Monte Due Mani (giro ad anello)
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Il Monte Due Mani lo si può descrivere come il fratello minore del Resegone ma, con i suoi ripidi prati, rocce e torrioni è anche il cugino della Grignetta. Sempre presente nei racconti di famiglia, avevo voglia di salire tale cima con i suoi ampi panorami suggestivi su grignetta, grignone, coltignone, monte barro e corni di canzo e altre cime a 360°.
Dopo aver imbroccato la strada per il Morterone (vecchia strada ... no problem, ma fatte cmq attenzione!!!) trovo l'avvio del sentiero, dopo aver passato la prima galleria . Questo sentiero n° 36 (bollo rosso) ha diversi tratti in comune con la via ferrata "Simone Contessi" e - come la stessa - parte subito irto e "tosto", con un breve tratto attrezzato a catena per agevolare il passaggio su delle roccette affioranti.
Tiro il fiato!!
Con tutta una serie di decisi tornantini la traccia segue l'intero percorso della via ferrata e mi fa prendere rapidamente quota. La fatica mi viene ripagata da un suggestivo panorama a 360° su numerose cime. Mi raccomando ... seguire sempre la traccia più evidente, anche se stretta, tralasciando eventuali deviazioni laterali (sperimentate non vanno da nessuna parte ehehehehe ;=) e quelle della ferrata.
Lungo il tragitto trovo anche dei tratti che permettono di rilassare gambe e fiato.
La luce del momento, l'assenza di altri "umani" e l'incontro con un camoscio (a dire il vero prima uno che mi fissava, che ti guardi?!?!?, poi due che son scappati giù sui ripidi prati, eravate in camporella ?!?!? pardon!, poi in lontananza un piccolo branco intento a pascolare ... ma la mia macchinetta "ultra-schifida" digitale con il suo ridottissimo zoom mi ha permesso una sola foto a testimonianza, sigh!!!)
A circa 3/4 del percorso, il sentiero n° 36 confluisce sul sentiero di cresta n° 34, di cui si trova una chiara indicazione accanto a quella della ferrata.
Ora mi godo questo bel tratto di lunga ma anche aerea cresta (ci sono 2 facili tratti attrezzati con catene + 1 a cavo metallico) che in poco più di un'ora mi fa calcare la vetta del "Due Mani" (... mi rimane sempre la curiosità di riuscire, prima o poi, a capire perchè si chiami così).
In cima trovo la croce di vetta e il bivacco GEFO Locattelli (Gruppo Escursionisti Falchi Olginatesi), in cui mi rintano trovandovi dei simpatici signori che erano saliti da tutt'altra parte ... lavori di mandibola, foto ... mentre tutto attorno si stava addensando la nebbia, visto che la giornata anche se non piovosa era rimasta con dversa nuvolaglia ... e ho trovato anche tracce di neve proprio nei pressi della cima!
Guardando fronte al bivacco, il sentiero di cresta ci fa giungere alla sua sinistra; per il ritorno si può tenere la destra fino al zucco di Desio (ca. 100-150 mt dal bivacco) ma si ridiscende su pendio erboso (o innevato) di pendenza >30-40%, oppure si torna di pochi metri sullo stesso sentiero dell'andata e si prende un'evidente deviazione che taglia giù a sinistra fino ad incrociare il sentiero che scende dal pendio del zucco di Desio.
Da qui sono andato giù anch'io, seguendo il sentiero scoseso fino ad un gruppo di casoni diroccati dove - per andare alla forcella di Olino - bisogna tralasciare le varie indicazioni (palina) e scendere lungo un sentiero che, a mezza costa, fiancheggia tutta la strada per il Morterone.
Però - ahimè - dDa questo punto in poi si deve ripercorrere, a piedi, la strada asfaltata (sono 5Km circa) fino a tornare all'imbocco del sentiero n° 36, all'agognata macchina.
ATTENZIONE al ritorno sullo stesso sentiero n° 36 per il rischio di scivolamenti in periodi di pioggia o di neve (portate sempre i ramponi).
PERCORSI ALTERNATIVI:
- Via normale, breve e semplice (E, dislivello 400 mt circa) dalla località Culmine di S. Pietro (1.265 mt slm), passando per la forcella di Olino prima, dai crinali boscosi della Muschiada e casera Pramira poi.
