Corno di Canzo Occidentale (1373m) servito con ghiaccio
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Oggi la sfiga ha regnato sovrana. Non solo per noi, ma anche per dei nostri compagni che hanno tentanto lo Zeda e hanno rinunciato per la troppa neve (e il gelo). Il nostro programma di oggi prevedeva il Corno Occidentale per la via Ferrata del 25° e poi eventualmente un giro anche sul Corno Centrale. Ma le cose purtroppo sono andate diversamente...
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Lasciata la macchina a Gajum Q485 prendiamo la "via delle Alpi" per raggiungere Prim'Alpe Q721 (casolare in posizione splendida), Second'Alpe (o quel che ne resta) e Terz' Alpe Q793 (una fortezza indistruttibile!).
Da qui seguiamo le indicazioni per la ferrata sul faticoso sentiero 1. Raggiunto l'attacco della ferrata ci imbraghiamo e, nonostante il vento gelido iniziamo a salire. Dopo qualche metro le mani sono già gelate. Taccio, proseguo. La sensibilità inizia a diminuire. La forza anch'essa. La presa non convince. Il gelo è attanagliante. Dopo una rapida discussione con Andrea optiamo per scendere quei 15m e rifarla questa primavera. Dopo 5' recuperiamo il calore alle mani. Il giramento di balle è stellare, ma probabilmente abbiamo scelto un periodo sbagliato. E fu cosi che un signore tranquillo ci superò, ci salutò e iniziò a salire in scioltezza la ferrata senza guanti..... misteri!!
Rimbocchiamo il sentiero 1 e decidiamo di salire almeno al Corno Occidentale. Il lato N è ovviamente imbiancato e gelato e non ci sono segni di passaggio recente nella neve. Seguendo i bollini del sentiero arriviamo a cavallo della cresta rocciosa che si fa esposta e stretta in più punti. Ghiaccio e vento non sono proprio nostri amici, ma con cautela raggiungiamo la croce di vetta Q1373. I ramponi avrebbero fatto molto molto comodo. Sono un po' preoccupato per la discesa dalla stessa via. Il signore in cima (quello che ha fatto la ferrata a mani nude) ci sconsiglia il ripido canalino esposto a NNE, ha detto che lui non è sceso nemmeno a vedere com'è e cosi opta per scendere dalla nostra via di salita. Con molta cautela mi avvicino al canalino dove tutt'attorno è ghiacciato e anche qui non ci sono segni di recenti passaggi. Guardando giù mi rendo conto che la verticalità è notevole però essendo un canale chiuso c'è un forte senso di sicurezza e cosi, con molta attenzione scendiamo il canalino. Un sospiro di sollievo e urla di salvezza accompagnano gli ultimi metri.
Incontriamo anche un padre con la figlioletta intenti, già con parecchie difficoltà a salire dei semplici salti di roccia. Raccontate le difficoltà optano per seguirci al rifugio SEV, magari ci ritenteranno in primavera.
Dopo una bella rifocillata al SEV (prezzi eccezionali!) aggiriamo il Corno Occidentale dal lato Nord per rimboccare il sentiero di salita. In breve arriviamo a Terz'Alpe e optiamo per imboccare il sentiero 2 o Geologico, molto molto interessante in tutto il suo sviluppo. Presenta alcuni tipi di rocce tra cui sedimentarie, conglomerato, graniti e porfidi, serpentinite, massi erratici ecc..
Una volta arrivati a Gajum la giornata può definirsi conclusa e seppur un po' delusi per la ferrata mancata c'è comunque soddisfazione per aver comunque affrontato il Corno Occidentale senza ramponi ed in quelle condizioni non proprio favorevoli.
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Lasciata la macchina a Gajum Q485 prendiamo la "via delle Alpi" per raggiungere Prim'Alpe Q721 (casolare in posizione splendida), Second'Alpe (o quel che ne resta) e Terz' Alpe Q793 (una fortezza indistruttibile!).
Da qui seguiamo le indicazioni per la ferrata sul faticoso sentiero 1. Raggiunto l'attacco della ferrata ci imbraghiamo e, nonostante il vento gelido iniziamo a salire. Dopo qualche metro le mani sono già gelate. Taccio, proseguo. La sensibilità inizia a diminuire. La forza anch'essa. La presa non convince. Il gelo è attanagliante. Dopo una rapida discussione con Andrea optiamo per scendere quei 15m e rifarla questa primavera. Dopo 5' recuperiamo il calore alle mani. Il giramento di balle è stellare, ma probabilmente abbiamo scelto un periodo sbagliato. E fu cosi che un signore tranquillo ci superò, ci salutò e iniziò a salire in scioltezza la ferrata senza guanti..... misteri!!
Rimbocchiamo il sentiero 1 e decidiamo di salire almeno al Corno Occidentale. Il lato N è ovviamente imbiancato e gelato e non ci sono segni di passaggio recente nella neve. Seguendo i bollini del sentiero arriviamo a cavallo della cresta rocciosa che si fa esposta e stretta in più punti. Ghiaccio e vento non sono proprio nostri amici, ma con cautela raggiungiamo la croce di vetta Q1373. I ramponi avrebbero fatto molto molto comodo. Sono un po' preoccupato per la discesa dalla stessa via. Il signore in cima (quello che ha fatto la ferrata a mani nude) ci sconsiglia il ripido canalino esposto a NNE, ha detto che lui non è sceso nemmeno a vedere com'è e cosi opta per scendere dalla nostra via di salita. Con molta cautela mi avvicino al canalino dove tutt'attorno è ghiacciato e anche qui non ci sono segni di recenti passaggi. Guardando giù mi rendo conto che la verticalità è notevole però essendo un canale chiuso c'è un forte senso di sicurezza e cosi, con molta attenzione scendiamo il canalino. Un sospiro di sollievo e urla di salvezza accompagnano gli ultimi metri.
Incontriamo anche un padre con la figlioletta intenti, già con parecchie difficoltà a salire dei semplici salti di roccia. Raccontate le difficoltà optano per seguirci al rifugio SEV, magari ci ritenteranno in primavera.
Dopo una bella rifocillata al SEV (prezzi eccezionali!) aggiriamo il Corno Occidentale dal lato Nord per rimboccare il sentiero di salita. In breve arriviamo a Terz'Alpe e optiamo per imboccare il sentiero 2 o Geologico, molto molto interessante in tutto il suo sviluppo. Presenta alcuni tipi di rocce tra cui sedimentarie, conglomerato, graniti e porfidi, serpentinite, massi erratici ecc..
Una volta arrivati a Gajum la giornata può definirsi conclusa e seppur un po' delusi per la ferrata mancata c'è comunque soddisfazione per aver comunque affrontato il Corno Occidentale senza ramponi ed in quelle condizioni non proprio favorevoli.
Tourengänger:
Simone86

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Kommentare (2)