Rifugio Garzonera (1973 m) da Camperitt


Publiziert von siso , 13. Juni 2010 um 21:46.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:13 Juni 2010
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Poncione di Vespero   CH-TI 
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 529 m
Strecke:Camperitt (1464 m) – Pian Taiöi (1670 m) – Rifugio Garzonera (1973 m) – Cassina Garzonera (1975 m) – Lago della Valletta (1976 m) – Zemblasca (1809 m) – Cassina di Prato (1639 m) – Ponte sul Calcascia (1613 m) – Camperitt (1464 m)
Zufahrt zum Ausgangspunkt:A2, uscita Quinto – Ambrì (980 m) – Giof (1386 m) – Camperitt (1464 m)
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Garzonera
Kartennummer:C.N.S. No. 1252 – Ambrì - Piotta - 1:25000

Gita di perlustrazione in previsione di un’escursione con una dozzina di persone.

Eravamo indecisi sulla necessità o meno di portare le racchette da neve: abbiamo fatto bene a lasciarle nel baule dell’auto.

 

Inizio dell’escursione: ore 7:40

Fine dell’escursione: ore 11:40

Temperatura alla partenza: 12°C

Temperatura al Rifugio Garzonera: 9,5°C

Temperatura al rientro: 21°C

 

Ci avviamo di buon mattino verso Ambrì di sopra, paese dal quale parte la stradina asfaltata per Giof (1386 m). Giof deriva dal latino jugum, “giogo”, usato anche col significato di cima, sommità.

Durante il viaggio di avvicinamento, in Valle Riviera e in Valle Leventina, dall’autostrada ammiriamo una quantità inconsueta di fantastiche cascate che precipitano da entrambi i versanti delle valli. Siamo infatti nel periodo di fusione della neve, che in questa settimana ha toccato l’apice. Mi chiedo come sia possibile che a nessuno sia venuto in mente di sorvolare in elicottero la zona per scattare delle spettacolari foto e creare dei poster turistici o dei libri fotografici. Fra qualche giorno, molte di queste splendide cascate si saranno ridotte ad insignificanti rivoli.

 

Raggiunto il terrazzo di Giof, contraddistinto da alcuni autentici chalet, prendiamo la strada che sale alla destra, fino a Camperitt (1464 m), presso un ponticello sul fiume Calcascia. Parcheggiamo in uno slargo prima del ponte, sul confine comunale di Quinto e Airolo.

 

Il segnavia ci invita a salire alla sinistra del fiume: in un’ora e mezza dovremmo essere al Rifugio Garzonera. L’aria, tiepida e molto umida, ci fa sudare parecchio. Anche il Calcascia è in piena: l’impeto dell’acqua ci induce a numerose pause per contemplare questo spettacolo della natura. Non c’è confronto con il silenzio, che pure abbiamo apprezzato nella ciaspolata di fine gennaio. Il paesaggio, privo di neve, è irriconoscibile. Impossibile dire quale dei due aspetti sia più suggestivo.

 

In meno di un’ora raggiungiamo l’alpeggio Pian Taiöi (1670 m), non ancora caricato.

Da qui seguiamo la strada sterrata che sale in direzione S – SW. A quota 1885 m la abbandoniamo per imboccare il sentiero, che in pochi minuti ci conduce al Rifugio Garzonera.


La salita è durata 1 h e 20 min.

Siamo accolti da “Quick” un Setter bianco – nero, addestrato come cane da punta per la caccia ai fagiani.

Il termine Setter deriva proprio dal comportamento che assume questo cane durante la caccia. Esso si siede (in inglese sedersi si dice to set) puntando con il muso la preda da cercare. Poco dopo il nostro arrivo mette in atto la sua predisposizione alla caccia: fiuta insistentemente muovendo il naso in direzione di un cespuglio in cui si nasconde un fagiano di monte. Il padrone sfodera allora un’espressione dialettale che mi piace molto: “al pipa l’aria!”.

Attorno alla capanna non c’è più nemmeno un grammo di neve. Il responsabile del rifugio, che sta sistemando la legna per la cucina, sostiene che fino a pochi giorni fa il manto nevoso era ancora importante.

 

Dopo l’abituale foto ricordo, decidiamo di visitare il vicino Laghetto della Valletta (1976 m). Questa conca è ancora completamente ricoperta di neve. Le cime che le fanno da corona sono avvolte dalle nuvole.

 

Per la discesa scegliamo un percorso alternativo, che ci vedrà coinvolti in una piccola avventura del tipo “Mississippi Adventure”. Mi è sembrato di vivere il classico tema del viaggio catartico del giovane che accompagna il più attempato.

A quota 1635 m ci troviamo infatti in mezzo a due bracci di fiume in piena! Difficile trovare un passaggio senza il rischio di bagnarsi fino alla vita. L’alternativa è la risalita per 200 m di quota per poi scendere dalla via normale. Non sia mai detto!

Alcuni tronchi caduti ci invitano a tentare l’impresa. La superficie viscida degli stessi ci induce tuttavia alla prudenza. Cerchiamo un’altra soluzione, perlustrando il braccio di fiume meno impetuoso. Dopo alcuni minuti di attenta analisi scorgiamo un tratto che ci sembra alla nostra portata. Siso si immola per ben due volte venendone fuori elegantemente, si fa per dire, seguito poco dopo dall’aitante giovane.

 

Raggiunto il ponticello a quota 1613 m consumiamo lo spartano pasto domenicale. Un’occhiata di sole ci riscalda, scongiurando il pericolo di reumatismi articolari acuti.

 

Anche per l’ultimo tratto di discesa scegliamo un sentiero alternativo: quello che percorre la sponda sinistra del fiume. Ci rendiamo subito conto che la via migliore, soprattutto con le ciaspole, è quella del versante opposto.

La gita si conclude esattamente 4 ore dopo la partenza.

A Camperitt riprendiamo l’auto che ci riporterà al “paese dell’ombra”. Ambrì, frazione di Quinto, è conosciuta non solo per la squadra di hockey, ma anche per il fatto che nei mesi invernali non riceve il sole. Il toponimo Ambrì deriva dal latino “Umbrivum”: zona in ombra.

Tempo di salita: 1 h 20 min

Tempo totale: 4 h

Dislivello: 529 m

Difficoltà: T2+

Copertura della rete cellulare: discreta - buona
Partecipanti:
Daniele e siso


Tourengänger: siso


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Geodaten
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