Colma di Mombarone m.2371: passando per il colle Giassit - Colle della Lace - Punta tre Vescovi


Publiziert von Alberto , 11. Juli 2013 um 13:07. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 6 Juli 2013
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 1 Tage 8:30
Aufstieg: 838 m
Strecke:tornante a quota 1516 (a sinistra cartello con segnavia 858a) - al successivo cartello seguiamo il segnavia 848 per Alpetto/Colle Giassit (si consiglia di seguirne la strada fino a Reversetto,poi prendere il segnavia D4 e salire a Punta Cressa per poi dirigersi con il segnavia D5 verso il Colle Giassit) - Pianmaglio m.1523 - ponte Marina m.1619 (attenzione,dopo il ponte prestare attenzione alla segnaletica a vernice dato che la marcatura del terreno tende a sparire) - Alpetto m.1684 - ora si segue il segnavia 841 del GTA - Sapello m.1764 - Druer - si passa poco distanti dall'alpeggio Bechera m.1952 in fase di ristrutturazione (raggiunto dalla nuova sterrata che sale da Vervet valle d'Aosta) - Colle di Giassit m.2026 (panorama) - ora si prende l'alta via n° 1 della valle d'Aosta che si innesta con la AVB (Alta Via Biellese) al Colle della Lace m.2121 - si segue la lunga cresta (cartello che segna ore 1,30 al Mombarone vetta) con prudenza (sconsigliata a chi soffre di vertigini) e con vari sali scendi si perviene alla Punta Tre Vescovi m.2347 - si prosegue con il segnavia B7/872 verso la Colma di Mombarone m.2371 (bivacco Antoniotti,privato e lo aprono solo quando fanno la gara Ivrea/Mombarone) - rifugio Mombarone m.2312 RITORNO: rifugio Mombarone m.2312 - segnavia 872 - Bocchetta di Quarm m.2188 - lago Pasci o Pasei m.2057 - Fornelli m.1940: invece di scendere si rimane in quota tenendosi sulla destra giungendo a Valneira m.1761: da qui si può optare per sentiero o per sterrata sempre seguendo il segnavia 872 si perviene al parcheggio di San Giacomo m.1253. Noi prendiamo sempre stando in quota,il sentiero segnato a vernice e da abbondante letame che passa attraverso le due baite dell'alpeggio (vendita burro,ricotta e formaggi) poi superiamo con i dovuti sali scendi due dorsali: alla seconda dove vi è il cartello per il monte Torretta scendiamo con fuori pista all'Alpe Brusà m.1733 - poi all'Alpe Quartiere m.1620 e a quota 1508 (alpe ristrutturata con grande fontana) - si segue il breve sterrato fino al bivio con la strada che sale da san Giacomo - prendere a destra in leggera salita la bella strada panoramica (vietata al traffico) - incrocio a quota 1530 con la segnaletica per il Mombarone e Trovinasse (ignorare il sentiero e proseguire su strada) - poco avanti ci si incrocia con la segnaletica 858b per il Mombarone che si innesta un poco sopra con quella precedente - poi al successivo bivio: a destra si sale per strada in direzione dell'agriturismo e Pianmaglio,leggermente a sinistra in discesa al vicino parcheggio.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano autostrada A4 Torino - poi la A4/5 Aosta - poi la A5 - uscita Quincinetto - traversare la Dora e prendere a destra direzione Ivrea,giunti a Settimo Vittone seguire le indicazioni sulla destra per Trovinasse: dalla provinciale sono ben 14 km. di salita fino al tornante che curva a destra dove si parcheggia....sempre che non sbagliate! Oltre non si può proseguire,vietato il transito a chi non ha permesso (cartello)
Unterkunftmöglichkeiten:rifugio Mombarone (gestito) - bivacco invernale nei pressi
Kartennummer:Carta dei sentieri della Provincia di Biella 1:25.00 - Biellese nord-occidentale, Provincia di Biella, 2004 - Cartografia ufficiale italiana dell'Istituto Geografico Militare (IGM) in scala 1:25.000 e 1:100.000, consultabile on line

Vista da Alberto: Già qualche settimana fa mi viene proposta da Enzo,una due giorni in val Masino,percorrendo una parte di sentiero Roma e Ciop (Daniela) è euforica e la vuole fare a tutti i costi,anche se si cambia zona non c'è problema,l'importante è fare due giorni in montagna: giustamente bisogna valutare meteo,tracciati e la possibilità di trovare ancora molta neve oltre ad eventuali tratti attrezzati e ostici a cui vanno poco a genio al Bradipo....che poi risulta (come l'Elefante) essere il pirlone di turno ad organizzare l'escursione con la "ciliegina" non gradita....caso vuole!

