Corno Gries, anticima NE (2946 m) - Skitour
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Era da tanto che mi ripromettevo di effettuare una scialpinistica con partenza da Riale. L’avevo già rimandata tempo fa a causa delle notizie false e tendenziose diffuse dagli organi d’informazione del VCO circa le possibili sanzioni in cui, secondo loro, si sarebbe potuti incorrere semplicemente a seguito di “fuoripista”. Successivamente il rinvio per il pericolo valanghe, poi perché altre cime chiamavano. Ma oggi non c’erano scuse ulteriori: Riale!
Parto verso le 7 e mi dirigo verso il Maria Luisa tagliando tutti i tornanti della strada. Specialmente in basso la situazione neve è disastrosa (a macchia di leopardo), poi migliora. Dal rifugio salgo verso NNO lasciando i tubi verdi affioranti (penso sia sempre materiale collaterale rispetto alle dighe, quindi proprietà dell’ENEL) alla mia sinistra. Percorro la Valrossa avendo cura di rimanere vicino, per quanto possibile, ai contrafforti E del Corno Mutt. A nord del Corno Mutt piego verso W, risalendo un pendio che promette bene per la discesa, in quanto le raffiche di vento che mi accompagnano dal Rifugio in poi hanno depositato qui quei 4-5 cm di neve polverosa che costituiscono una manna, appunto, per la fase successiva. Nella conca è ora visibile il Corno Gries, quindi salgo piuttosto diretto puntando verso la bocchetta (a circa 2915 m) situata tra l’anticima e la cima principale. Il pendio si fa via via più ripido. Decido quindi di montare i rampanti, anche se la neve è piuttosto molle a causa dell’irradiamento solare. Ad una decina di metri dalla bocchetta e a non più di 100 dalla cima principale sento che la neve è molto cedevole sotto gli sci. Avanzo e la neve cede: procedo così ancora un po’ e poi, viste le condizioni avverse, decido di fare dietro-front. Ma sono sul ripido, molto ripido, ed in queste condizioni il doppio 180° è problematico. La “retromarcia”, poi, è poco scialpinistica e anche un po’ rischiosa, dato il frangente. Un’idea geniale mi sblocca da quella situazione critica: estraggo la pala dallo zaino, la monto e comincio a crearmi una piazzuola, lato montagna, per poter effettuare la manovra. Tutto riesce e finalmente posso dirigermi nel senso opposto a quello di salita. Noto che il pendio che porta all’anticima non è in condizioni così critiche come il precedente, così mi dirigo verso l’anticima che consta di due cime separate da una bocchetta. Alla bocchetta deposito gli sci e a piedi salgo la cima di destra e parzialmente quella di sinistra. Sotto di me girano le pale dell’impianto eolico di Mändeli, teatro della recente scialpinistica nella Valle del Corno e sulla diga del Griessee. Il vento è nuovamente intenso, togliere le pelli si rivela estremamente difficoltoso, ma in un modo o nell’altro alla fine vengono riposte nello zaino senza danni. Di rifocillarsi neanche a parlarne, troppo vento, quindi completo la preparazione dell’assetto da discesa e parto. Poco sotto faccio l’unico incontro di giornata, due scialpinisti anch’essi diretti all’anticima NE del Corno Gries. Scendo su buona neve primaverile e, sul pendio a N del Corno Mutt, come previsto, trovo neve polverosa, anche se finisce troppo presto. Continuo la discesa nella Valrossa, a tratti bisogna spingere, così come nel tratto immediatamente successivo al Maria Luisa. L’ultima parte della discesa si svolge poi parzialmente su pendio ma principalmente sulla strada (battuta al mattino dal gatto che porta i tecnici dell’ENEL alle dighe e agli impianti), per evitare di trovarmi sull’erba con gli sci. Giungo all’auto soddisfatto della gita odierna, con, sulla retina, l’immagine della mia montagna-icona, il Kastelhorn.
Tempo totale: 6 ore - andata 5 ore; ritorno 1 ora

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