Pizzo Tom (2360 m) e Camoghè (2356 m) - dalla Val Canaria in invernale

Camoghè e Pizzo Tom sono un'escursione speciale, una combinata raramente accostata in invernale, realizzata in ambiente notevole. L'itinerario, da me studiato a tavolino, si presta a condizioni di pericolo valanghe da moderato a marcato, come nel caso nostro.
Si tratta della prima uscita da me svolta con le ciaspole nel 2025.
Avevo tentato già in gennaio un approccio scialpinistico al Camoghè dalla Val Canaria con mio fratello Jair. La difficoltà nel reperire la traccia unita al fatto che Jair non stesse bene ci avevano però indotto ad abbandonare il progetto sul più bello.
Sono tornato con due impavidi compagni un paio di mesi dopo. Aver già in mente la traccia da seguire è stato, come vedremo, un enorme vantaggio. Il percorso si snoda in Val Canaria e si adatta bene ad un tour per ciaspole.
Camoghè - Visto dall'Alpe di Lago vicino alla Cascina dei Larici (1993 m)

La Val Canaria
Da Valle (frazione di Airolo) seguiamo un breve tratto di sentiero che converge subito (quota 1189 m) nella strada sterrata che accosta il fiume della Val Canaria. La percorriamo per 3 km fino al ponte di quota 1481 m. Durante la salita notiamo un'enorme frana sul versante orografico sinistro.
Val Canaria

Attraversato il ponte, ancora su strada sterrata, saliamo a Föisc. Il monte presenta alcune cascine di legno molto curate. Essendoci neve abbondante indossiamo le ciaspole. Fin qui abbiamo impiegato un'ora e un quarto.
Seguiamo ancora la strada, ora completamente coperta di neve, fino a Pian de la Creda (quota 1653 m).
Qui la strada prosegue a destra (sud) per altri monti. Un segnavia indica anche un sentiero sul lato opposto, a sinistra (nord), tuttavia sbarrato. La traccia invernale da me studiata prosegue invece brevemente dritta, oltre la radura, per piegare poi decisamente a nord, parallelamente al sentiero sbarrato, ma circa 60 metri più a monte.
Questa traccia non è per nulla evidente da reperire: l'istinto ti porta a cercare di guadagnare quota obliquando a destra, ma devi sempre rimanere basso, percorrendo un traverso nel fitto bosco, evitando false tracce che si staccano lateralmente. La salita effettiva è contenuta: fino a Pian Partüss si guadagnano poco più di 100 metri in circa 1.5 km.
Con Jair eravamo saliti troppo andando letteralmente a "ravanare". Ci eravamo affaticati e prima di Pian Partüss avevamo svolto una difficile discesa per riprendere la traccia. Il merito di questo stancante tentativo è stato quello di poter condurre Emiliano e Giordano in modo efficace (50 minuti, rispetto alle precedenti quasi due ore) attraverso questo bosco.
Inizialmente ci sono tratti in cui la traccia è riconoscibile. Ma poi sparisce e bisogna aggirare un paio di risalti rocciosi a sinistra su un terreno reso complicato dalla presenza di piante cadute, cespugli, punti ripidi e accumuli di neve.
Traverso nel bosco tra Pian de la Creda e Pian Partüss

A Pian Partüss (1814 m) bisogna attraversare la radura e reperire tra gli alberi una dorsale che va seguita sul filo in quanto è l'unica via sicura (al riparo da possibili valanghe) per salire all'Alpe di Lago. La dorsale boscosa si disperde presto nei pendii più dolci che precedono l'Alpe, nella quale sbuchiamo dopo 3 ore complessive.
Alpe di Lago e Camoghè sullo sfondo