Ebbene il Bradipone incomincia a fare il suo lavoro da agente 008,ravanando in via etere alla ricerca di cartine che possano fornire un idea alla mente diabolica di questo strano essere,che cerca di rendersi la vita grama come se già non gli bastasse. Scarica pezzi di cartine e con grande lavoro di ingegneria le assembla....ed ecco che egli ha in mano "la salvezza" e la certezza di poter fare (sempre stando alla carta) un bel giro circolare.

Mi interesso telefonando al rifugio per sapere se vi è possibilità di pernottare e mi rispondono che non vi è problema: dato che le previsioni meteo non danno per nulla bel tempo domenica,in zona Alpi centrali,preferisco spostarmi ad ovest e propongo questa escursione. A Daniela va più che bene,spero anche ad Enzo e per Cip?....ma ad Angela va bene tutto,ma stavolta ci abbandona e nulla riesce a fargli cambiare idea (quando dice no....nulla le fa cambiare idea,neppure la migliore amica....comunque si assomigliano in svariati contesti,non per nulla le ho soprannominate CIP & CIOP).

Avviso Mauro che se vuole venire anche per un solo giorno è il benvenuto,ma a causa dell'orario (e sarà costantemente standard andando avanti) rifiuta nettamente....io non insisto,d'altronde ogni uno è libero di scegliere l'orario che più gli aggrada. Ci troviamo alle ore 06,00 ad Arese e alle 08,00 siamo al parcheggio già invaso da numerose auto (altra ragione del perché si deve partire presto) e mentre ci preparavamo ne giungevano altre.

Dopo i lunghi preparativi dovuti alla "Bionic Women" ecco che alle ore 08,20 ci si incammina lungo la mulattiera che sale a tornanti e attraversando piccoli rii perviene ad incrociare una strada sterrata che fiancheggia la vecchia mulattiera situata poco a monte la quale supera un torrente tramite un vecchio ponte in pietra del 1880: poco avanti la segnaletica verticale ci da le indicazzioni che vengono confermate anche dalla carta (che si consiglia di avere sempre se possibile....però se avete il GPS va bene....ma è sempre bene che vi guardiate intorno alla ricerca dei segnali). Il tracciato al momento è ben visibile anche se l'erba alta invade e rende poco visibile dove poggia il piede,ma in compenso la giornata pare bella e le enormi quantità di flora ci rapisce lo sguardo. Ma quel che più ci colpisce è che non c'è anima viva in giro lungo questo percorso a parte due incrociati per caso. Giunti al ponte lo si traversa prestando attenzione sempre ai segnali dato che la marcatura nel terreno in vari tratti è poco visibile.

Il passo tranquillo del Bradipo,consente a Daniela di salire senza ansimare (diciamo che anche l'allenamento tenuto in questa settimana andando in montagna l'ha notevolmente agevolata)....ma in compenso il suo stomaco richiedeva cibo in continuazione: vi posso assicurare che al vederla uno non immaginerebbe mai ciò che riuscirebbe a infilare nello stomaco,io ero già preparato perché Enzo mi aveva raccontato,ma quando ho visto di persona.....roba incredibile!!!!

Proseguendo ecco venirci incontro una mandria in fila indiana di vacche per essere condotte al pascolo,poi giunti a Druer saliamo verso il Colle Giassit: attenzione,non lasciatevi ingannare dai vari sentieri che si incrociano e vanno nella direzione del Colle della Lice,bisogna salire fino alla croce del Colle Giassit,per poi prendere l'alta via n° 1 della valle d'Aosta. Giunti quassù alle ore 10,44 telefono al rifugio Mombarone per avvisare che siamo in zona e sostiamo per una fugace merenda: la nuvolaglia sopra le creste cominciava a diventare una mia preoccupazione,in particolare quando diventa scura. E' vero che le previsioni non davano precipitazioni in questa giornata,ma essendo la prima volta che esploro la zona e in compagnia,mi sento un po responsabile e voglio evitare problemi in particolare a Daniela,mentre per quanto riguarda Enzo,sono più che tranquillo,basta ascoltare ciò che ha fatto per capire che se la sa cavare benissimo....e lo si vede dall'agilità nei movimenti.

