Pizzo di Cadreigh Q2516 e 6Km di creste fino al Passo di Cantonill
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Bellissima, lunghissima e faticosa
Un progetto che avevo nel cassetto da tre anni, il posto lo conosciamo bene, ma quello di fare per intero la lunga cresta del Pizzo di Cadreigh … ci mancava.
Avevo visto una relazione con questo percorso su un sito di un amico (Mario Gatti), poi frequentando la zona, la voglia di farmi “una cresta” così lunga e spettacolare era cresciuta.

Ci troviamo in cinque per questa scoperta, tre del solito gruppo, più Cecco ed il ritorno del barba43.
Dopo un’ analisi dei percorsi su carta, decidiamo di partire tra Anveuda e Dotra, l’ alternativa è di parcheggiare ad Acquacalda e salire passando da Croce Portera, ma allunga di ulteriori 4Km un giretto già abbastanza lungo.
Parcheggiamo in un posto attrezzato poco sopra Anveuda (ottimo per il ritorno), e ci incamminiamo verso Dotra, dove proseguiamo verso Pian Com. Pause alle baite a 2000mt per alleggerire l’ abbigliamento, poi via verso il Cadreigh.
Il sentiero è perfettamente segnalato, piccola ma indispensabile deviazione per la Croce del Bosc a 2305mt, punto molto panoramico sulla Valle di S.Maria e le grandi cime di confine con la Leventina.
Riprendiamo la via per il Cadreigh, ci sono due lunghi traversi (traverso, tornante, traverso), in alcuni tratti la terra è franata, bisogna passare con un po’ di attenzione.
Raggiungiamo i 2500mt della cresta che sale dalla Gana Negra e che porta al grosso omino di vetta del Pizzo di Cadreigh a 2516mt, la massima elevazione di oggi.
La vista si apre verso la sottostante Valle di Campo, la Gana Negra, il lago di S.Maria al Lucomagno, lo Scopì ed il Pizzo del Corvo non li vedremo, avranno un cappello di nuvole per tutta la giornata.
Sono passate solo 2:20 dalla partenza, foto di vetta, ed iniziamo questa lunga avventura di cresta, sappiamo che sono ben 6Km, e non se ne vede mai bene la fine.
Lasciamo il Pizzo di Cadreigh, si scende e si risale una cimetta a 2500mt rocciosa, per salirla ci si deve aiutare con le mani, ma nulla di pericoloso, non è esposto (vedi foto).
Questo brevissimo tratto è l’unica vera difficoltà della giornata, per il resto la cresta è in alcuni punti affilata ed esposta, ma uno dei due lati è sempre sicuro.
La vista è meravigliosa, peccato per le nuvole che nascondono le cime più alta, ma camminare sul filo della Valle di Campo e quella di Santa Maria è proprio bello.
E’ un continuo saliscendi, spesso c’e’ un sentierino basso che permette di tagliare, evitando di salire le innumerevoli cimette, ma voglio gustarmi fino all’ ultimo centimetro di dislivello, e seguo fedelmente il filo di cresta, trascinandomi dietro … il resto del plotone.
Se in salita sono tra gli ultimi, per non dire proprio il fanalino, in piano e discesa sono quasi sempre nel drappello di testa, ed in questa escursione, complice anche la gran voglia di questi panorami, non mi tiene nessuno.
Si scende ma spesso si risale, a cavallo di due vallate così belle e così diverse.
A mezzogiorno ci fermiamo per pranzo in una bella conca, che ci protegge dall’ aria, il lato è quello di Dotra, l’ altro versante è roccioso, molto ripido e selvaggio.
Siamo a qualche centinaio di metri di Costa, una elevazione a 2500mt che porta impianti tecnici (un traliccio, e delle apparecchiature che sembrano da rilevatore atmosferico, pressione, anemometro, ecc).
Pranzo con gran bel panorama, di fronte a noi il Pizzo di Campello, una recente “conquista”.
Dopo un’ ora circa (mai mi stancherò di dire che il pranzo è un piacere), riprendiamo quota salendo al traliccio, e continuando la cresta, di cui ancora non si vede la fine, conosco e vedo il Pizzo Rossetto, so che il passo dove scenderemo è poco prima, ma la via da percorrere è ancora piacevolmente lunga.
Proseguo con il mio corteo dietro trascinandoli su ogni cimetta, “la cresta è cresta” continuo a ripere , “va consumata fino alla fine”.
Il saliscendi è continuo come la perdita di pendenza, si scende dai 2500 ai 2100 dell’ ultima elevazione prima del passo di Cantonill a 1937mt, quasi 6Km tutti a cavallo delle due valli.
Attorno ai 2200mt, le cime si fanno più larghe e bisogna decidere se camminare sopra la Valle di Campo o quella di S.Maria, seguo la prima e più selvaggia, mi permette di ammirare la Capanna Bovarina, la Cima di Garina (stupenda vetta), la grande diga del Luzzone.
Non sembra finire mai, quando credi di essere sull’ ultimo “panettone” che scende al passo, ne trovi altri due o tre avanti, e di nuovo si sale e poi si scende.
Prima di scendere ci fermiamo per una pausa, a 2200mt, ci sono delle grandi rocce rosse ed una vista stupenda verso il Luzzone.
La stanchezza comincia a farsi sentire, la speranza che dietro il prossimo panettone vedere la discesa finale, ma ancora una risalita, poi finalmente il Passo di Cantonill sotto di noi, ed il Pizzo Rossetto poco oltre.
Per puro scherzo, qualcuno invita a salire anche quest’ ultima cima, sarebbe forse il “tappo” finale della cresta, ma preferiamo seguire il percorso prestabilito e scendere fino al Passo di Cantonill 1937mt, poi fino al magnifico Piano di Anveuda, i prati sono un’ esplosione di colori.
Fermata alla fontana ad Anveuda, abbiamo proprio bisogno di rinfrescarci, e proseguiamo sulla strada che sale verso Dotra per tornare al parcheggio.
Una stupenda esperienza, se vi piacciono le creste, beh … questa è una vera scorpacciata !!!
Solito riassuntino:
Andata (fino al pranzo) : 9.3Km 3:42 con soste, 3:23 nette
Ritorno : 5,9Km, 2:31 con soste, 2:11 nette
Percorso: 15,2Km, 5:34 nette, 7:24 lorde
Dislivello: 900mt assoluto, 1040mt relativo
Partecipanti: Giorgio giorgio59m, Gimmy
gimmy, Roberto
roberto59, Luciano
barba43, Cecco
Altre foto, diario, files, sul nostro sito :
Girovagando
www.girovagando.net escursione # 97




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