RIFUGIO ALP DI FORA 1844m.
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Per tutta la settimana abbiamo atteso e sperato in una bella giornata e finalmente sabato è spuntato il sole dopo il temporale che ha spazzato via ogni nube. Con mia moglie Francesca e gli amici Silvana, Antonella e Roberto, ho deciso di partire alla volta del rifugio “Alp de Fora” in Val Calanca. Giunti ad Arvigo, abbiamo lasciato l’auto appena fuori dal centro abitato, in un ampio parcheggio non a pagamento e a sosta illimitata, e, calzati gli scarponi, abbiamo preso gli zaini e siamo partiti per una nuova avventura in mezzo alla natura. Siamo scesi sulla strada fino in centro paese, abbiamo attraversato il bel ponte in pietra sulla Canlancasca e abbiamo imboccato la vecchia e ben tenuta mulattiera che in 50 min. ci ha permesso di raggiungere, con piacevoli zig-zag, il pianoro dove sorge il villaggio di Braggio. (Volendo si possono superare questi primi 500 m. di dislivello utilizzando una teleferica, sempre in funzione.) Una volta attraversato il vecchio nucleo del paese e risalito il ripido pascolo fino a giungere alle baite di Mondent, abbiamo lasciato questi spazi aperti per addentrarci in un bellissimo bosco di larici. Fino a quel punto abbiamo potuto procedere con passo spedito su terreno asciutto, ma da lì in poi sono cominciate le prime difficoltà: infatti il sentiero era ancora a tratti innevato e man mano che si saliva la neve diventava abbondante, ma soprattutto il fondo si presentava ghiacciato. Perciò, dopo un lento procedere, cercando di evitare scivoloni, una volta incrociata la strada sterrata sovrastante, prima di rientrare nel bosco, abbiamo deciso di calzare i ramponcini. Decisione ben presa perché il tratto di sentiero da lì fino al rifugio si presentava molto ripido e ghiacciato. Alle 11 e 30 siamo arrivati all’Alp di Fora e abbiamo trovato uno scenario magnifico di sole, neve immacolata e grande pace, con vista stupenda sulle montagne di fronte: dal Piz Martum, al Piz de Molinera, al Pizzo di Claro, tutte cime già raggiunte in passato. Data la fame, abbiamo deciso poi di allestire la nostra tavola per il pranzo all’aperto, condividendo ciascuno i propri viveri. Abbiamo così trascorso tre piacevolissime ore in completo relax e, con la cartina in mano, abbiamo anche studiato un percorso alternativo per il rientro, pensando di proseguire verso Cort di Settel, Mottone e rientro su Montdent, compiendo in questo modo un mezzo giro ad anello. Siamo partiti dal rifugio ma, percorsi i primi 50 metri, ci siamo dovuti arrendere per la troppa neve nella quale si sprofondava a causa dell'innalzamento della temperatura. Quindi siamo ritornati sui nostri passi e abbiamo ripreso il percorso di salita fatto al mattino. Tuttavia anche il rientro per questa via è risultato difficile poichè naturalmente la neve era nelle stesse condizioni. Tra sprofondamenti e giochi di equilibrio, accompagnati da gran risate per le situazioni buffe in cui ci siamo trovati, siamo finalmente ritornati su terreno asciutto e abbiamo concluso in bellezza la nostra giornata.
Tourengänger:
capogi

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