Ripartiamo verso le 11,00 seguendo l'alta vi tramite un buon sentiero finalmente,che ci conduce al Colle della Lace m.2121 che raggiungiamo alle 11,30: al vedere le tempistiche per il Mombarone (ore 1,30) e calcolando che sono solo 250 m. (e anche qualcosa di più visto che si scende e si sale) mi è venuto un colpo. Ho subito pensato che la cosa è lunga,ma a causa della nebbia,non mi rendevo conto del come era,cosa molto importante!

Ci incamminiamo e Daniela è felicissima di intraprendere questo percorso che il Bradipo comincia ad esserne allergico,non solo,si domanda chi può essere stato cosi pirla da proporre tale giro....opss....il Bradipo!

Visto che ero l'unico ad essere un poco preoccupato,in particolare che non cambiasse repentinamente il tempo,scaricando acqua a fiumi,speravo che almeno potessi avere la visuale sul dove stavo andando....a parte le pareti ripide sottostanti che scendevano dalla cresta dagli entrambi i versanti ai lati per centinaia di metri e che ti ricordavano che non hai 7 vite come i gatti,avanti a me il nulla di visibile.

Eco che si presenta un tratto attrezzato.....merd.....spero che sia il primo e l'ultimo e che dopo vi sia un sentiero "normale" a scorrimento traffico veloce! Guardo la corda....diametro2/3 cm.....peccato che il punto dove fa attrito con la roccia,la stia per spezzare,quindi,l'aiutino va bene,ma meglio assicurarsi sulle proprie gambe e la roccia,saggiandola bene che non si stacchi pure quella....capita a volte! Daniela se la cava benone,il suo unico problema sono i passi troppo alti che la fanno brontolare e io me la rido,essendo di gamba corta....la natura è stata tirchia con lei ma ha altre numerose doti che la rendono una donna speciale (Angela: ....mi raccomando....e non ridere!).

Tra giramenti di balle nel percorrere la lunga cresta eccoci giunti nelle vicine chiazze di neve dove non mancano il lanciare di palle....di cui una mi colpisce pure un occhio nonostante avessi le spalle girate e il cecchino era la Ciop che appena ho avuto modo,la bombardo mentre non poteva vedere l'arrivo delle palle di neve causa nebbia che non le permetteva di vedermi a distanza di 6/7 metri.

Risaliamo l'erto pendio che ci conduce al panettone del Pizzo Tre Vescovi m.2344 dal quale procediamo: qui il sentiero si divide,uno passa sotto la cima e raggiunge il rifugio Mombarone,mentre l'altro sale alla vetta che raggiungiamo alle ore 13,15 dopo ben 4 ore e 45 minuti di cammino e 838 m. di salita. COMPLIMENTI a Daniela che sta dimostrando di poter fare qualcosa che mai aveva provato e che può fare di meglio.....magari entrando nel club "Ferrari" con dislivelli a go go....solo il tempo ce lo farà scoprire!

In tutto il tragitto Daniela si sorprende più volte perché vede che sia io che Enzo non mangiamo nulla.....al contrario di Lei e di molti altri escursionisti.....non siamo marziani,siamo allenati a percorrere tragitti lunghi senza che il nostro fisico richieda cibo: il corpo umano è una macchina perfetta (così dicono coloro che lo hanno studiato) che sa chiedere ciò che ritiene dispensabile al momento opportuno e ogni fisico è diverso da un altro.

Alle ore 14,45 ci incamminiamo verso il rifugio Mombarone che raggiungiamo in 10 minuti dove la temperatura esterna non superava i 14° gradi. L'accoglienza è molto ospitale,in particolare da parte di Pepe il labrador che avvisa quando arriva qualcuno e da Giorgia la figlia del gestore che ci conduce al nostro alloggio notturno: una piccola stanzetta da 5 posti letto compresa di 2 letti a castello a cui si accede alla parte superiore semplicemente alzando una gamba....per Danj ci sarebbe voluta la scala,ma tutti e tre abbiamo preferito stare al pian terreno,così ci prepariamo il nostro letto per la notte.

