Il grandissimo est dell'Alpe Devero (giro ad anello)
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Innanzitutto un chiarimento sul titolo d’escursione che da “grande est” è diventato “grandissimo est”, questo perché la mia proposta, rispetto alla classica, ha uno sviluppo superiore e raggiunge una quota più elevata, viene considerata una delle più belle escursioni delle Alpi Lepontine, provare per credere!
Credo che Dio quando ha creato la terra, abbia voluto offrire agli escursionisti una zona dove sia possibile camminare per molte ore in un paesaggio indimenticabile di rara bellezza ad una quota ideale, e siccome io oggi ho questo gran desiderio e mi trovo ad un tiro di schioppo ne approfitto:
A distanza di una settimana sono di nuovo in Devero, sono circa le 7:00 e mi trovo alla Cappella di Cologno ( la curva prima del parcheggio a pagamento).
Dal posteggio, attraverso il ponticello e imbocco con passo tranquillo il sentiero che sale nel prato e s’inoltra nella valletta in direzione nord/est raggiungendo l’Alpe Fontane.
Fino a quota 2030 m ripercorro fedelmente la traccia invernale che si utilizza per salire alla Corona Troggi, poi devio a sx e m’inoltro nelle splendide praterie pianeggianti del Sangiatto, magnifico punto di osservazione delle blasonate cime del Devero dall’Helsenhorn al Crampiolo passando per il Cervandone. Dal lago del Sangiatto sup. riprendo la salita che scollina alla B.ta di Scarpia (2248 m) quindi perdo quota scendendo all’Alpe Pojala, in questo tratto in lontananza il Cistella mi strizza l’occhio, in prospettiva del nostro incontro annuale. Ora punto la prua in direzione est navigando a vista, seguendo i labili segni di vernice che mi conducono al Lago di Pojala, incantevole specchio d’acqua adagiato tra l’omonimo pizzo e il P.zo della Valle.
Con breve risalita tra le curiose marmotte, guadagno il P.so di Pojala, un magico altopiano posizionato a 2400 m dove per un breve istante mi balena in testa la balzana idea di salire alla P.ta di Tanzonia, ma valutando che: dalla fretta questa mattina ho sbagliato gli scarponi, quelli che ho ai piedi assomigliano più ad un paio di ciabatte a suola liscia, tira un forte e gelido vento e sono solo, desisto alla tentazione.
A questo punto decido di mettere in atto un’escursione su lunga distanza, cercando di percorrere più km possibili; scendo quindi in picchiata verso il lago di Devero utilizzando il sentiero che cala all’Alpe Naga, a questo punto potrei rimanere alto scavalcando il versante dx della valletta puntando all’Alpe la Satta su percorso libero, ma controllando l’altimetro del GPS mi rendo conto di avere un avaro dislivello, opto quindi di perdere più quota possibile, arrivando così al ponticello dell’Alpe della Valle (2083 m). Seguendo le indicazioni risalgo di 200 m fino all’Alpe la Satta, che da accesso al meraviglioso altopiano del Forno, costellato da minuscoli laghetti e torbiere, ora la prora è in direzione nord, sullo sfondo svetta incontrastata la P.ta d’Arbola. Giunto all’Alpe Forno inverto la direzione di marcia, si ritorna verso Devero, sfruttando la sterrata di servizio dell’alpeggio scendo al lago di Pianboglio dove osservo un bucolico quadretto: sponda est vacche al pascolo, sponda ovest turisti al pascolo, sbarramento sud occupato da fotografi provenienti dal sol levante. Mi accorgo che l’aumento delle persone diventa inversamente proporzionale alla quota, tanto che al Lago di Devero sembra di essere a Rimini, mancano solamente gli ombrelloni…anche la mia voglia di fuggire da questa situazione ha lo stesso andamento. Raggiungo Crampiolo dove l’affollamento è a dire poco caotico, oltretutto il graziosissimo sito appare un autentico cantiere aperto, non mi rimane che imboccare lestamente la mulattiera a sx del secondo ponticello e infilarmi nel bosco di larici verso Corte d’Ardui, dove finalmente regna tranquillità e profumo di resina. Sceso a Devero calo l’asso, grazie ad un’informazione ricevuta dal mitico “Gruppo escursionisti Arca Enel di Domodossola” riguardante il ripristino di un antico sentiero, che si trova sul lato orografico sx del torrente, lato opposto alla strada asfaltata. Con curiosità seguo la traccia ben marcata, ben presto si rivela una graditissima scoperta che mi porta esattamente alle baite soprastanti la galleria di Cologno, da cui con attenzione (T3) scendo su di un breve sentierino piuttosto esposto al punto di partenza.
Dati GPS: sviluppo planimetrico 25,5 Km
dislivello complessivo 1400 m
durata escursione brevi pause incluse 7h 30’

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