Gazzirola 2116 m
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Ieri sera alle 22,00 eravamo ancora in ballo con l’organizzazione dell’uscita. Accordarsi con due amici che non usano e-mail, con cellulare spento o messo chissà dove, risposte agli sms con tempi biblici e telefono fisso inesistente, non è facile. Quindi quando questa è fatta e la mattina arrivano puntuali a casa nostra possiamo dire che il grosso della fatica è stato fatto e ora ci aspetta solo il divertimento.
Sosta caffè in dogana dove sparisce la nebbia comasca e via in direzione Val Colla. Dopo innumerevoli tornanti arriviamo nell’addormentatissimo paese di Bogno, l’unico abitante sveglio cerca di avvelenarci riscaldando la macchina nel posteggio, bella l’aria pura e il silenzio della montagna!
Lasciato il posteggio nei pressi della chiesetta, seguiamo il segnavia bianco rosso che passa tra le case in direzione dell’Alpe Cottino e Rifugio San Lucio. Neve zero, ma molto ghiaccio. Fortunatamente le pendenze non sono mai eccessive e si trova sempre il modo di aggirare i punti ghiacciati, per cui i ramponi possono rimanere nello zaino.
Raggiungiamo l’Alpe Cottino e poco dopo il Rif. San Lucio, non c’è anima viva in giro ma il rifugio è aperto, strano mai visto il rifugio cosi silenzioso. Guardando la salita alla Gazzirola non riusciamo a capire se sia il caso di portare le ciaspole o meno. Mentre ne stiamo discutendo arriva un ragazzo, che ci informa che è meglio portarsele perché la neve comincia a non portare.
Dietro al rifugio c’è subito neve ma anche molti punti dove poterla evitare. Dopo il primo risalto Marco preferisce indossarle e seguire una sua traccia personale, io e gli altri due compari invece continuiamo seguendo le orme di chi ci ha preceduto che per il momento tengono. Raggiungiamo bene la croce, da qui in avanti sarebbe meglio metterle ma aspettiamo ancora un po’. Avevamo già avvisato gli amici che la croce era l’anticima ma entrambi si aspettavano la cima subito dopo, e mentre arranchiamo sento Fulvio borbottare sui numerosi dossi che abbiamo davanti, la nebbia ci impedisce di vedere il paletto che indica il dosso giusto per cui continuiamo a dirgli che è quello successivo…
Poco prima di raggiungere la cima vera e propria siamo costretti a mettere le ciaspole, un altro affondo e non risalgo più! Raggiungiamo la cima tra nebbia e sole caldissimo, un po’ di foto, qualche battuta sulla distanza chilometrica tra anticima e cima, qualcosa di dolce da mettere sotto i denti per darci le energie per il rientro e poi quando la nebbia ci avvolge completamente riprendiamo la via del ritorno.
Tra giochi di nubi, nebbie, sole, chiacchiere, tante anzi tantissime torniamo al rifugio ancora misteriosamente vuoto. Qualcuno all’interno ma fuori tutto libero, nonostante il sole giochi a nascondino non si sta male per cui possiamo stare fuori a mangiare.
Per la discesa prendiamo la ciclabile che torna a Bogno in 1,45 min piuttosto che 1 h. Tutta innevata ma si cammina benissimo senza ciaspole. Ancora foto, chiacchiere e senza accorgercene siamo al posteggio.
Niente sosta birra perché anche se non è tardi Fulvio deve riattraversarsi Milano per tornare a casa, cosa non facile!
DATI GPS
Dislivello 1241
km 18,30
Con noi Marco e Fulvio
Sosta caffè in dogana dove sparisce la nebbia comasca e via in direzione Val Colla. Dopo innumerevoli tornanti arriviamo nell’addormentatissimo paese di Bogno, l’unico abitante sveglio cerca di avvelenarci riscaldando la macchina nel posteggio, bella l’aria pura e il silenzio della montagna!
Lasciato il posteggio nei pressi della chiesetta, seguiamo il segnavia bianco rosso che passa tra le case in direzione dell’Alpe Cottino e Rifugio San Lucio. Neve zero, ma molto ghiaccio. Fortunatamente le pendenze non sono mai eccessive e si trova sempre il modo di aggirare i punti ghiacciati, per cui i ramponi possono rimanere nello zaino.
Raggiungiamo l’Alpe Cottino e poco dopo il Rif. San Lucio, non c’è anima viva in giro ma il rifugio è aperto, strano mai visto il rifugio cosi silenzioso. Guardando la salita alla Gazzirola non riusciamo a capire se sia il caso di portare le ciaspole o meno. Mentre ne stiamo discutendo arriva un ragazzo, che ci informa che è meglio portarsele perché la neve comincia a non portare.
Dietro al rifugio c’è subito neve ma anche molti punti dove poterla evitare. Dopo il primo risalto Marco preferisce indossarle e seguire una sua traccia personale, io e gli altri due compari invece continuiamo seguendo le orme di chi ci ha preceduto che per il momento tengono. Raggiungiamo bene la croce, da qui in avanti sarebbe meglio metterle ma aspettiamo ancora un po’. Avevamo già avvisato gli amici che la croce era l’anticima ma entrambi si aspettavano la cima subito dopo, e mentre arranchiamo sento Fulvio borbottare sui numerosi dossi che abbiamo davanti, la nebbia ci impedisce di vedere il paletto che indica il dosso giusto per cui continuiamo a dirgli che è quello successivo…
Poco prima di raggiungere la cima vera e propria siamo costretti a mettere le ciaspole, un altro affondo e non risalgo più! Raggiungiamo la cima tra nebbia e sole caldissimo, un po’ di foto, qualche battuta sulla distanza chilometrica tra anticima e cima, qualcosa di dolce da mettere sotto i denti per darci le energie per il rientro e poi quando la nebbia ci avvolge completamente riprendiamo la via del ritorno.
Tra giochi di nubi, nebbie, sole, chiacchiere, tante anzi tantissime torniamo al rifugio ancora misteriosamente vuoto. Qualcuno all’interno ma fuori tutto libero, nonostante il sole giochi a nascondino non si sta male per cui possiamo stare fuori a mangiare.
Per la discesa prendiamo la ciclabile che torna a Bogno in 1,45 min piuttosto che 1 h. Tutta innevata ma si cammina benissimo senza ciaspole. Ancora foto, chiacchiere e senza accorgercene siamo al posteggio.
Niente sosta birra perché anche se non è tardi Fulvio deve riattraversarsi Milano per tornare a casa, cosa non facile!
DATI GPS
Dislivello 1241
km 18,30
Con noi Marco e Fulvio
Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
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