Cima della Rosetta m.2142 (SO)


Publiziert von Alberto , 3. Januar 2011 um 10:05. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:28 Dezember 2010
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:00
Aufstieg: 1034 m
Abstieg: 1034 m
Strecke:bivio di quota 1108 circa -seguire la strada (possibilità di accorciare il percorso seguendo il sentiero erto) -rifugio Bar Bianco m.1506 -baita a quota 1715 (dove vi giunge la teleferica) -Cima della Rosetta m.2142 (ATTENZIONE: l'ultimo tratto con il traverso è a rischio valanghe,da affrontare con neve ben assestata!)
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano -Lecco -a Morbegno prendere per la val Gerola -Sacco -Rasura: alla fine del paese,indicazioni per il rifugio Bar Bianco a destra -da qui,(consigliabile le catene da neve montate) proseguire fino a quota 1108 circa dove vi è la biforcazione per il rifugio Corte (poche possibilità di parcheggio,in tal caso,scendere di circa 100 m. di quota dove trova un ampio parcheggio a sinistra -salendo è sulla destra-
Kartennummer:Kompass Parco Orobie Valtellinesi




COMMENTO DI BEPPE

BELLA  CIASPOLATA IN VAL GEROLA ALLA CIMA ROSETTA , NELLA PRIMA PARTE DEL PERCORSO ABBIAMO SEGUITO LA STRADA CHE CONDUCE AL BAR BIANCO , PER POI SEGUIRE L' OTTIMA TRACCIA BATTUTA IN PRECEDENZA DA ALCUNI SCIALPINISTI .
IN VETTA SI GODE UN OTTIMA VISTA ,UN GRAZIE A IVAN E ALBERTO PER LA BELLA GIORNATA TRASCORSA .
COMPLIMENTI AD ALBERTO L' OTTIMA SCELTA .                                                                                                 

Commento di Alberto: Giuseppe mi chiede se avrei fatto qualcosa per il 28: gli rispondo che se non avessi avuto problemi di stanchezza,lo avrei avvisato che si sarebbe potuto fare la Cima della Rosetta: così ci troviamo con Ivan a Cesana Brianza. La giornata pare bella e mentre percorriamo la valtellina,cominciamo a vedere l'alba. A Morbegno prendiamo per la val Gerola e giunti a Rasura,superato il paese,saliamo per il rifugio bar Bianco: dopo un poco,fuori dal paese la strada si fa bianca e giunti al bivio per il rifugio corte,siamo costretti a parcheggiare. Proseguiamo sulla strada,anche se incrociamo il sentiero che la taglia,si preferisce quella luuuunga strada,ma dalla pendenza moderata del tipo “scaldamuscoli”,in preparazione del peggio. Giunti al rifugio (chiuso,ma nei fine settimana dovrebbe essere aperto) ecco che ci appare,proprio a monte del rifugio,la Cima della Rosetta con tanto di croce e...pista ben battuta: bene! Saliamo e saliamo,ogni tanto,Giuseppe nel non vedermi sosta e appena appaio,mi chiede come và: rispondo che è tutto ok (più o meno) e che non c'è problema. Piccole brevi soste per ciapà fiaa e via. Mi supera uno sci alpinista,che saluto ma senza avere risposta,anzi,mi sembrasse che lamentasse il fatto che stavo seguendo la pista fatta da altri sportivi come lui: forse leggermente inc@@@? Basta che non mi dica qualcosa a riguardo,perchè altrimenti da bradipo mi trasformo in orso polare... Qualche sci alpinista ha già fatto la discesa,altri ci superano (e come andavano in salita) e piano piano arrivo al traverso,oramai a poche decine di metri sotto la vetta: ora bisogna prestare attenzione,molta di più rispetto al percorso fatto. Giunto alla spalla dove la croce sembrava attendermi,quel tratto un poco ostioso mi ricordava la parte terminale del Chilcalphorn: non proprio simpatico ! Lo scorbutico (confermato anche da parte di Giuseppe e Ivan) si stava preparando per la discesa,noi nel frattempo scattiamo alcune foto,ma dato che la vetta non dava molto spazio di movimento e accoglienza numerosa,si decide per la discesa. Io ero un poco titubante se mettere i ramponi,almeno per quel piccolo tratto,poi Ivan mi rassicura e con molta cautela riusciamo a passare il traverso e poi...jauuuu,la legge del taglione prevale e quindi,discesa libera su fresca neve. Mentre facciamo del “telemark” con le ciaspole,noto che non mancano le “grattate” alla vecchia crosta di neve situata sotto quella fresca: infatti,se non fosse nevicato di fresco (oltre ad essersi ben assestata) salire lassù sarebbero stati necessari più i ramponi che le ciaspole dato che la zona è battuta dal sole. Mentre si scende,ecco che incontriamo nuovamente lo “scorbutico” sci alpinista che risaliva verso la vetta (probabilmente non ha raggiunto il suo record...). Proseguendo,notiamo impronte di ciaspolatore “gigante”: Siamo rimasti tutti a vedere la distanza non battuta tra una ciaspola e l'altra,dove vi era almeno 1,70 cm (misurati con i bastoncini). Scendiamo all'alpe e lì facciamo la bella sostina,mangiando e godendoci il sole che ogni tanto faceva capolino,regalandoci un poco di tepore. Da qui,si vedeva bene la cresta che conduce al monte Lago,(che ho fatto più volte in versione invernale che estiva),il rifugio alpe Piazza e il bivacco Legui. Poco Prima di ripartire vediamo anche una coppia di ciaspolatori che sta salendo verso la vetta,con il problema che la pista di salita è stata in buona parte distrutta...dagli stessi sci alpinisti,magari dallo stesso scorbuticone che abbiamo conosciuto. Ripartiamo e decidiamo di scendere ancora per l'intera strada dell'andata,non senza rischiare di essere investiti dai sci alpinisti (ma gridare pista qualche decina di metri prima è così complicato?). Giungiamo all'auto fortunatamente illesi (la preoccupazione di essere inforcati alle spalle non era poca) e ripartiamo per far ritorno a casa,contenti per aver passato un'altra giornata “bianca” in compagnia. Ringrazio Giuseppe e Ivan per avere avuto fiducia nella scelta che ho proposto,anche se avevo avvisato che mai l'avevo fatta in inverno.

COMMENTO DI IVAN : bella ciaspolata in Val Gerola con Beppe ed Alberto, su un percorso che abbiamo scoperto essere un classico per gli sci alpinisti che abbiamo incontrato davvero numerosi. Come già raccontato da Alberto, qualcuno si è fatto notare per il ritmo incredibile con il  quale saliva, qualcun altro per la sua scarsa propensione a socializzare ( detto molto eufemisticamente ). In generale, li dobbiamo comunque ringraziare, perchè dal bar Bianco in poi la traccia era ben evidente a seguito dei numerosissimi passaggi; se avessimo dovuto tracciare noi sarebbe stata dura, perchè dal rifugio il percorso è bello ripido ed occorre salire a zig zag. Il tempo era limpidissimo appena partiti, ma poi si è rannuvolato con nubi alte; peccato perchè nei momenti nei quali usciva il sole si stava veramente benissimo. Per il ritorno ci siamo divertiti con dei bei taglioni nella neve fresca.

Tourengänger: ivanbutti, Alberto, beppe


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