Passo San Giacomo (2313 m) – Skitour
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Scarsa affluenza oggi ad All’Acqua: con mia grande sorpresa, al Posteggio Cacciatori ci sono solo cinque auto. Tempo variabile: poco sole, nuvole sparse, luce diffusa e qualche scroscio di pioggerella.
Inizio dell’escursione: ore 7:35
Fine dell’escursione: ore 11:55
Temperatura alla partenza da All’Acqua: 12°C
Temperatura al rientro ad All’Acqua: 16°C
La sveglia suona alle 4:50: è la solita levataccia del sabato! Altro che “il sabato del villaggio”, oggi me la spasso: l’erba alta del giardino può aspettare. Per dirla alla Leopardi
…Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:…
Parto da casa nella piena luce naturale; le giornate si sono talmente allungate, che sarebbe possibile iniziare le escursioni alle 5 o addirittura prima.
Non c’è più neve sul fondovalle della Val Bedretto, se non da All’Acqua in su.

Dopo il ponticello sul Ticino incontro tre sciatori diretti al Poncione di Val Piana, che sciolinano le pelli di foca: vogliono evitare lo zoccolo di neve. Io svolto a destra, in direzione della Val d’Olgia. La neve è decisamente primaverile e ricoperta da una quantità elevata di rami di larice, di pigne e di licheni. Un cuculo mi conferma che la primavera è arrivata anche a queste quote. Dopo pochi minuti inizia a piovigginare: il disturbo è comunque trascurabile. Superato il Ri di Val d’Olgia la pendenza aumenta drasticamente: dapprima si sale nel lariceto, in seguito in una conca simile ad un enorme “Half Pipe”.
Il “mezzo tubo”, molto ripido, mi costringe a numerosi dietro front. All’altezza dell’Alpe Val d’Olgia (2063 m) ne approfitto per fotografare l’alta Val Bedretto, ancora completamente imbiancata, fatta eccezione per la strada, che verrà riaperta fra un paio di settimane. Mi rimangono circa 130 m di dislivello per raggiungere l’altopiano in zona All’Uomo. Il paesaggio è incantevole, tuttavia la luce diffusa non mi permette di scattare delle belle foto. San Giacomo è a mezzo chilometro di distanza. Osservo la graziosa Cappella dedicata a San Nicolao (e non a San Giacomo, come quasi tutti scrivono), semisommersa da un paio di metri di neve. La chiesetta, di proprietà della Parrocchia di Bedretto, costituiva una tappa dei pellegrini che dalla Val Formazza attraversavano il Passo San Giacomo, la Valle Bedretto, la Val Tremola, per giungere in cima al valico ad onorare San Gottardo.
Continuo l’escursione verso il Passo, anche se la visibilità è scarsa. La luce diffusa non permette di vedere con chiarezza i rilievi della neve.
Nel frattempo, dal versante settentrionale del Pizzo San Giacomo si scaricano delle slavine che a contatto delle rocce creano dei fragori spaventevoli.
Percorro un tratto collinare di circa un chilometro, fino al confine di stato, di fronte all’ex caserma delle Guardie di Finanza Italiane. Una palina indica l’estremità del laghetto, che corrisponde al Passo San Giacomo (2313 m).
La discesa nella neve bagnata (“Sulz”) non è da sballo, fatta eccezione per la parte più bassa, nel bosco, dove mi esibisco in uno slalom fra i larici.
Escursione d’allenamento, quale preparazione alla Fibbia e al Lucendro, in attesa della riapertura del Passo del San Gottardo, prevista fra una dozzina di giorni.
Tempo totale: 4:20 h
Salita: 2:50 h
Dislivello in salita: 717 m
Sviluppo complessivo: 9,3 km
Difficoltà: F
SLF: 2 (moderato) al mattino / 3 (marcato) al pomeriggio.
Copertura della rete cellulare: buona.
Libro di vetta: no
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