Poi,dopo aver passato un poco di tempo a carte,ecco che il sole appariva nel suo splendore e la nuvolaglia lasciava spazio ad ampi spazi di sereno che permetteva di vedere ciò che fino ad ora non si era visto: ritorniamo in vetta dove notiamo tutta la lunga cresta da noi percorsa....però....e il monte Mars con i sui 2600 m. e il Mucrone,Biella e Ivrea,in pratica ne è valsa la fatica.

Si prende un po di sole,si chiacchera con Damiano il papà di Giorgia e Lorenzo che ci informa sui fuochi che faranno questa sera.

Arriva l'ora di cena e alle 19,00 siamo con le gambe sotto il tavolo e nel frattempo riesco a prendere la linea e mi giunge il messaggio di Ivan che con gli altri amici alle 13,30 stavano scendendo dal rifugio Rivetti. Nel mentre vi sono alcuni ski runner che salgono e ridiscendono questa colma e quando ci dicono le tempistiche.....roba incredibile!

Giorgia ci porta la minestra di orzo e farro con verdure ed erbe locali,ci serviamo da noi e Daniela va matta per questo menù di cui ne prende due piatti e pure io,non solo ci avvisano che se vogliamo ce ne ancora. Poi segue il secondo composto da spezzatino marinato al vino e piselli e una tazzina di tomino con spolverata di peperoncino di cui il Bradipo si offre per scremare e lasciare la parte esente o con minore peperoncino a Daniela di cui non deve abusarne.....certo che se c'era l'Elefante avrebbe osato nel chiedere il tris he he he! L'immancabile torta casalinga,crostata di albicocche,caffè e.....resta solo il digerire,ma nel mentre si chiacchera ecco la calata degli "unni" che si abbatte su Daniela che fa fatica a tenere gli occhi aperti,come del resto la mancata attenzione nei discorsi profondi di cultura che intrattenevamo io e Enzo.

Il suo sguardo perso che segnalava l'imperversare del sonno dovuto alla grande fatica che "esplode" durante il relax faceva temere che i fuochi li avrebbe immaginati e nel mentre l'attesa si faceva lunga....ecco che la tenera Daniela cala in un profondo sonno,appoggiandosi sul tavolo: la signora Maria la vede mentre fa avanti e indietro e sorride.

Chissà a quanti è capitato di crollare nel profondo sognare: mentre preparo il cavalletto,Daniela sbotta qualcosa sul fatto di ciò che sto per fare,ma non riesce a riprendersi,regalando all'obbiettivo dell'agente 008 un immagine di grande rarità....FINALMENTE IL SILENZIO PREDOMINA he he he e i sogni invadono la mente di Ciop....che si fa una bella ronfatina.....e diciamo pure le cose come stano ha ha ha!

Sia fa buio e le luci di Biella e Ivrea si notano benissimo e con santa pazienza attendiamo le 22,45 quando i fuochi d'artificio danno inizio allo spettacolare scenario che da quassù è tutta un altra cosa: possiamo dire di avere avuto fortuna,senza cercare quel qualcosa di particolare,eco che ci si presenta una bella sorpresa di cui ne godiamo il fascino....una fantastica giornata volge al termine,speriamo che il giorno che seguirà non ci riservi sorprese poco gradite.

Andiamo a dormire e alle 5 sono già sveglio....sguardo fuori....nebbia....stem in lecc che l'é mei! Arrivano le 7 e nessuno si sveglia poi alle 8 decido che mi alzo e verso le 9 ci ritroviamo a fare colazione: dunque....io lo ammetto,6 confezioni di marmellate ben spalmate su pane e fette biscottate con tanto di burro e caffelatte....ma Daniela....fa paura quanto divora....probabilmente durante la notte mentre dorme consuma molte più energie. Mostro la cartina,il giro ad anello per il rientro visto che cera Daniela,non volevo che fosse una cosa esagerata,mentre Enzo è propenso per quello lungo e mi sorprende che Daniela lo accetti.