- Percorrere la strada per il Morterone fino al km 9.5 circa (forcella di Olino); si trova un parcheggino a lato strada e segnaletica (cartello giallo) per il Monte Due Mani.
Dopo aver imbroccato la strada per il Morterone (vecchia strada ... no problem, ma fatte cmq attenzione!!!) trovo l'avvio del sentiero, dopo aver passato la prima galleria . Questo sentiero n° 36 (bollo rosso) ha diversi tratti in comune con la via ferrata "Simone Contessi" e - come la stessa - parte subito irto e "tosto", con un breve tratto attrezzato a catena per agevolare il passaggio su delle roccette affioranti.
Tiro il fiato!!
Con tutta una serie di decisi tornantini la traccia segue l'intero percorso della via ferrata e mi fa prendere rapidamente quota. La fatica mi viene ripagata da un suggestivo panorama a 360° su numerose cime. Mi raccomando ... seguire sempre la traccia più evidente, anche se stretta, tralasciando eventuali deviazioni laterali (sperimentate non vanno da nessuna parte ehehehehe ;=) e quelle della ferrata.
Lungo il tragitto trovo anche dei tratti che permettono di rilassare gambe e fiato.
La luce del momento, l'assenza di altri "umani" e l'incontro con un camoscio (a dire il vero prima uno che mi fissava, che ti guardi?!?!?, poi due che son scappati giù sui ripidi prati, eravate in camporella ?!?!? pardon!, poi in lontananza un piccolo branco intento a pascolare ... ma la mia macchinetta "ultra-schifida" digitale con il suo ridottissimo zoom mi ha permesso una sola foto a testimonianza, sigh!!!)
A circa 3/4 del percorso, il sentiero n° 36 confluisce sul sentiero di cresta n° 34, di cui si trova una chiara indicazione accanto a quella della ferrata.
Ora mi godo questo bel tratto di lunga ma anche aerea cresta (ci sono 2 facili tratti attrezzati con catene + 1 a cavo metallico) che in poco più di un'ora mi fa calcare la vetta del "Due Mani" (... mi rimane sempre la curiosità di riuscire, prima o poi, a capire perchè si chiami così).
In cima trovo la croce di vetta e il bivacco GEFO Locattelli (Gruppo Escursionisti Falchi Olginatesi), in cui mi rintano trovandovi dei simpatici signori che erano saliti da tutt'altra parte ... lavori di mandibola, foto ... mentre tutto attorno si stava addensando la nebbia, visto che la giornata anche se non piovosa era rimasta con dversa nuvolaglia ... e ho trovato anche tracce di neve proprio nei pressi della cima!
Guardando fronte al bivacco, il sentiero di cresta ci fa giungere alla sua sinistra; per il ritorno si può tenere la destra fino al zucco di Desio (ca. 100-150 mt dal bivacco) ma si ridiscende su pendio erboso (o innevato) di pendenza >30-40%, oppure si torna di pochi metri sullo stesso sentiero dell'andata e si prende un'evidente deviazione che taglia giù a sinistra fino ad incrociare il sentiero che scende dal pendio del zucco di Desio.
Da qui sono andato giù anch'io, seguendo il sentiero scoseso fino ad un gruppo di casoni diroccati dove - per andare alla forcella di Olino - bisogna tralasciare le varie indicazioni (palina) e scendere lungo un sentiero che, a mezza costa, fiancheggia tutta la strada per il Morterone.
Però - ahimè - dDa questo punto in poi si deve ripercorrere, a piedi, la strada asfaltata (sono 5Km circa) fino a tornare all'imbocco del sentiero n° 36, all'agognata macchina.
ATTENZIONE al ritorno sullo stesso sentiero n° 36 per il rischio di scivolamenti in periodi di pioggia o di neve (portate sempre i ramponi).
PERCORSI ALTERNATIVI:
- Via normale, breve e semplice (E, dislivello 400 mt circa) dalla località Culmine di S. Pietro (1.265 mt slm), passando per la forcella di Olino prima, dai crinali boscosi della Muschiada e casera Pramira poi.
- Percorrere la strada per il Morterone fino al km 9.5 circa (forcella di Olino); si trova un parcheggino a lato strada e segnaletica (cartello giallo) per il Monte Due Mani.
Tourengänger:
Matteo81

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