Alpe di Lago e Bocchetta del Camoghè
L'Alpe di Lago è un luogo splendido. Puntando al Camoghè ci inoltriamo in questo spazio infinito e immacolato. Passiamo di fianco alla Cascina dei Larici (dove mi sono fermato la precedente volta con Jair). Giunti al centro della vasta piana, pochi metri a nord del Laghetto dell'Alpe, decidiamo di non salire dritti ma di deviare a sinistra verso la cascina di quota 2030 m. Questo per due motivi: in primis in fase pianificatoria con Skitourenguru avevo valutato più sicuro salire da quella parte; in secondo luogo Giordano vuole fare una pausa spuntino presso la cascina con la speranza di sedersi su qualcosa di diverso dalla neve.
Brevemente siamo alla cascina. Piccola pausa e ripartiamo. Aggiriamo da sinistra un pendio ripido per salire a Calcestri (quota 2080 m), disegnando un semicerchio. Da qui seguiamo una piccola costa fino ad una conca che precede l'immediata Bocchetta del Camoghè.
Cascina (quota 2030 m) presso Alpe di Lago

Pizzo Tom (2360 m)
Dalla Bocchetta saliamo lungo la cresta sud del Pizzo Tom. Essa presenta 3 cliff rocciosi misto erbosi, oltre ad una prima evidente fascia aggirabile. Teniamo le ciaspole in quanto nella parte bassa la neve rischia di essere sfondosa. Tuttavia i cliff non sono pratici da superare con le ciaspole ai piedi. Il primo ha una piccola cengia e usciamo a sinistra (breve passo in traverso ripido). Il secondo si arrampica (I) con generosi appoggi. Con le ciaspole siamo un po' goffi nel superarlo. Il terzo conduce alla cima, è più ripido e interamente pulito. Lasciamo le ciaspole dove termina la neve e saliamo liberi. In uno dei tratti di collegamento tra i passaggi rocciosi c'è una cornice nevosa che va tenuta a debita distanza.
Salita al Pizzo Tom

Della vista panoramica mi colpisce il Pécianett. La sua prominenza è rilevante tanto che inizialmente penso ad un massiccio montuoso tipo Adula o Guferhorn. Non sono abituato alla prospettiva offerta dalle cime intorno al Ritom.
Pécianett in mezzo, Pécian a destra e Pizzo del Sole a sinistra

Per scendere dal Pizzo Tom valutiamo sicuro e pratico aggirare le difficoltà a sinistra percorrendo il pendio libero. Il tratto alto più ripido ha già scaricato.
Camoghè (2356 m)
Dalla Bocchetta si segue l'ampia cresta nord punteggiata da rocce medio-grandi. La neve è farinosa grazie all'esposizione fredda. Durante la salita, nella parte alta, sentiamo alcuni "whum". D'altronde siamo in grado 3. La cresta è discretamente ripida. Con attenta scelta del percorso saliamo fino alla vetta e percorriamo la crestina sommitale affacciata sul Ritom. L'omino di vetta invece guarda verso il Föisch e la Val Canaria. Non è prudente esporsi troppo oltre l'omino in quanto il versante è precipite.
La vista è spaziale.
Salita al Camoghè dall'ampia cresta nord

Vista sul Lago del Ritom

La discesa
Giordano, considerata la pendenza della cresta del Camoghè, opta per i ramponi in discesa ma si rivela una scelta sbagliata. Con le ciaspole si scende efficacemente tagliando dritto in mezzo ai tornanti della salita.
Ripercorriamo tutta la traccia di salita, tale e quale fino ad Airolo.
Ci fermiamo a pranzare nei pressi della cascina a quota 2030 m.
Da Föisc leviamo le ciaspole e proseguiamo a piedi.
Ringrazio i miei due amici per la bellissima uscita.
Bella cascina a Föisc

Video
Dettagliato: [/drive.google.com/file/d/1po-6bXAh_-X5wC3KcuctiBVrI75MA0km/v...]
Breve: [/drive.google.com/file/d/13vZT2_DEYThknRI13Qd9L-Cs0spUwbfS/v...]

L'invito di

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