E' deciso che si vada per il giro extra large....sperem! Nel frattempo che ci prepariamo gli zaini,molti ski runner salgono quassù,salutiamo e ringraziamo la famiglia per tutto e cominciamo a scendere verso le 10,00: poco sotto vi è il bivacco degli alpini da dove il sentiero si dirama,a destra si scende passando per il lago Mombarone,percorso più veloce,mentre a sinistra si scende passando vicino il lago Pasci o Pasei. Questo percorso offre nelle belle giornate la possibilità di godere del panorama che si ha su Biella e Ivrea a parte le cime circostanti e nel mentre,salgono altri amanti della corsa in montagna.

Giunti a Fornelli preferisco rimanere in quota spostandomi a destra in direzione di Trovinasse,giungendo all'alpeggio di Valneira raggiunto dalla sterrata che sale da San Giacomo: da qui vediamo il sentiero,ma non si capisce dove parta,poi Enzo vede i ben visibili segnali,appena passati attraverso le due strutture,il sentiero conduce al superare una prima costola,per giungere alla seconda che ha il cartello indicante la salita al monte la Torretta.

Qui o si scende tramite la dorsale o si valica ed è ciò che abbiamo fatto: stando alla carta,seguendo gli evidenti segnali a vernice in direzione della vetta,poco avanti avremmo trovato il sentiero che conduce in salita all'Alpe Torretta,ma si allungherebbe di troppo e quindi in fuori pista,dato che di segnali non se ne vedevano traccia,scendiamo alla prima baita e da questa sempre in fuori pista scendiamo a quella sottostante dove comincia la sterrata e sostiamo alle ore 13,15. Alle 14,30 riprendiamo il cammino,percorrendo il breve tratto di sterrata e ci troviamo su quella che ci deve condurre a Buri: per logica seguiamo la direzione di discesa, a sinistra pensando che poi vi sarà un tornante che piega a destra e vedendo un locale domandiamo....no,è dall'altra parte ci spiega,in questa direzione si scende a San Giacomo.

Nonostante avessi la carta,non ho letto bene la direzione,infatti si sale ancora un poco,passando ad incrociare il primo sentiero che sale da Trovinasse per il Mombarone,poi avanti ecco il secondo fino al bivio dove a sinistra in discesa si perviene al parcheggio (si posteggia lungo la strada,lasciare libero il tornate per le manovre) che raggiungiamo alle ore 15,00. Anche la discesa ma con varie risalite,non era da poco,è un giro che si può fare anche in giornata ovviamente partendo presto.     N.B.:  il dislivello indicato è riferito solamente fino al raggiungimento della Colma di Mombarone,ma è molto di più dato il risalire in molti tratti e i km. totali minimo 17

Pare che la stanchezza non sia stata eccessiva,confermata da Daniela che ora vorrebbe fare una 3 giorni....mi sa che devo prendere qualche scusa e defilarmi he he he!


 

Sono contento di aver potuto condividere questa escursione che da tempo volevo attuare,in particolare perché siamo riusciti a compiere l'anello senza ostacoli che avrebbero potuto costringerci a trovare altre vie perdendo tempo ed infine che è andato tutto bene,in quanto le ginocchia di Danj hanno retto bene: BRAVA!!!!!! Un grazie anche ad Enzo che ha collaborato egregiamente nella ricerca di alcuni tratti di sentiero: come si suol dire,due vedono meglio di uno!


 

Ciao a tutti e alla prossima!


