo stati veloci e che non siamo neanche gli ultimi! Accorriamo alle docce prima di perdere il vantaggio, fatti i letti abbiamo ancora del tempo prima di cena e noi che pensavamo di fare tardi! Cena e colazione buone ma pensavo meglio da come me ne avevano parlato!
Dislivello salita 2659 - discesa 1979 - Km 29,40
8° Giorno
Dal rifugio torniamo indietro verso il lago e prendiamo a salire ripidamente su prati, raggiungiamo la pietraia ora con percorso meno ripido, tutto segnato abbondantemente fino a giungere alla pietraia ai piedi del Granero. Qui cominciano gli ometti che portano ad imboccare il canale, di sfasciumi certo ma non peggio di altri già fatti. Ci teniamo dapprima alla sua dx poi lo imbocchiamo, sale con stretti tornantini fino alle roccette sommitali che si superano facilmente. Poco posto in cima. Panorama eccezionale. Ripercorriamo a ritroso il sentiero fino al rifugio. Sosta ricomponimento zaino e poi giù al rifugio/albergo Jervis. Cameretta tutta per noi con piumoni, docce non eccezionali ma libere cena buona ma non come pensavamo, colazione eccellente a buffett (barattolone di Nutella a cui accedere liberamente!).
Dislivello salita 931 m - discesa 1517 - Km 14,40
9° Giorno
Risaliamo le Barricate e un bel sentiero ci porta al Colle dell’Urina. Non scendiamo dal colle ma ci manteniamo alti su percorsi di bestie, raggiungiamo la cresta di fronte a noi, la aggiriamo e siamo a vista del sentiero che da valle sale al Colle Malaura. Sempre fuori sentiero, anche se ci sono dei tratti che sembrano proprio dei percorsi battuti, raggiungiamo il sentiero ufficiale e saliamo al Colle Malaura. Ripidissima discesa a tratti franati e mezzacosta in risalita fino al Colle Boina dove siamo accolti dai latrati di numerosi cani, per nostra fortuna il pastore, anche se a fatica, riesce a richiamarli! Ora ci aspetta la risalita al Colle del Bucie nonché bivacco Soardi. Raggiungiamo il bivacco nella nebbia, facciamo una lunga sosta e per tornare al Rif. Lago Verde dal Colle prendiamo la traccia alta segnata da ometti che riporta al Colletto Bucie, in Francia niente nebbia. Dal Colletto ripida e veloce discesa all’accogliente rifugio Lago Verde, il migliore del trekking in assoluto!
Dislivello salita 1567 m - discesa 693 m - km 12,30
10° Giorno
Risaliamo al Colletto Gran Guglia, visita alla caserma, discesa fino all’incrocio con la militare che porta in cima alla Punta Cerisira, resti di baraccamenti. Dalla punta scendiamo sul sentiero che proviene dal bivacco Soardi e svoltiamo a sx, il sentiero è a tratti un po’ malmesso e da percorrere con attenzione, in alcuni punti è sparito e con zaini grossi si fa più fatica. Raggiungiamo la base della Punta Fiunira, e saliamo in punta. Tornati sul sentiero di discesa si comincia a scendere ripidamente a tornanti su prati, il percorso è abbastanza evidente, segnato anche da paletti in legno e qualche rado bollo, bisogna però fare molta attenzione a non perdere la traccia. Raggiungiamo quindi l’Alpe Bancet dove non trovando indicazioni per l’Alpe Crosenna chiediamo info al malgaro, capiamo poco di quello che dice. In ogni caso non è necessario raggiungere l’alpe Bancet, prima di arrivarci svoltare a dx, parapetti in legno, si trova quindi una miriade di tracce di bestie e umani, tenere la più alta che in qualche modo raggiunge la militare per il Col Content, noi qui abbiamo fatto un po’ di casino, siamo scesi e nel momento in cui abbiamo visto delle costruzioni militari alla nostra dx siamo dovuti risalire, infine abbiamo ripreso la militare nei pressi di un torrentello. La militare è molto inerbata, la abbandoniamo nei pressi delle costruzioni, poco oltre più in alto ci sono due pilastrini che indicano il Col Content, il passaggio è poco sotto ed ora anche l’alpe Crosenna è ben visibile. La raggiungiamo scendendo dei comodi tornanti, compriamo dell’ottimo formaggio e ora per militare e sterrata proseguiamo per Villanova. Abbandoniamo la sterrata ad un cartello segnavia che indica Villanova a 5 minuti. Rientriamo nel fitto bosco e scendiamo alla borgata, la macchina ormai è qui e noi abbiamo portato felicemente a termine un altro bellissimo trekking!
Dislivello salita 529 m - discesa 1823 m - km 14,40
Le difficoltà sono da riferirsi solamente al Bric Bucie e al Granero. La cresta NE del Bric Bucie (Via normale dalla Val Germanasca) è un PD-, mentre la cresta S (Via normale dalla Val Pellice), è un F+. La normale al Monte Granero è una F nel solo tratto terminale.
![]() | Geodaten | ||
![]() | 1° Giorno | ||
![]() | 2° Giorno | ||
![]() | 3° Giorno | ||
![]() | 4° Giorno | ||
![]() | 5° Giorno | ||
![]() | 6° Giorno | ||
![]() | 7° Giorno | ||
![]() | 8° Giorno | ||
![]() | 9° Giorno | ||
![]() | 10° Giorno |
Kommentare (14)