Pizzo Molare (2585 m)
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Nel mio palmarès mancava una delle cime più frequentate del Ticino: il Pizzo Molare. Oggi ho rimediato alla manchevolezza.
Inizio dell’escursione: ore 7:40
Fine dell’escursione: ore 12:40
Temperatura alla partenza: 18°C
Temperatura al rientro: 25°C
La montagna è situata sul crinale che separa la Valle di Blenio dalla Valle Leventina.
Decido di salire dalla Valle di Blenio.
Giunto in auto sul rettilineo tra Motto e Dongio, vedo il Pizzo Molare già illuminato dal sole. Mi fermo presso un garage e scatto un paio di foto all’obbiettivo di giornata.
A Comprovasco svolto a sinistra in direzione di Prugiasco, Castro e Ponto Valentino. Da qui inizia una lunga strada, che passando da Largario, in circa 12 km porta a Gariva (nel comune di Acquarossa) . Dopo la località di Largario, la strada diventa molto stretta e spesso senza protezioni.
Arrivato finalmente all’alpeggio, lascio l’auto su un piccolo slargo, a metà strada tra Gariva sud e Gariva nord.
Un gentile “local” mi dà delle indicazioni per raggiungere la Capanna Piandios. Fa già molto caldo; non spira un alito di vento. Arrivo in prossimità della capanna in circa mezz’ora.
Sono accolto da un cane da guardia per il bestiame, che mi abbaia insistentemente, senza mollarmi un attimo. In un primo momento penso che desideri giocare: purtroppo non è così. Il brutto è che non risponde ai ripetuti richiami della padrona, che presumo sia la guardiana.
Mi affretto a chiedere alla signora di mostrarmi la via per il Pizzo Molare. Ricevo delle informazioni confuse e contraddittorie; il fatto che non riesca a far obbedire il suo cane forse la turba. Il più scocciato sono comunque io: Signori, il vostro cane vi fa perdere clienti!
Mi avvio in direzione opposta alla cima da raggiungere, compiendo un ampio giro che mi porta in quota, prima di affrontare un lungo traverso sui pascoli, verso il Sasso Sprügh (ca. 2180 m). Non ci sono sentieri, solo alcune tracce di pecore e mucche.
Anche oggi, così come sei giorni fa, trovo delle stelle alpine. Non perdo l’occasione per fotografarle.

Aggirato alla sinistra il Sasso Sprügh, punto diritto alla Bocchetta di Sasso Bianco: 200 m di dislivello, che mi obbligano a zigzagare sul ripido pendio.
Dalla Bocchetta di Sasso Bianco (2404 m) si scorgono numerosi villaggi della Leventina: Molare, Carì, Campello, Osco, Vigèra, Mairengo, Faido e poco sopra anche Dalpe e Prato.
Da qui alla vetta c’è un evidente sentiero che segue quasi fedelmente la cresta SW e che permette di superare gli ultimi duecento metri di dislivello in circa venti minuti, senza possibilità di sbagliare itinerario.
Bella croce di vetta con libro riposto in un solido contenitore di metallo, installato dall’U.T.O.E. di Faido.
Per la discesa scelgo la via più diretta in direzione di Gariva.
Sarà per la cattiva accoglienza alla capanna, oppure per l’insufficiente segnaletica, oppure per una mia eventuale, inconsapevole uggia, ma l’escursione odierna non mi ha entusiasmato.
Tempo di salita: 2:50 h
Tempo totale: 5 h
Dislivello in salita: 936 m
Sviluppo complessivo: 9,4 km
Difficoltà: T3
Coordinate Pizzo Molare: 709.495 / 149.570
Buona copertura della rete cellulare.
Libro di vetta: sì

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