Vista da Danielina
Tutto inizia con una partenza alle 6,00 di mattina, si sa che a quell’ora la fame non è molta e non si riesce a fare una gran colazione (caffè, miele, polline, due pavesini, crema di riso e orzo…), lo stomaco è piuttosto chiuso…così strada facendo, quasi arrivati, sul più bello dei tornanti, il mio stomaco si contorceva disperatamente dalla fame!! Una banana, due banane, una pesca, due pesche, tre pesche…ma quanto mangia questa!!! Ma siamo sui tornanti, ma non è che poi mi imbratta tutta la macchina?? Si preoccupa il Bradipone…
Poi si parcheggia, ci si prepara…la vestizione del guarriero: ginocchiere, racchette, zaino…e si parte pieni di entusiasmo.
In un primo momento il sentiero era segnato abbastanza bene, poi bisognava prestare attenzione e in più di una occasione ci siam trovati a “discutere” su quale fosse il segnale giusto da seguire, per fortuna eravamo in tre, perchè ciascuno di noi ha avuto la possibilità di contribuire nel non far perdere la strada, bisognava stare ben allerta!! La vallata era piena di fioriture da favola, mai vista una meraviglia simile, c’era tanta di quell’ arnica!!! E poi, non c’era anima viva! Solo noi!
Intanto salivamo verso l’alta via n°1 della valle d’Aosta. Però si sa che la frutta è acqua, non riempie un bel niente, e ogni tanto dovevo mangiare del miele o una barretta con zucchero o con dei semi…insomma, il mio stomaco brontolava in modo sonoro!! Si faceva proprio sentire!! Ma come facevano Enzo e Alberto a non mangiare nulla??? Mah, sarà il polline che fa venire fame!!
Intanto iniziavano ad alzarsi nuvole e nebbia, e noi ci avvicinavamo alla cresta, la cresta, mai fatta una prima, davvero una bellissima esperienza!! Poi il sentiero in cresta non era mica poi così stretto (Alberto la mette giù dura), Alberto non mi sembrava molto entusiasta, anzi piuttosto preoccupato, sacagnava ad ogni passo, era piuttosto teso, poi non vi dico quando ha visto la corda del sentiero attrezzato…io saltellavo di felicità, lui lanciava tuoni e saette. Poi la corda era consumata, quindi era meglio non farci troppo affidamento, ma di appigli ce ne erano parecchi, era giusto un aiutino, Enzo mi aveva portato giusto giovedi in grigna per farmi provare per la prima volta la catena verticale e io mi ero divertita così tanto!! Fatto sta che Alberto mi fa il filmato mentre salgo, ma non dura che pochissimi secondi, è davvero un piacere, peccato che non ne abbiamo trovati altri!! Brontolo un po’ quando ci sono i “gradoni” che richiedono le gambe lunghe, ma non è vero che la natura è stata tirchia con me!!
Al rifugio siamo arrivati belli tranquilli e freschi come delle rose, in perfetto orario e senza intoppi; e Alberto si preoccupava che non ci arrivassimo che per sera… Un rifugio davvero bello e accogliente, gestito da una famiglia gentilissima e disponibilissima; la mamma, una cuoca deliziosa!!! Alla sera minestra d’orzo, due piatti colmi, poi il secondo e il dolce…e poi le palpebra che incominciano ad abbassarsi sempre di più, sempre di più…e 10 minuti di crollo. Poi gli splendidi fuochi d’artificio e infine a letto!!!
E qui viene il bello!!! Eravamo tutti e tre nella stessa stanza, sembrava di essere in tre posti completamente diversi: Alberto sull’Himalaya, io in montagna, Enzo al mare. Alberto ha dormito completamente vestito di tutto punto con calzettoni, pantaloni lunghi, maglietta maniche lunghe e camicia pesante e tre coperte. Io pantaloncini corti, maglietta maniche corte e due coperte, con le braccia fuori. Enzo in mutande, due coperte e moriva di caldo.
Devo aggiungere che erano tutti preoccupati su chi avrebbe russato e avevamo tutti a portata di mano i tappi per le orecchie, invece non è volata nemmeno una mosca.
Al mattino era tutto coperto, così siam tornati a letto a dormire e ci siamo alzati tardi…e che fame!!! Ammetto che la montagna fa venire fame: 5 fette di pane e 1 di fette biscottate, due marmellatine e due burrini, caffè. Poi per tutta la mattinata non ho richiesto cibo e ho camminato tranquillamente. Come giro di ritorno abbiamo scelto unanimamente quello lungo, il più lungo, così da occupare tutta la giornata o godersela più tempo possibile. Appena scesi di quota il cielo si è aperto e il sole ci ha coccolati.
Tutto è andato bene, tutto è stato stupendo, non mi sono stancata per nulla, son fresca come una rosa, le ginocchia hanno retto benissimo, la compagnia è stata ottima, la scelta del percorso eccellente (il bradipo non so se è molto convinto), bellissimi anche cresta e sentiero attrezzato, cibo da favola…insomma, tutto perfetto…la prossima volta facciamo una 3 giorni!!!!
Alla prossima!!!
 
 


Tourengänger: Alberto, danielina


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